Claudio Cerritelli, critico di rara intelligenza e di forte sensibilità la cui prosa critica ha dettato alcune tra le pagine più significative e lungimiranti per la storiografia dell’arte contemporanea.
Abruzzese d’origine, formatosi a Bologna, trova a Milano l’ambiente in cui dare pieno risalto alla sua esperienza sia di critico ma anche di docente all’Accademia di Belle Arti di Brera. La capacità della sua osservazione era quella di saper oltrepassare la contingenza delle opere e arrivare all’anima del pensiero che queste esprimono; il tratto distintivo della sua prosa, erudita, non banale, ma accessibile, era quello della chiarezza, dell’accessibilità proprio perché tesa alla comprensione della verità delle manifestazioni che gli artisti hanno capacità di condensare nelle opere. Il suo sguardo sapeva scovare nel lato nascosto, sapeva dare luce alle zona d’ombra e illuminare di senso emozioni che poi appartengono a tutti. La sua volontà mirava sempre al cuore delle interrogazioni, senza disperdersi in omologazioni di pensiero, nelle mode, nelle gerarchie: a Cerritelli interessava la sollecitazione intellettuale, il dibattito, lo scambio con una coerenza che, sua nota intellettuale e caratteriale, pretendeva sempre anche da ogni suo interlocutore.
Ci mancherà la forza con cui dominava la parola per cercare sempre quella ragione che ci restituiva con vivace autenticità.