Vulcano in(abitabile)

dal vulcanismo degli esopianeti ad alcuni esempi in Campania

Introduzione:

Il vulcanismo è un fattore chiave per determinare se un pianeta possa essere considerato potenzialmente abitabile e quindi interessante per noi terrestri. La Terra stessa è stata modellata da una lunga serie di eruzioni vulcaniche, che hanno contribuito a creare condizioni favorevoli alla vita. Attraverso l’intera memoria della Terra anche l’essere umano ha sempre mantenuto una legame forte di coesistenza con questo fenomeno naturale: da una parte sono una fonte di distruzione incontrollabile, dall’altra hanno influenzato la nostra esistenza, dalle scelte abitative alla produzione e nell’arte.

Questo testo esplora alcune realtà vulcaniche presenti in Campania, analizzando attraverso la mia pratica artistica, dalle costruzioni introno a Vesuvio, Napoli, agli abitanti che vivono accanto dei vulcani, viene interpretato come una metafora poetica della nostra accettazione dei cicli incessanti e imprevedibili della natura, con tutte le loro incertezze.

1.

La ricerca sul vulcanismo di altri pianeti ha acquisito grande importanza negli ultimi decenni, soprattutto nell’ambito dell’esplorazione spaziale e della ricerca di pianeti potenzialmente abitabili. Lo studio delle attività vulcaniche extraterrestri aiuta a comprendere meglio la geologia planetaria, l’evoluzione atmosferica e le potenziali condizioni che potrebbero sostenere la vita.

Il vulcanismo su altri pianeti e lune gioca un ruolo cruciale nella comprensione delle potenziali condizioni abitabili. Le ricerche su questi fenomeni offrono importanti spunti su come l’attività geologica possa influenzare l’atmosfera, il clima e la presenza di acqua liquida, elementi essenziali per la vita. Pianeti come Europa, Encelado e alcuni esopianeti sono tra i candidati più promettenti per la ricerca di vita extraterrestre, grazie alla possibile combinazione di vulcanismo e acqua liquida.

Questi pianeti, noti come esopianeti quando orbitano attorno a stelle diverse dal Sole, sono individuati grazie a tecniche sofisticate come il metodo del transito (osservando la diminuzione della luce di una stella quando un pianeta le passa davanti) o il metodo delle velocità radiali (misurando l’effetto gravitazionale del pianeta sulla stella). Una delle principali priorità è scoprire pianeti che si trovino nella cosiddetta zona abitabile, la fascia di distanza da una stella dove le condizioni potrebbero consentire la presenza di acqua allo stato liquido, essenziale per la vita come la conosciamo.

Oltre alla distanza dalla stella, si considerano altri fattori come la composizione atmosferica, la presenza di vulcanismo attivo (che potrebbe contribuire a un ciclo geologico capace di sostenere la vita) e la stabilità del sistema planetario. La scoperta di pianeti con atmosfere simili alla Terra, che possano supportare cicli naturali, è particolarmente promettente.

La poetica dell’esplorare altri pianeti abitabili è un riflesso della nostra profonda aspirazione umana verso l’ignoto, il desiderio di trascendere i confini fisici e mentali del nostro mondo per scoprirne di nuovi, più vasti e misteriosi come la esplorazione della potenza incommensurabile dei vulcani nella natura.

2.

Le zone vulcaniche del mondo spesso ospitano milioni di persone, nonostante i potenziali rischi legati alle eruzioni. Questo è dovuto alla fertilità del suolo vulcanico e alla presenza di risorse geotermiche.  

Vulcanismo attivo o passato offrono analogie con le condizioni primordiali della Terra che contribuisce i materiali dei costruzioni di abitazione e la terra fertile ricca di miniera per l’agricoltura. Le rocce magmatiche costituiscono il 65% della crosta terrestre e, a seconda che il magma sia solidificato all’interno della crosta terrestre (ad esempio in filoni o dicchi) oppure all’esterno di essa, attraversando il condotto vulcanico per forte pressione dei gas.

Le costruzioni tipiche realizzate con pietre vulcaniche in Campania, in particolare nelle zone intorno al Vesuvio e ai Campi Flegrei, si caratterizzano per l’uso di materiali locali di origine vulcanica. Per l’esempio come: 

Tufo, una delle pietre più utilizzate, il tufo è una roccia vulcanica leggera e porosa, molto diffusa in Campania. È facile da lavorare e viene usata sin dall’epoca romana per la costruzione di edifici, mura e cisterne. Le città di Napoli e Pompei hanno molte strutture in tufo. 

Piperno, è una pietra vulcanica compatta e resistente, di colore grigio scuro o nero. Molti edifici storici di Napoli, come chiese e palazzi, sono costruiti con piperno, usato anche per i lastricati stradali.

La lava solidificata del Vesuvio è stata storicamente impiegata per pavimentazioni stradali, massicciate e nella costruzione di edifici. Essendo molto resistente, è stata utilizzata in epoca romana per costruire ponti e acquedotti.

Pozzolana, non è propriamente una pietra, ma una cenere vulcanica fine che, mescolata con calce, crea un cemento molto resistente. È un componente fondamentale del famoso o calcestruzzo romano, utilizzato per realizzare edifici duraturi e strutture come il Pantheon di Roma.

Basalto, questa pietra vulcanica molto resistente è utilizzata soprattutto per pavimentazioni stradali. Anche il basalto è tipico delle zone vulcaniche campane ed è stato largamente utilizzato durante l’epoca romana.

Poesia, pittura, cinema, tante arti hanno subito e goduto il magnetismo dei vulcani e dei materiali, che Essi eruttando hanno donato all’umanità, per costruire strade, città e case.

3.

L’intervento artistico “Temporary Theater – Vesuvio”, realizzato nel 2024 sulla Monte Somma di Palma Campania, la montagna situata di fronte al Vesuvio. (forma parte di un percorso molto ampio degli interventi artistici e performativi, sempre attuati coinvolgendo gli abitanti locali di varie località vulcaniche come l’Etna, le Isole Eolie, la Grecia,il giacimento vulcanico catalano vicino a Girona, i Castelli romani Lago Albano e Lago di Nemi – Speculum Dianae, e proseguirà nelle isole Baleari, in Islanda e alle Isole Canarie, in un’ampia panoramica di siti vulcanici di grande rilevanza con la ‘spazialità dell’abitare’ in un contesto dove il confronto con la Natura regna incontrastato. Ci ripropone la domanda antica di chi siamo noi, davanti all’eternità del vulcano.)

L’installazione effimera è composta da forme geometriche, base di pentagono che richiama la struttura del basalto e al triangolo. Ogni angolo della struttura si apre come raggi che puntano in diverse direzioni, simbolizzando la connessione con il paesaggio circostante. 

Alla base dell’installazione si trovano tre elementi disposti in recipienti di ceramica: la terra rossa di Pozzuoli, le pietre laviche più comuni del Vesuvio e l’acqua. Nel corso della performance, l’artista versa l’acqua dal recipiente davanti al Vesuvio, un atto simbolico che evoca antichi culti di fertilità legati alla natura vulcanica e alla sua forza rigeneratrice.

La terra rossa di Pozzuoli, nota anche come pozzolana. Deriva principalmente dall’attività vulcanica dei Campi Flegrei, una vasta area vulcanica situata vicino a Napoli, in particolare attorno alla città di Pozzuoli. É un materiale vulcanico ampiamente utilizzato sin dall’antichità, in particolare negli affreschi di Pompei e altre città romane. Giocò un ruolo fondamentale nell’arte decorativa romana e divenne un simbolo della cultura e dello stile pompeiano. 

Questo pigmento, spesso chiamato terra rossa, deriva dalla presenza di ossidi di ferro nelle ceneri vulcaniche, che conferiscono al materiale il suo caratteristico colore rosso intenso ed è uno dei colori più pregiati e durevoli dell’antichità.

Il basalto, una roccia vulcanica effusiva, è noto non solo per la sua composizione e resistenza, ma anche per le forme geometriche uniche che può assumere. Queste caratteristiche rendono il basalto interessante sia in geologia che in architettura e arte.

Il basalto e le formazioni pentagonali sono fenomeni geologici affascinanti legati all’origine vulcanica di questa roccia. Il basalto è una roccia magmatica effusiva che si forma dal raffreddamento rapido della lava. In alcune particolari condizioni, durante il processo di solidificazione, il basalto tende a frammentarsi in colonne poligonali, spesso con geometrie esagonali o pentagonali.

Questa combinazione di geometria naturale e processi vulcanici conferisce al basalto una bellezza unica, facendolo apparire come una manifestazione naturale quasi perfetta di forme geometriche complesse.

4.

“Il segreto per raccogliere dall’esistenza la massima fecondità e il massimo godimento è – vivere pericolosamente! Costruite le vostre città sui pendii del Vesuvio!”

(Nietzsche, La gaia scienza)

Il vulcano, con la sua potenza distruttiva e al contempo creatrice, ha sempre ispirato poeti e scrittori in ogni epoca. Simbolo di fuoco, energia primordiale e forza della natura, il vulcano rappresenta un perfetto soggetto per esprimere emozioni forti, contraddizioni e riflessioni sull’umano confronto con il mondo naturale.

Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De’ tuoi steli abbellir l’erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de’ mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d’afflitte fortune ognor compagna.

Giacomo Leopardi, “La Ginestra o il fiore del deserto” – E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce, Giovanni, III

Le zone vulcaniche del mondo spesso ospitano milioni di persone, la Popolazione a Napoli è oltre 3 milioni di persone nell’area metropolitana. La città di Napoli si trova vicino al Vesuvio, uno dei vulcani più famosi e pericolosi al mondo. Anche l’area dei Campi Flegrei, una vasta caldera vulcanica, si trova nelle vicinanze. Nonostante il rischio vulcanico, Napoli e le aree circostanti sono densamente popolate, Attratta dalle risorse che essi offrono, nonostante i rischi significativi che le eruzioni rappresentano.

Un passaggio dal Viaggio in Italia del 1786 in cui Goethe descrive il Vesuvio:

Da “Viaggio in Italia” (descrizione del Vesuvio):

“Il Vesuvio è un colosso possente e maestoso, la sua presenza domina la città, silente eppure minacciosa. Non si può guardare la sua cima senza pensare alla furia che può sprigionarsi da quel cratere. Ma è questa la meraviglia della natura: distrugge e crea, e il Vesuvio, con il suo ciclo di eruzione e quiete, ne è il simbolo più potente.”

Il concetto di eterno ritorno di Nietzsche, come riferimento per riflettere sull'(in)abitabilità del nostro mondo, in particolare nel contesto delle imminenti eco-catastrofi come la sesta estinzione. Nietzsche tra amor fati, o l’amore per il destino e la profonda disperazione esistenziale per evidenziare la tensione con cui viviamo il tempo. L’immagine dell’eruzione dell’vulcano – una metafora sia per i sconvolgimenti naturali che ambientali – evoca l’imprevedibilità della vita e dei suoi cicli. In questa meditazione filosofica, l’oscillazione tra speranza e disperazione, gioia e sofferenza dell’esistenza umana. 


Bibliografia :

  • Misra Amit, Krissansen-Totton Joshua, Koehler Matthew C., and Sholes Steven, “Transient Sulfate Aerosols as a Signature of Exoplanet Volcanism” 2015
  • Giacomo Leopardi, “La Ginestra o il fiore del deserto” – E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce, Giovanni, III, 19, 1836
  • Domenico Calcaterra, Piergiulio Cappelletti, Alessio Langella, Vincenzo Morra, Abner Colella, Roberto de Gennaro, “The building stones of the ancient centre of Naples (Italy): Piperno from Campi Flegrei. A contribution to the knowledge of a long time used stone”, Journal of Cultural Heritage, 2000
  • Nietzsche Friedrich, “The Gay Science”, 1882
  • Johann Wolfgang Goethe, “Italian Journey”, 1817
  • Giovanni Gugg, “Vulcani: rischio Vesuvio, piano evacuazione sotto lente residenti”, 2014

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