Arte Fiera 2025
PHYSIS and RENDERING, Vincenzo Marsiglia, ph. Luca Perazzolo
PHYSIS and RENDERING, Vincenzo Marsiglia, ph. Luca Perazzolo

Vincenzo Marsiglia, l’a-temporalità delle matrici

Fino al 25 marzo 2023 VISIONAREA Art Space ospita Physis and Rendering, personale di Vincenzo Marsiglia, curata da Davide Silvioli con la collaborazione di Davide Sarchioni.

È uno slancio ardimentoso quello compiuto negli ultimi lavori di Vincenzo Marsiglia esposti a Visionarea Art Space, presso l’Auditorium della Conciliazione, nella mostra Physis and Rendering curata, con una pratica solerte a irradiare il lessico composito di cui si vertebra l’operato dell’artista, da Davide Silvioli con la collaborazione di Davide Sarchioni, e organizzata con il supporto della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, presieduta dal Professore Avvocato Emmanuele Francesco Maria Emanuele. 

L’esposizione raccoglie il binomio di visioni del digitale e del fisico-materico. Come l’atomo è in ogni organismo e in ogni forma immateriale, così l’UM (“Unità Marsiglia”) è l’ente fondamentale dell’universo estetico dell’artista da riconoscere in ogni sguardo rivolto verso l’esterno. La capillarità della ricerca e la permeabilità come illazione della configurazione generativa ed endogena, posta in nuce nelle due sfere, è restituita, con logica immantinente, dalla ritmicità tonale e morfologica che avvolge la predisposizione delle serie Fold e Star Stone sulla parete destra della prima sala. Consonanza che precipita nel dialogo con Shadows Stone, in cui l’ombra proiettata dalla totalità della forma suggerisce la compenetrazione tra il rendering e il mondo fisico. Si presenta come entità minore, scolpita dalla luce per negazione del soggetto che la proietta, e portatrice incorporea del non-essere. La sua espressione diafana, intangibile e alienante si sviluppa nel termine shadows che appare come possibilità di resa del volume anche nella progettazione del software render. La sua sagoma convoglia la percezione del visitatore verso il profilo acuto del modulo della stella, stagliato sulla superficie naturale dei materiali fisici del marmo e dell’alabastro. Al centro dei blocchi è visibile uno svuotamento della sostanza e della sua corporeità, quasi a voler indicare il concetto di sprofondamento, di infinitezza e di reiterazione che determina il cuore pulsante della geometria della stella a quattro punte, sia nel tangibile sia nel virtuale. Si può vedere oltre il corpo, in ambedue le dimensioni. Elemento essenziale alla fruizione è la luce che condensa forme, linee e superfici dei lavori presenti nel primo ambiente espositivo. I moduli nascituri si collocano in alcuni luoghi focali, all’interno del tessuto urbano romano, il cui volto appare trasfigurato in una direzione urbana “completamente diversa e reale, nel senso che chi vede il risultato avrà delle attenzioni diverse grazie a questa nuova tecnologia, anche il poter creare questa sorta di “pelle” riprodotta con Hololens ti dà un’attenzione diversa sia verso il monumento sia verso agli altri elementi che appaiono interessanti della città” – afferma l’artista.  Come indagine dell’inesplorato, l’attraversamento nell’Urbe propone, nella serie “Map (Star) the Word Photo”, infatti, nuove visioni, caratteristiche semantiche e significazioni. La stella, da elemento particellare della realtà, trasmuta in elemento decorativo, assorbendo diversi colori e dimensioni. Nella mutevolezza della UM è contenuto il principio etimologico della radice phyo e del relativo verbo phýesthai che delinea il nascere e il divenire in natura delle cose, nelle quali l’unità rimane uguale a sé stessa. Il digitale, nell’opera del nostro, recupera quanto affermava il filosofo Ernst Cassirer: «la “natura” del fondamento originario è tale che essa si disperde in una molteplicità di configurazioni particolari dell’essere e si traduce in essa, ma non vi si distrugge: si conserva in essa come un nocciolo immutabile». È evidente, nella ricerca artistica, la decadenza del limes che scinde l’interazione gnoseologica tra le diverse aree di conoscenza. L’impiego del dispositivo HoloLens 2, visore di ultima generazione a realtà mista e aumentata, permette la condizione di ibridazione tra specifici tratti della realtà circostante, fattori cromatici e volumetrici virtuali, e la loro presenza cinetica e astratto-geometrica.

Proseguendo il percorso della mostra, ci inoltriamo in una comunicazione che situa frontalmente i progetti su carta Canson, la cui intensità e saturazione della gamma cromatica sprigionata richiamano l’effetto della pellicola dicroica su plexiglass con cui è concepita la serie Modus #2. Si concretizza un effetto estraniante, in cui l’Optical Art si estende fino all’opera Star soft che, contrariamente, induce a una riduzione della distanza in prossimità della superficie tessile e invita il visitatore a una soluzione performante. Il buio della seconda sala è interrotto dalla fisicità di Prospect, in cui il grafismo della stella si nutre di un’ulteriore sperimentazione che introduce l’artifizio del neon in vetro di murano blu, in un’attraente architettura della luce, e da Star in motion hologram, opera 3D olografica e scultura fisica e dinamica che permette di vedere il materiale degli NFT esposti e che rende un’esperienza intangibile, concreta. Chiudono tre monitor che, per difformità di supporto e di resa artificiale con le altre opere nello spazio, accentuano un mutamento dalla psysis al rendering. Star in motion mountain implica, infatti, tre differenti inquadrature e momenti dello stesso video, per il quale l’artista afferma: «Ho realizzato questo video con il sound che interferisce sul movimento dell’intera opera: non è la parte visiva che interviene sulla musica, ma è la musica che interviene sulla parte visiva e dà questo muoversi particolare di sfarfallamenti e di effetti optical». Gli NFT si muovono come piccole navicelle prismatiche in corrispondenza dell’empireo. La loro immagine si frammenta in una miriade di pixel, “nuvola di punti” che è impossibile scomporre all’infinito, in quanto atomi di cui si appropria la realtà, secondo la fisica dell’atomatismo epicureo.  I new media digitali si fondono con soluzioni artistiche storicamente consolidate, stabilendo un rapporto atemporale.

PHYSIS AND RENDERING

Mostra personale di Vincenzo Marsiglia

A cura di Davide Silvioli con la collaborazione con Davide Sarchioni 

fino al 25 marzo 2023

VISIONAREA Art Space – Auditorium della Conciliazione, Piazza Pia, 1 Roma

Aperto dal martedì al sabato, ore: 12.00 – 19.00

Mail: info@visonarea.org – tel: 06 6889 22744

×