Vettor Pisani

Vettor Pisani un artista povero e famoso

Fino al 22 settembre, al CIAC di Foligno, la mostra di Vettor Pisani “Viaggio ai confini della mente” a cura di Italo Tomassoni

“Sono un artista povero e famoso” diceva di sè Vettor Pisani. Il suo nome era lo stesso del celebre ammiraglio veneziano del XIV secolo e per questo era già presente sui libri di storia. Ma egli era anche un artista eroico ed erotico, appassionato e passionale, visionario ed esoterico. La sua ricerca, assai varia e complessa, è sfuggita ad ogni possibile categorizzazione. Egli ha problematizzato il  presente in un insieme vastissimo di simboli e visioni, riconoscendo il mistero che si cela nell’esistenza, con l’intento non di svelarlo ma di preservarlo. Scultura, performance, collage, disegno, scrittura, vita stessa, ogni mezzo e linguaggio al vaglio della sua prolifica mente si sono trasformati in viatici escatologici e sapienziali. 

Nato a Bari nel 1935 – non a Napoli o Ischia, come ha detto, e neppure nel 1934 come ha spesso dichiarato per ragioni numerologiche – nel 1968 si è trasferito a Roma dando inizio ad una carriera eccezionale che nel giro di pochissimi anni l’ha portato alla vittoria del Premio “Pino Pascali”, alla partecipazione a Documenta 5 a Kassel – con l’opera “Lo scorrevole” presentata per la prima volta a Bari, unica occasione in cui ad attuarla è stato lo stesso artista e non una performer – e all’invito alla Biennale di Venezia nel 1976, la prima di sei. Ad alcuni parve un artista comparso dal nulla ma Filiberto Menna ben intese che, nel periodo precedente all’arrivo a Roma, Pisani aveva compiuto esperienze significative e soprattutto aveva letto i libri giusti, utili ad alimentare il suo fervido pensiero e a coltivarne la visionarietà. Un periodo quello barese indagato a fondo dall’ampia retrospettiva “L’Enigma e il Segreto” ospitata dalla Fondazione Pino Pascali tra novembre 2023 e aprile 2024. 

A stretto giro da quell’evento, con un passaggio di opere da un museo all’altro, ma anche con significative differenze, una nuova mostra ripercorre, fino al 22 settembre, il pensiero e la carriera dell’artista. La sede è il Ciac – Centro Italiano di Arte Contemporanea di Foligno, altra città cara all’artista e da lui assiduamente frequentata. Curatore della nuova retrospettiva è Italo Tomassoni, amico fraterno di Vettor Pisani e Gino De Dominicis (di quest’ultimo a Foligno si conserva la Calamita cosmica, opera iconica e monumentale) che dei due artisti, amici tra loro, conserva diverse testimonianze artistiche e documentarie. La mostra “Vettor. Viaggio ai confini della mente” indaga il pensiero dell’artista da molteplici angolazioni rivelandone la personalità audace e poliedrica. Come recita il titolo, tratto da un’opera di proprietà della Fondazione Morra, che recentemente a Caggiano, nel salernitano, ha inaugurato un intero museo dedicato a Pisani, la mostra conduce il visitatore sul margine del pensiero razionale, invitandolo ad abbandonare i consueti schemi interpretativi e a lasciarsi trasportare nel mondo pisaniano fatto di visioni e inquietudini. Cinquanta opere costellano il grande white cube del museo definendo un percorso non cronologico né tematico, ma astorico e conoscitivo, in linea con l’idea dell’Opus Magnum cara all’artista. Vettor Pisani ha adottato le forme del reale per oltrepassarne i limiti, ha scardinato il pensiero non annullandone i procedimenti ma estremizzandoli. Colto, raffinato, ma anche critico e sardonico, egli ha manipolato cultura alta e bassa dando origine ad un ensamble visivo totalmente nuovo, lontano tanto dall’effimero del concettuale quanto dal materialismo poverista, apparendo ancora oggi criptico, sfuggente ai comuni schemi interpretativi. I procedimenti del plagio o del “vero falso d’autore” sono stati per lui procedimenti attraverso cui l’uomo-artista si è riappropriato della storia dell’arte, del pensiero di chi lo ha preceduto o di chi lo ha affiancato – da Böcklin a Duchamp, da Beuys a Klein, fino a Pistoletto e De Dominicis – avanzandolo e proseguendolo in un percorso di scoperta che va oltre il razionale. In questa sfaccettata opera di conoscenza del modus cogitandi dall’artista la mostra di Foligno compie un passo ulteriore concentrandosi sulla sua attività letteraria, fino ad oggi poco indagata. Molte le opere significative presenti in mostra. Per citarne alcune: Agnus Dei del 1970 – tra le opere presentate in quello stesso anno nella personale al Castello Svevo di Bari – la Barca dei sogni del 2001, Piccolo scorrevole del 2011, anno in cui Pisani si è procurato la morte, forse estremo coup de théâtre ed ennesima sfida a De Dominicis, a se stesso, all’esistenza intera. Insieme alle opere la mostra presenta anche un’importante sezione documentaria, un file audio con la voce dell’artista e un video di Achille Bonito Oliva in cui il critico racconta la figura di Pisani fin dai tempi di “Contemporanea”, la mitica mostra del 1973 allestita nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese in cui Pisani presentò la performance Androgino. Carne umana e oro, tra i vertici del suo operare alchemico. Di quella storica azione la mostra esibisce per la prima volta le stampe a colori delle foto scattate da Mimma Pisani, moglie, sodale, finanche doppio e alter ego di Vettor, figura anch’essa meritevole di attenzione e specifico approfondimento.

  • Vettor Pisani

Vettor Pisani
Viaggio ai confini della mente
CIAC, Foligno
dal 9 giugno al 22 settembre 2024

×