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“Unveiling The Unknown” | Théo Viardin & Lou Jaworski alla Tempesta Gallery di Milano

La mostra Unveiling the Unknown, curata da Domenico de Chirico alla Tempesta Gallery di Milano, esplora la pratica artistica di Lou Jaworski e Théo Viardin, in un’esperienza visiva e sensoriale che conduce i visitatori alla scoperta di realtà nuove, mondi alternativi e diverse prospettive da cui osservare il mondo.

Inaugurata il 2 aprile 2025, l’esposizione in Foro Buonaparte 68 consiste in un dialogo tra due artisti che sfidano il concetto di realtà materiale attraverso approcci distanti e utilizzando media diversi tra loro. Le due pratiche artistiche, distanti ma complementari tra loro, sono accostate in una mostra che mette in dubbio la forma umana, la indaga e la esplora nello spazio e nel tempo. Théo Viardin adotta il mezzo pittorico per esplorare la figura umana. L’artista francese, classe 1992, vive e lavora a Marsiglia. Nelle sue opere compaiono sovente figure colossali, forme umane o umanoidi spiazzanti caratterizzate da pennellate gestuali alternate ad altre più delicate. I colori delle sue composizioni sono vivaci, carichi di potenza espressiva. Contrasti tra tonalità calde e fredde e tra l’intensità della pennellata sulla tela conferiscono alle opere del giovane artista francese una carica espressiva incisiva e un senso di inquietudine quasi tangibile.

I suoi dipinti dialogano con le opere scultoree di Lou Jaworski, artista polacco nato a Varsavia nel 1981. Quest’ultimo padroneggia un approccio post-minimalista nelle sue sculture essenziali. Le sue strutture sono realizzate con i materiali tra i più disparati, marmo, magneti in ferrite, grafite e addirittura meteoriti. Questi materiali così carichi di significato rappresentano la realtà materiale che ci circonda, dalla terra al cielo, passando per la realtà tecnologica che caratterizza il nostro presente grazie all’utilizzo di hardware da server rack, impiegato come struttura architettonica in alcune delle sue opere. Creazioni che si scontrano con il figurativismo di Viardin, posizionate in mostra di fronte alle pitture “biopunk” dell’artista originario di Parigi. Una scultura nerissima al centro della sala catalizza l’attenzione dell’osservatore, amplificando la potenza dei colori delle opere a parete di Viardin. Gli scenari essenziali e distorti di quest’ultimo si intrecciano con l’universo ancor più scarno e minimale di Jaworski, fatto di linee e simboli che esaltano il vigore espressivo di materiali pregni di significato per l’artista polacco.

La condizione umana è indagata dai due artisti con approcci dicotomici, apparentemente scollegati tra loro. “Unveiling the Unknown” nasce proprio dall’esigenza di far dialogare un artista che affronta la questione della percezione e della materia attraverso la decostruzione della stessa e un altro che svolge una ricerca a partire dai macrotemi della contemporaneità, quali la crisi ecologica, il digitale, le evoluzioni a livello scientifico, sociologico, morale (con un’estetica da film fantascientifico a metà tra il distopico e il cyberpunk). La domanda di fondo che sorge dopo l’osservazione di queste due ricerche complementari è: “Riuscirà l’essere umano a sopravvivere in una realtà sempre più in trasformazione?”. Come afferma Domenico de Chirico, curatore della mostra, nel testo critico che correda l’esposizione: “L’essere umano è costantemente chiamato a subire trasformazioni profonde, che lo conducono a integrarsi con ambienti sempre più complessi e inimmaginabili, mutando la propria pelle per fondersi con un mondo che diventa sempre più ibrido. Questo processo segna un momento cruciale nell’evoluzione della specie, un passaggio in cui l’individuo è costretto, per ragioni di permanenza, a rinnovare la propria relazione con l’esistenza. Una relazione, questa, che si reinventa e si adatta incessantemente, attribuendo nuovi significati alle cose, nel tentativo di preservarne l’essenza originaria”.

Il percorso visivo messo in scena dalla Tempesta Gallery affronta questioni spinose come la post-umanità, la convivenza sempre più ostile tra fisico e digitale, tradizione e avanguardia. Viardin e Jaworski sono stati selezionati per la mostra milanese in quanto le loro ricerche seguono proprio questi filoni narrativi e riflettono sulle possibili direzioni dell’esistenza umana nei prossimi anni, decenni, secoli. L’idea di unveiling, come sottolinea nuovamente De Chirico nel suo testo critico, nasce dal mito della caverna di Platone, in particolare vuole evocare il momento in cui i prigionieri escono dalla caverna e riescono a vedere nitidamente, per la prima volta, la realtà “autentica”. Ed ecco che le opere in mostra di Jaworski e Viardin assurgono a mezzi per liberarci da preconcetti e apparenze, per avvicinarci a ciò che non può essere toccato con mano ma che noi essere umani siamo in grado di cogliere se riusciamo a proiettare la mente oltre la dimensione del razionale e intellettuale. Unveiling the Unknown invita dunque a guardarsi dentro e intorno, stimolare i sensi e mettere in dubbio la nostra conoscenza e comprensione del reale.

La mostra rimarrà aperta fino al 13 giugno 2025 negli spazi della Tempesta Gallery.

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