Ulderico Tramacere – Nylon

Ulderico Tramacere con il ciclo fotografico NYLON racconta la tragedia della xylella che ha colpito gli ulivi di Puglia e l’identità di un intero territorio.

La terra di Puglia dignitosamente piange. Percorrere oggi le strade del Salento è un’esperienza drammatica, specialmente per chi quella stessa terra l’ha vista rigogliosa. Ieri come oggi a connotarla sono gli ulivi, veri e propri monumenti naturali e per questo tutelati dalla legge. Un tempo erano verdi e floridi, oggi appaiono spogli e bruni. La xylella li ha duramente colpiti e insieme all’economia ha minato l’identità di un intero territorio che in quegli alberi – e nell’oro liquido che da essi deriva – si riconosce, più di qualunque altra regione italiana che pure li contempla nel suo paesaggio.

Il fotografo leccese Ulderico Tramacere ha deciso di raccontare gli ulivi di Puglia, che insieme alla tragedia della xylella, anzi da ancora più tempo, vivono il dramma dell’espianto. Com’è noto, infatti, non sono pochi gli ulivi che in passato sono stati sottratti al loro habitat naturale per andare ad arricchire l’artificioso paesaggio di ville presuntamente signorili. Molti inoltre sono stati gli ulivi espiantati – per essere poi ripiantati – nell’agro di Melendugno, per fare spazio al progetto Trans Adriatico Pipeline (Tap), l’imponente gasdotto che dall’Azerbaigian arriva in Italia attraversandone il territorio per 33 chilometri. Tramacere ha scelto di raccontare il momento in cui gli ulivi, con chiome coperte da teli di plastica e radici avvolte in sacchi di juta, lasciano la terra, apparendo enormi arti recisi. Il fotografo tuttavia ha rinunciato al patetismo del momento per elogiare la solida dignità di questi giganti terreni, contorti ma sempre elegantissimi. Più che documentare ha celebrato, preferendo un approccio lirico al reportage. Il perdurante uso del bianconero, che conferisce atemporalità ad ogni scena, conferma tale scelta. “Un racconto vero e obiettivo non è possibile” ha detto l’artista, rivelando tutta la difficoltà di una presa di distanza. “La mia plastica – ha continuato – distacca, ma non nasconde. E le aberrazioni sono costitutive di ogni narrazione: io ne faccio una cifra stilistica, anziché credere nella pulizia di un’immagine che pretende di dire la verità”.

Con “Nylon” – questo il titolo della nuova serie – Tramacere conclude la trilogia “Film plastici”, iniziata nel 2016 con i progetti “Cellophane”, dedicato al dramma dei migranti alla frontiera greco-macedone, e “Pluriball”, sviluppato a partire dalle devastazioni del terremoto nell’Italia centrale. Cambiano i temi e le immagini ma il bianconero rimane, come anche l’escamotage visivo: celare per svelare, rendere protagonista ciò che appare velato per raccontarne la storia, esaminarne il dramma e celebrarne l’intaccata dignità. Fino al 30 marzo, la serie “Naylon” è ospitata a Milano, negli spazi dedicati alla fotografia d’arte dell’Università Bocconi. A presentare il progetto è Mia Photo Fair, in collaborazione con la A100 Gallary di Galatina, diretta da Nunzia Perrone, che da oltre due anni rappresenta l’artista e che già nel 2018 gli ha dedicato un solo show presso Wopart, fiera internazionale di Lugano dedicata alle opere su carta.

Già vincitore nel 2018 del Premio Ram Sarteano ed esposto a Milano l’anno successivo, presso Red Lab Gallery, il ciclo “Nylon” sottrae gli ulivi al dramma contingente per farne metafore di una natura svilita e manipolata. Gigliola Foschi, curatrice della mostra presso Red Lab Gallery così ne ha scritto: “Le fotografie di Tramacere compongono una sorta di inquietante e affascinante danza macabra; ci fanno avvertire il grido di dolore di una natura sempre più dominata dall’uomo ma, al contempo, ne fanno emergere la forza arcaica”. Tredici fotografie compongono il percorso espositivo ponendo lo spettatore al centro di una vicenda dalla quale non potrà mantenersi estraneo, avvertendo quel grido di dolore che da troppo tempo si eleva dalla terra salentina. Quello di Tramacere è un racconto basato sul binomio dramma-forza, nel quale all’aumentare del primo corrisponde il crescente manifestarsi della seconda, dimostrando una volta di più le nefaste conseguenze della condotta umana nei confronti di una natura che, pur soffrendo, riuscirà sempre a reagire conquistando una nuova stabilità. All’uomo resta solo da chiedersi quale sia il prezzo di questo adattamento e solo allora potrà riscoprirsi infinitamente debole, figlio di quella stessa natura che oggi consuma e offende.  

Ulderico Tramacere – NYLON
Bocconi Art GalleryUniversità Bocconi di Milano 
Fino al 30 marzo 2020
In collaborazione tra Mia Photo Fair, l’Università Bocconi di Milano e A100 Gallery di Galatina (Lecce).