Artissima 24
Traslochi Heimat S.r.l., Zazzaro Otto mostra personale con un testo di Bruno Barsanti, 2023, Installation view, ArtNoble gallery, Milan. Crediti fotografici Michela Pedranti

Traslochi Heimat S.r.l – Zazzaro Otto

Si è appena conclusa Traslochi Heimat S.r.l, mostra personale di Zazzaro Otto presso la galleria ArtNoble (Milano), accompagnata da un testo di Bruno Bersanti. La mostra presenta una selezione di opere ispirate al concetto tedesco di Heimat: una parola non direttamente traducibile e che indica la dimensione di appartenenza a un luogo, identificandolo così come “un luogo dove si parla la lingua degli affetti”. Qui un’analisi della mostra di Arnold Braho.

Esiste un’ampia nozionistica che raccoglie (o esclude) all’interno di dizionari, glossari, manuali e strutture di catalogazione, una vasta serie di dispositivi di violenza presenti in tutte le epoche della storia, mezzi di difesa e di offesa che hanno caratterizzato attivamente il conflitto in generale. All’interno di queste codificazioni è peculiare come il concetto di “arma” assuma un significato nettamente più ampio di quanto comunemente si creda, ripresentandosi — ad esempio nelle prime righe della prefazione del Dizionario delle Armi di Musciarelli del 1971 — non solamente sotto forma di macchine e strumenti, ma anche di strutture simboliche come “bandiera”, “stato” e “nazione”. Risulta chiaro quindi che questo sistema di codificazione linguistica e di interpretazione componga un reticolo di contrassegni, la cui analisi permette di porre estremamente in crisi tutto quel sistema di forze e controforze, che identificano la concezione e successiva spettacolarizzazione della violenza e delle immagini della stessa. Allo stesso tempo la storia dei dispositivi di disarmo ha avuto come effetto, sotto un punto di vista diametralmente opposto, la costruzione di gruppi sociali mantenuti nella posizione di essere indifesi, andando di pari passo con un controllo delle tecniche di difesa che cercano di stroncare le molteplici contro-condotte.

Heimat S.r.l, mostra personaledi Zazzaro Otto all’interno degli spazi di ArtNoble, tenta di analizzare attraverso macchine linguistiche connotate da un’estetica militare la dimensione dell’appartenenza a un luogo o alla propria terra d’origine, alla sensazione di essere a casa laddove si parli la lingua degli affetti: “Heimat”, ossia “casa” e “là dove si è”. Un’operazione che reinserisce la definizione di casa all’interno di un dizionario altro, in un panorama discorsivo contemporaneo che sembra avere più a che fare con sistema di cattura violento a cui doversi continuamente allineare e slacciare, che prende di mira il luogo dell’appartenenza ma anche gli affetti. Macchine linguistiche così caratterizzate dall’avere le sembianze di uno strumento di disarmo e di difesa attraverso il quale proteggersi, avendo al loro interno elementi piuttosto personali e identificativi di una relazione umana. 

Traslochi Heimat S.r.l., Zazzaro Otto mostra personale con un testo di Bruno Barsanti, 2023, Installation view, ArtNoble gallery, Milan. Crediti fotografici Michela Pedranti

SuperPleasureEmergencySofa (Il mio braccio per un divano), un grande divano mobile a quattro ruote, dai cuscini stringati a strisce blu e che sembra essere appena stato spostato da una geolocalizzazione all’altra, è il primo oggetto visibile in mostra. La sveglia digitale posta in cima ad una pila di libri, sul bracciolo sinistro del divano, è stata probabilmente appena azionata e segna lampeggiante le 00:00: nessun orario effettivo, nessun tempo se non la possibilità di qualcosa o un luogo a venire. Sul retro il mobile-casa è composto da una grande cassa di munizioni, ma non ci è dato sapere che cosa contengano e se siano un contrapposto intimidatorio. Di fronte al divano, è posto al muro Ovunque proteggi (1992), il disegno sfuocato e deperito di una casa fatto dallo stesso artista da bambino, come a voler tenere salda la memoria di un’immagine a cui aggrapparsi continuamente. 

Proseguendo la mostra l’archetipo dell’infanzia si ripresenta continuamente come una subalternità eversiva, una modalità d’essere sempre sul punto di venire catturata e corretta ma che sfugge continuamente sia nella sua formulazione concettuale sia in quella concreta e fisica, attraverso strumenti e dispositivi appositamente costruiti con elementi che ne permettono la mobilità o addirittura la fuga. Cinque bravi Helmettini (2023), caschi in bronzo per un “piccolo esercito di bambini” come definito dall’artista, sono posti a terra ordinatamente e rappresentano per il codice dei motociclisti un segnale di pericolo, ognuno di essi presenta le proprie cicatrici e allo stesso tempo insieme compongono una formazione pronta ad agire a qualsiasi evenienza. Dietro di loro uno strano ciclomotore composto da due casse di birra porta alle sue spalle, come una carrozza, una piccola casa che ricorda degli oggetti da campeggio o un piccolo circo; dietro di essa una cassetta contenente bottiglie di latte fresco e una scatola di cerali. I dont know how, but Im taller, it must be something in the water (2023) ha anche la peculiarità di essere un dispositivo da guerra, attrezzato di due cilindri simili a razzi e di altri oggetti più rudimentali come una falce e un’ascia. Queste opere ricordano, come l’immagine del bambino, un cronico inadattamento e inadeguatezza a qualsiasi situazione, una fuga lontana dal dover dominare qualcosa o qualcuno e come gli stills del film della Disney del 1938 Mickey’s trailer, presenti in quattro dipinti in mostra, compongono l’iconografia della produzione artistica di Zazzaro Otto. Il fotogramma di una casa senza fondamenta sempre in un atto potenziale, alla continua ricerca dell’immagine di una dimora capace di attivare nuove narrative piuttosto che consolidare quelle preesistenti, capace di distruggere l’illusione che lo spazio dell’esposizione sia uno spazio aperto e non codificato. 

Traslochi Heimat S.r.l., Zazzaro Otto mostra personale con un testo di Bruno Barsanti, 2023, Installation view, ArtNoble gallery, Milan. Crediti fotografici Michela Pedranti
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