Traslazione adriatica. Elio Castellana a 16Civico

Ci sono luoghi che hanno la capacità di trasformarsi in carta assorbente riuscendo a trattenere un ricordo che in un altro contesto sarebbe già stato dimenticato. In questi luoghi realtà vissuta e memoria storica tendono a confondersi diventando una cosa sola; qui il palinsesto di immagini, emozioni ed esperienze sensoriali, alimentano il “germe” della nostalgia. Coloro che sono chiamati a visitare tali ambienti subiscono un vero e proprio estraniamento perché non comprendono se ciò che stanno vivendo è reale o solo frutto di qualcosa che hanno già vissuto.

Elio Castellana si mostra maestro di queste logiche e riesce a rendere il déjà-vu una constante della sua ricerca creativa. Attraverso lo scatto fotografico e l’installazione site-specific lavora sull’alterazione dei ricordi provocando la sensazione di un’esperienza già vista in passato. 

Anche nella mostra presentata a Pescara, presso lo Spazio 16Civico, diretto da Christian Ciampoli, concepisce una scatola della memoria che si sovrappone agli ambienti della galleria mettendo in seria difficoltà il visitatore che crede di trovarsi in un luogo ma è proiettato da tutt’altra parte.

Traslazione adriatica, questo il titolo del progetto espositivo curato da Nicoletta Provenzano, apre finestre spazio-temporali sulle pareti della galleria. Il visitatore è quindi risucchiato da visioni “nostalgiche” che solo in apparenza appartengono all’ambiente usurato dello spazio espositivo. 

La dimensione “fatiscente” di 16Civico contribuisce, infatti, a destabilizzare il fruitore e gli interventi artistici di Castellana sembrano quasi “prendersi gioco” delle persone: i giochi prospettici e gli oggetti collocati negli ambienti si muovono tra esperienza live e frame documentativo. Il visitatore non sa se ciò che vede appartiene al qui ed ora o è soltanto una traccia di una memoria passata.

Volendo recuperare un riferimento storico-artistico di questa sensazione di a-temporalità o di dimensione sospesa, sicuramente la corrente del Realismo Magico è quella che potremmo dichiarare più aderente. Teorizzato negli anni ’30 del ‘900 da Massimo Bontempelli questo fenomeno evidenzia quel legame con la visione lucidamente attonita del reale. Castellana, anche se con un medium differente (fotografia e installazione), ricerca, come gli artisti teorizzati da Bontempelli, il senso del magico nella vita quotidiana, ponendosi davanti alla realtà con naturalezza e stupore di un bambino. Gli scenari diventano così immobili, incantati, immersi in una magica sospensione anche se spesso dall’effetto inquietante. 

A tal proposito scrive Nicoletta Provenzano sul testo critico che accompagna la mostra: «Un’atmosfera sospensiva e disorientante si impossessa dei luoghi, trasportando in un afflato lirico i frammenti di ricordi e i profili di un mondo domestico disperso in planimetrie e visuali contenute in una familiarità e intimità affettiva. In un dialogo di luce, di scambi ritmici e di conformità coincidenti nelle trasparenze luminose, che

sembrano incedere realmente sulle pareti e costruire nuovi sipari, diaframmi e linee simmetriche,  Castellana – prosegue Nicoletta Provenzano – restituisce alle immagini fotografiche una interiorità coloristica privata, segreta ed enigmatica, percepita e ricompresa in un gioco di raddoppiamenti tra piani incidenti e frontiere spaziali corrispondenti, rivelative di una mise en abyme alternante e vertiginosa».

Ad aiutarci nella comprensione delle logiche espositive adottate dall’artista pugliese lo stesso titolo della mostra: con Traslazione adriatica Elio Castellana ci spiega che ha semplicemente azzerato la distanza tra la sua abitazione di Brindisi e lo spazio 16Civico di Pescara compattando la costa adriatica su cui si affacciano entrambe città. 

La mostra, ad ingresso libero, potrà essere visitata fino al 4 giugno su appuntamento. 

Info: 16civico@gmail.com