Una stanza costruita all’interno di un’altra stanza, la quale, a sua volta, cela infine uno spazio intimo e prezioso. L’allestimento della mostra The Porcelain Room – Chinese Export Porcelain al quarto piano della Torre della Fondazione Prada a Milano è concepito secondo il concetto delle scatole cinesi, ciascuna delle quali offre visioni stravaganti.
Ogni ambiente è in grado di trasportare il visitatore in un viaggio nello spazio e nel tempo grazie al ricco corpus di oltre 1700 porcellane cinesi da esportazione esposte come in una wunderkammer a grandezza naturale.
La visione critica emerge non dallo sguardo che riunisce tutti i frammenti, poiché il senso dei frammenti non sta nella loro sommatoria ma nella loro configurazione – nel loro stare, singolarmente, gli uni con gli altri – restituendo un’immagine del contesto storico e culturale nel quale ciascuno è stato concepito. Si tratta delle porcellane cinesi realizzate tra il XVI e XIX secolo destinate a diventare uno dei primi manufatti con diffusione su scala globale – incremento avvenuto dopo l’apertura delle rotte marittime verso Est da parte dei portoghesi nel 1513 – declinate ad hoc per ogni segmento di mercato. Infatti l’abilità e la lungimiranza degli artigiani orientali si racchiude nel loro sapersi approcciare in maniera versatile e “glocal” dove la produzione e la lavorazione erano adattate ad un pubblico più vasto, producendo così una pluralità di linguaggi espressivi.

Particolarmente curiosa è la seconda sezione della mostra dove gli oggetti di uso quotidiano si trasformano in un “bestiario fantastico”: teste di bovini, galline, crostacei, e ancora ortaggi, frutta e composizioni floreali. Ogni prodotto sembra far parte del celebre libro Cabinet of natural curiosities del farmacista di Amsterdam Albertus Seba (1665-1736) in cui vi era la più strabiliante collezione di animali, piante e insetti di tutto il mondo. Qui le lavorazioni raffinate si fondono con universi culturali differenti e cedono il passo allo stupore, infatti l’intento delle ricche famiglie europee del XVIII secolo era di comporre straordinari servizi da tavola con lo scopo di intrattenere gli ospiti durante le cene.
Ma il tesoro più prezioso e sublime si svela al visitatore solo nell’ultima sezione di questa “camera delle meraviglie”; qui la porcellana perde la funzione originaria per la quale era stata concepita e si trasforma in elemento architettonico che viene accolto su tutte le pareti dorate della stanza, generando un’installazione che trasporta in una dimensione altra.

“The Porcelain Room – Chinese Export Porcelain”
A cura di Jorge Welsh e Luísa Vinhais
Fondazione Prada, Milano
30.1 – 28.9.2020