Tempo di Futurismo

Con la mostra romana sul Futurismo ormai alle porte, è tempo di catalogare i capolavori futuristi presenti in Italia, il più famoso dei quali è di sicuro la scultura di Boccioni Forme uniche della continuità nello spazio.

Forse non tutti sanno che Forme uniche della continuità nello spazio, la celeberrima scultura di Boccioni, di unico ha soltanto il nome. Dopo la morte dell’artista, ne sono stati realizzati vari esemplari, sparsi nei musei di tutto il mondo. Lo stato italiano ne possiede al momento solo uno,esposto presso la Galleria Nazionale della Calabria, terra natale di Boccioni. Fa parte della tiratura realizzata da Giuseppe Sprovieri e Carlo Bilotti, fonderia “Realizzazioni Roma S.r.l.”, in seiesemplari, avviata dopo il periodo coperto dai diritti d’autore spettanti ai discendenti dell’artista. Tutti gli altri bronzi sono stati fusi senza considerare i diritti d’autore di competenza del figlio di Boccioni Pietro e della di lui figlia Elena; la tiratura risulta pertanto l’unica in linea con la legge.

Tale scultura fu fusa poco più di un decennio fa; dovrebbe quindi essere la meno vicina al modello di Boccioni. Ciò nonostante, come ho potuto appurare dalla documentazione in possesso di Ala Marinetti, che ne ha autorizzato la fusione con la curatela scientifica di Maurizio Calvesi, la realtà è un’altra. Ma andiamo con ordine. Il progetto di realizzare una fusione di sei esemplari (4+2) da destinare alle istituzioni italiane a Nord, al Centro e al Sud è documentato da una lettera di Filippo Tommaso Marinetti al Podestà di Milano del 23 novembre 1933 (Segr. Gen. prot. 3715 del 2/12/33,Archivio Civico di Milano). 

Nel 1944, alla morte di Filippo Tommaso Marinetti, ereditano il gesso la vedova Benedetta e le figlie Vittoria, Ala e Luce, che nel 1952 lo vendono, riservandosi i diritti esclusivi per poter realizzare i bronzi previsti fin dal 1933. 

In presenza di discendenti e cessionari e nel rispetto della legge sui diritti d’autore riservati fino al 1986, Sprovieri e Bilotti stabiliscono di realizzare i bronzi solo dopo tale data. Le eredi Marinetti autorizzano la tiratura con ratifica notarile. Non essendo più disponibile il gesso primario, già rovinato e ricostruito in gran parte dal Senigaglia, viene utilizzato il calco in gesso ricavato dal bronzo di Marinotti, a sua volta tratto dal gesso primario quando era ancora integro: le fusioni ricavate da tale gesso dovrebbero essere quindi le più aderenti alla forma modellata da Boccioni.

Questo calco risultava in possesso di John Stanley Allen, come documentato in una lettera del 27.6.1970 a Claudio Bruni di Paolo Marinotti, che rivendicava la proprietà del calco rimasto a Bruni-Allen e mai restituito; nel contratto del 14.4.2005 tra John Stanley Allen, proprietario del gesso di Marinotti, e Roberto Bilotti n. q. procuratore di Carlo Bilotti (Repertorio n. 50685 8.6.2004 Notaio Giancarlo Mazza, Roma) e in quello del 19.6.2011 tra Allen e Vincenzo Bilotti, subentrato al fratello Carlo deceduto nel novembre 2006, si confermava la volontà di realizzare le fusioni  in accordo con le eredi Marinetti con l’obbligo di consegna ai musei di Calabria e Roma. 

Il 28.11.2012 il bronzo n. 2/6 Realizzazioni Roma S.r.l. è stato donato alla Galleria Nazionale di Cosenza. 

Il 9.3.2023 il bronzo n° 3/6 Realizzazioni Roma S.r.l. è stato consegnato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nelle more di definire amministrativamente la donazione. 

La tiratura ha un pedigree di tutto rispetto: 

– autorizzazione preventiva delle eredi Marinetti ratificata da Ala Marinetti con convalida notarile consuntiva;

– Maurizio Calvesi, supervisore scientifico della tiratura, l’ha schedata e pubblicata nel Catalogo Generale 2016 a p. 452;

– Achille Bonito Oliva l’ha pubblicata in “La Grande Visione Italiana” p. 78 e 79;

– Rosalind McKever ne parla in “Posthumous Art, Law and the Art Market, The Afterlife of Art”, New York 2018 p. 136: “Bilotti”, afferma, “ha completato tardivamente l’ambizione di Marinetti di vedere un bronzo di Forme uniche nella Calabria natale di Boccioni”.

– il Decreto ministeriale n° 77 del 15 maggio 2013 – Ministero per i Beni e le Attività Culturali la n° 2/6 l’ha dichiarata di “interesse particolarmente importante”;

– figura nel Catalogo Generale dei Beni Culturali cod. di catalogo Nazionale n° 1800178047numero d’inventario 2072 – 2013; 

– è stata esposta all’ONU quale simbolo italiano dopo essere stata esposta dalla Farnesina nei musei di Osaka, Singapore, Tokyo, New Delhi, Seul, Città del Messico

Vale infine la pena osservare come le disposizioni di Filippo Tommaso Marinetti del 1933 non siano state attuate dalle istituzioni ma da privati, che con spirito civico hanno garantito alla collettività italiana e allo Stato i due esemplari boccioniani.

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