Frammenti di paesaggi, transizioni di luoghi e fluide trame tessute dalla loro traccia nello spazio rivelano un certo modo sensibile di percepire l’avvicendarsi di istanti e la forza plastica del tempo. L’azione evocativa e ingannevole di luce e memoria è dichiarata dal susseguirsi di segni in grafite e immagini fotografiche che, retroproiettate dall’interno verso l’esterno attraverso la vetrina della galleria, definiscono, nel loro manifestarsi ciclicamente, i confini di un mondo altrimenti impalpabile, solo percepito e privo di coordinate definite. Un mondo sfuggente, dunque, che tuttavia l’artista coglie e intrappola con il paradosso di un’azione impossibile di sospensione e conservazione degli istanti.
Quello osservato è un contesto in divenire modulato dai confini variabili di luce e ombra in cui elementi marginali del paesaggio, trasformati in allegoria del reale e astratti da esso, diventano meridiane; la loro impronta immateriale, nel suo transito ostinato, si fa scrittura effimera capace di raccontare la mutevolezza e l’inganno del presente agendo sulla materia e componendo nuovi volumi. La luce e i contrasti da essa determinati assumono così, ancora una volta, il ruolo primitivo di scandire il ritmo del continuo accadere rispondendo alla necessità primigenia di definire un ordine nell’oscurità del dipanarsi.
Il mare che agisce e preme alle spalle della macchina artistica sottolinea la complessità del tempo, ne amplifica il rintoccare e ne suggerisce un’ulteriore misura; contribuisce dunque a definire un intricato dialogo tra gli elementi che assieme restituiscono un senso stratificato del reale.
La severa e nuda architettura diventa dispositivo di osservazione dell’impossibile, parte e custodia di un meccanismo di sospensione e ciclicità di pochi attimi paradigmatici dell’avvenire e dell’avanzare del tempo. La struttura interna, intima quinta celata allo sguardo, è luogo di creazione illusionistica e sala di proiezione di presagi, suggestioni e chimere. Dall’esterno, attraverso lo spiraglio consentito all’osservatore, si fronteggia così l’archetipo dell’esistenza tutt’altro che ordinata e quieta, ma, al contrario, sempre colta in un rimescolarsi perpetuo e in un inevitabile moto.
Antonio Marchetti Lamera – Teatro d’ombra
a cura di Roberto Lacarbonara
Fino all’8 agosto 2021
Mostra visibile 24/24 h
Exchiesetta, vico Santo Stefano, Polignano a Mare (BA)
Info : +39 3332225445 / www.exchiesetta.it
