L’esposizione di Tatiana Trouvé è stata organizzata in contemporanea a quella di Thomas Schütte a Punta della Dogana ma, a differenza di quest’ultima, resterà aperta per un periodo più breve e si concluderà il 4 gennaio 2026. I due eventi espositivi sono accomunati dal medesimo concept: presentare contemporaneamente due grandi mostre retrospettive, il primo grande debutto espositivo in Italia per i due artisti, attraverso un’organizzazione coordinata.
La mostra a palazzo Grassi è una riuscita co-curatela di Caroline Bourgeois e James Lingwood, che hanno collaborato in sintonia con la stessa artista nelle fasi ideativa e realizzativa, creando un evento immersivo che ricorda in parte quello proposto pochi anni prima al centro Pompidou. L’esposizione personale dell’artista italo-francese riconfigura gli spazi del palazzo veneziano in ambienti reinventati che offrono un cammino esperienziale, attivando un rapporto dialettico tra spazio e tempo, realtà e immaginazione, passato e presente, conscio e inconscio. La mostra si configura come un percorso attraverso differenti dimensioni, dove sculture e installazioni site-specific -tra cui lavori mai esposti, concepiti per interagire con gli spazi di palazzo Grassi- si mescolano a disegni di grande formato, in un costante rimando tra vero e immaginario. Si tratta di un allestimento dinamico, articolato in una sequenza ordinata con cura che, pur apparentemente lineare, nasconde una serie di deviazioni, giocando così con la percezione del visitatore che viene intrappolato in un labirinto, in cui gli oggetti si trasformano in silenziosi testimoni del tempo, depositari di sogni, ricordi e visioni.




Untitled, 2017. Matita nera e candeggina su carta incollata su tela, 153 x 240 x 3,5 cm, Pinault Collection
Untitled, 2013. Matite colorate, candegina e rame incollato su carta incollata su tela, 153 x 240 x 3,5 cm, Pinault Collection
L’artista con il suo stile complesso e ricco di livelli interpretativi, indaga su temi come la memoria e la temporaneità, invitando i visitatori a smarrirsi in un dedalo di richiami onirici e visioni speculative. Accatastati con estrema semplicità, una serie di oggetti quotidiani segnati da tempo trasformano lo spazio museale. Pervase da un senso di sospensione, le opere sono spesso caratterizzate da una dialettica tra ciò che è concreto e ciò che non lo è. Ci invita così Trouvé, attraverso il suo stile ricercato e poliedrico a esplorare mondi che si intersecano e si sovrappongono, generando un continuo gioco di spaesamento e scoperta; propone un’esperienza sensoriale e un esperimento concettuale relativo alla dilatazione dei tempi, che conduce a una riflessione sul valore dell’essenziale.


La mostra si presenta come una meditazione sul nostro rapporto con la memoria, il tempo e la percezione; non fornisce risposte predefinite, ma stimola il pensiero e accende la fantasia. Lo spazio espositivo si trasforma in un ambiente immersivo che invita il pubblico a smarrirsi per riscoprire nuove esperienze, proponendo una rilettura originale del nostro vissuto, uno sguardo oltre l’apparenza degli oggetti e un approfondimento del loro misterioso e affascinante significato nascosto. È un viaggio ineluttabile e straordinario che solo l’arte sa offrirci.


Rimane memorabile l’improvvisazione solista di Warren Ellis, presentata nell’atrio di Palazzo Grassi durante il giorno inaugurale della mostra, dove il famoso violinista attraverso una performance autentica è riuscito a interpretare magnificamente l’idea di disorientamento, diffuso dall’imponente installazione presente nell’atrio del palazzo, arricchendo così la dinamicità l’immersività dalla mostra.