Vistamare

Suoni da un’altra stanza | Galleria Vistamare celebra i suoi primi vent’anni di attività

Le sale di Vistamare a Pescara ospitano una mostra che ripercorre le relazioni e i progetti realizzati dal 2001 ad oggi

Cosa costruisce una galleria in vent’anni di attività? È quello che suggerisce il coerente percorso ideato da Alessandro Rabottini in Suoni da un’altra stanza, che non è una mostra di mostre, bensì una storia di incontri e di condivisioni di cui il luogo stesso è stato artefice. All’interno degli ariosi volumi di questo spazio troviamo i dialoghi fra dodici artisti, in alcuni casi inediti, che delineano un racconto.

Il primo riflette sul suono e la sua manifestazione visiva: Diapason #2 di Mario Airò, che assembla cinque lunghi diapason alla carta assorbente impregnata di colore, è accostata a due fotografie di Armin Linke. Una ritrae sua moglie, mentre accorda un’arpa storica, e l’altra l’interno di una camera riverberante. Una corrispondenza di astrazioni efficace, creata tra le silenziose frequenze acustiche e visive del primo, e le qualità sensibili del secondo.

La luce è centrale nelle successive osservazioni, generate da due artisti che con differenti processi tecnici, interpretano la stessa immagine. Essa ritrae un gruppo di bambini in un luogo di cura, davanti ad una fonte luminosa centrale, mentre indossano degli occhiali protettivi. Linda Fregni Nagler destruttura lo scatto iniziale, sia dal punto di vista cromatico, portando in evidenza la grana della fotografia, sia dal punto di vista compositivo, staccando le lampade, che appaiono ora solitarie, e conferendo ai personaggi un’aura misteriosa. La luce è il perno della corrispondenza, a cui rimandano le magnetiche pupille di Polys Peslikas, che fronteggiano gli occhi nascosti dei bambini, in una sequenza la cui cromia concentrica di bianchi e neri evoca galassie sconosciute.

Nella sala adiacente si esprime un confronto sui sistemi di rappresentazione, con i ritratti della serie Transiti di Mimmo Jodice e le opere di Haim Steinbach: un’esplorazione della sottile traccia che separa la presenza reale dalla sua immagine. L’accostamento dei lavori consente all’osservatore di comprendere da un lato la transizione evocata dai ritratti, che scorrono nelle cornici fra storia della pittura e fotografia documentaria, dall’altro una riflessione sul linguaggio stesso della rappresentazione, ma in modo più radicale. Steinbach studia infatti i rapporti e le potenzialità concettuali degli oggetti, e di come vengono presentati all’interno della galleria, uno spazio metafisico che isola e mette in scena, attraverso strutture come la mensola e il piedistallo, trasformate ora in opere vere e proprie.

Il concetto di presenza ci guida anche nell’allestimento successivo, che immerge nella luce l’inedito dialogo tra quattro opere di Ettore Spalletti e due lavori a parete di Bethan Huws (A sign is a sign is a sign, 2021). La ricerca artistica del maestro è evidenziata con discrezione nello spazio, scandito dal volume delle sue cromie significanti, in un clima domestico in cui l’osservatore viene subito accolto. Il silenzio e la dimensione intima li ritroviamo nelle vetrine per annunci, interpretate dall’artista inglese in chiave esistenziale, collegando i colori dei ciottoli inseriti all’interno alle sfumature tattili di Spalletti. La riflessione è sull’idea di tempo che scorre, come naturale azione levigatrice della scultura, parallela a quella dell’acqua che agisce sulle pietre.

Il linguaggio scomparso dalle vetrine di Huws è protagonista, insieme alla luce, nel discorso che unisce con immediatezza la pratica artistica di Rosa Barba e di Joseph Kosuth. La scultura filmica Color Clocks (Yellow) della prima cattura lo sguardo, con il movimento ipnotico della pellicola su cui è impressa la parola “yellow”, portando poi l’attenzione sul contrasto luce/buio creato dal neon di Kosuth. L’installazione luminosa riprende le prime parole dell’autobiografia di Vladimir Nabokov: “La culla dondola sopra un abisso, e il buon senso ci dice che la nostra esistenza non è che un breve spiraglio di luce tra due buie eternità”. La frase sintetizza i temi interdipendenti su cui i due artisti lavorano, stimolando una riflessione intensa sulla ciclicità del tempo e l’esistenza stessa.

Questa tensione visiva arriva fino all’ultima sala, in cui le installazioni diventano una messa in scena che, partendo dalla funzione di alcuni elementi d’arredo, crea un sistema di apparenze illusorie. I giochi di luce psichedelici del lampadario, catturati da Anna Franceschini in SPLENDID’S (2013), ci obbligano infatti a guardare sul soffitto, evocando sia l’oggetto, in realtà assente, sia le decorazioni colorate presenti sulle volte delle altre stanze. La curvatura dell’affresco filmico ci riporta poi all’incrocio fra le due pareti, in cui le cornici e gli specchi di Jan Vercruysse traslano l’illusionismo in senso pittorico, ma essendo vuoti ci proiettano in un enigma di contemplazione assoluta. La dimensione dello sguardo assume toni seduttivi nel dittico erotico con i due personaggi, che rimanda sempre alla sfera teatrale, in cui si incrociano ancora realtà e rappresentazione.

Attraversando ciascuno degli incontri proposti nelle sale della galleria si riesce a ricostruire il sistema di relazioni che uno spazio espositivo è capace di portare avanti nel suo percorso, con artisti e interlocutori, che contribuiscono ad ampliarne orientamenti e visioni. Lo spazio della stanza celebrato dalla prima mostra di Vistamare Camera Italia (2001), è da sempre emblema di molteplici valenze, che in Suoni da un’altra stanza sono state concatenate all’interno di un discorso nitido, che si focalizza sulla potenzialità del dialogo, evidenziandone diversi momenti.


Suoni da un’altra stanza
Mario Airò, Rosa Barba, Anna Franceschini, Linda Fregni Nagler, Bethan Huws, Mimmo Jodice, Joseph Kosuth, Armin Linke, Polys Peslikas, Ettore Spalletti, Haim Steinbach, Jan Vercruysse
a cura di Alessandro Rabottini
dal 27 giugno al 26 novembre 2021
Galleria Vistamare di Benedetta Spalletti
Largo dei Frentani 13 – 65127 Pescara
Orari: lunedì 9:30 – 13:30
martedì – venerdì: 10-13:30 / 15:30 – 19:30

vistamare.com