Mikayel Ohanjanyan, Legami #34 e #35

Stills of Peace Italia e Armenia

In distribuzione gratuita e scaricabile come pdf, Segno d’Abruzzo, è lo speciale della rivista Segno che esplora l’arte nei luoghi, nei borghi e nei musei d’Abruzzo. In questo articolo, Miriam Di Francesco, ci racconta la nona edizione di Stills of Peace and Everyday Life, la rassegna Internazionale di Fondazione Aria a Pescara e Atri

Cinque curatori per sette mostre dislocate su tre sedi espositive tra Atri e Pescara per la IX edizione di Stills of Peace and Everyday Life – Italia e Armenia curata dalla direttrice Giovanna Dello Iacono, dedicata all’arte e alla cultura contemporanea. Quest’anno l’incontro è tra artisti italiani e armeni che, dal 9 luglio al 4 settembre 2022, sono coinvolti nei diversi linguaggi di fotografia, scultura, pittura, performance, videoarte, installazione, fino alla programmazione cinematografica a cura di Pino Bruni nel cortile di Palazzo Acquaviva di Atri.

Un lungo filo rosso unisce le mostre che si dispiegano intorno a visioni contrapposte, talvolta affini, sul concetto di identità; un approccio dialettico che, mano a mano, va ad affievolirsi nella composizione multiforme di artisti che creano scenari complessi delle culture dei popoli. In questo modo, il visitatore è incoraggiato alla riflessione nella ricerca di una sintesi tra i temi proposti tra differenze e analogie. 

“Apparizioni, legami”, a cura di Antonio Zimarino, è la prima tappa di Atri nelle cisterne di Palazzo Acquaviva che meglio esalta la cornice storica dell’edificio con opere raffinate che combinano un profondo lavoro di ricerca e tecnica. Le sculture di Mikayel Ohanjanyan in pietra e legno sono cinte da cavi d’acciaio inox che uniscono la materia, compatta o frammentata, come legami durevoli tra persone. Per Ohanjanyan sono le relazioni umane e i legami che ne scaturiscono a determinare l’identità e la personalità dell’individuo. Al suo opposto, le opere di Ugo Giletta spaziano tra pittura, scultura, video in una spasmodica ricerca d’identità che mai si definisce; apparizione e scomparsa caratterizzano i volti indefiniti nella pittura ad acquerello o nelle sculture di cera. Tra i due artisti si inserisce “Sintesi aperta” del giovane artista Apo Yaghmourian, una terza via percorribile, frutto della contaminazione e del multiculturalismo delle nuove generazioni capace di rigenerare antiche culture in nuove identità, trasformando gli scarti della produzione di cappelli in opere d’arte che richiamano alla memoria oggetti della realtà contadina.

Gli aspetti politico-sociali sono al centro di “Cannibals, Kings and Gifts”, a cura di Eva Comuzzi, nel dialogo per affinità tra Spartak Khachanov e Tommaso Sandri attraverso opere di denuncia e protesta dei conflitti e delle loro conseguenze. Khachanov prende spunto dalla sua condizione di rifugiato e artista in esilio per realizzare opere provocatorie, Sandri predilige il gioco facendosi portavoce delle istanze delle vittime dei conflitti. Gli artisti si servono di materiali quotidiani: Sandri con rotoli di carta, disegni, appunti, fotografie, mette in scena il suo viaggio nei campi profughi, Khachanov con semplici piatti come nell’opera “Impersonal” porta l’attenzione sul dramma dei rifugiati senza identità. Per entrambi, l’aspetto più interessante risiede nella storia umana, nel racconto personale che si cela dietro ogni opera e nel lascito pieno di speranza. Come “regali” Khachanov dona “Cocoon”, una produzione interattiva che seleziona le immagini dei monumenti del mondo protetti dalla sabbia, mentre Sandri porta in dono le riconnessioni tra genitori e figli separati dai conflitti.

Il percorso espositivo di Atricontinua a Palazzo Cardinal Cicada, a pochi centinaia di metri da Palazzo Acquaviva con …e l’angelo si è scordato di te, a cura di Mariano Cipollini, con le opere di Gianluca Chiodi, Liana Ghukasyan, Juan Del Prete, la performance di Giuseppina Piunti (soprano), Matthias Ludwig (baritono), Alex Ricci (musicista) Sonya Orfalian (scrittrice). Dal confronto tra due o tre artisti, la mostra si arricchisce di più visioni partendo da Atri e arrivando fino al Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara. Afferma il curatore Cipollini: “Spazi esterni, volumi architettonici differenti per connotazioni stilistiche e dislocazione geografica, sono solo mezzi necessari per fare delle diversità narrative il terreno fertile per potenziare le differenti esigenze espressive degli artisti”. Il desiderio e il corpo intesi come cifre identitarie dell’uomo divengono irriverenti nelle fotografie di Chiodi, nostalgiche e inquiete nelle pitture di Ghukasyan. Alla mostra si aggiunge il prestito di circa quaranta opere di Del Prete provenienti dai depositi dei Musei Civici di Palazzo d’Avalos e della Scuola Civica di Musica di Vasto come ulteriore voce sul tema dell’identità, perduta e ritrovata, che non si vuole dimenticare.

Le ultime mostre che chiudono la rassegna sono dedicate alla fotografia: Qui è come Altrove di Nazik Armenakyan, Ani Gevorgyan, Zaven Khachikyan, Aram Kirakosyan e Armenia, un giorno qualunque di Giovanni Iovacchini, a cura di Paolo Dell’Elce. Ogni opera, benché realizzata da artisti diversi, mantiene la stessa poetica di fondo nel catturare i piccoli gesti delle persone comuni nei luoghi in cui vivono. Sono immagini rivelatrici di spaccati di vita quotidiani in cui il visitatore è invitato a riconoscersi ed entrare in empatia con l’altro. Nel titolo Qui è come Altrove è racchiuso non solo il senso della mostra curata da Dell’Elce, ma il senso dell’intera rassegna, un’identità che si compone di frammenti quotidiani e si costituisce per differenza dall’altro da sé, e proprio per questo, rende ogni individuo simile all’altro. 

Merito della rassegna, per la prima volta ospitata al Vittoria Colonna di Pescara, è di aver riaperto le porte di un museo che, seppur non in linea con gli standard museali attuali, ha sollecitato la memoria degli abitanti legati per varie ragioni alla sua storia, sollevando la questione sulla sua riqualificazione. Ricorda Montale a cui si ispira la mostra Qui è come Altrove: “Se mi rileggo penso che solo l’identità regge il mondo, lo crea e lo distrugge”, come accade per una parte d’identità di Pescara e dei suoi abitanti racchiusa nel Vittoria Colonna che richiede a gran voce di essere riportata alla luce.


Venerdì 19 agosto ore 19.00 continuano le “Visite in musica” al Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna di Pescara. Questa volta il giovane pianista coinvolto è Gabriele Castelli, nato negli USA nel 2000: vincitore del primo premio alla Crescendo Internationl Music Competition, del secondo posto al Concorso Bruno Bettinelli e del Premio Martucci nel 2021. Presenterà una selezione di composizioni di Chopin.

Lunedì 22 agosto ore 19.00 ad Atri il curatore Antonio Zimarino accompagnerà il pubblico in una visita guidata alle mostre, con ingresso libero: un’occasione perfetta per conoscere da vicino il lavoro svolto accanto agli artisti quest’anno.
Sempre lunedì, alle ore 21.00 si concluderà la rassegna Cine Armenia, a cura di Pino Bruni, con la proiezione dei due documentari “Sulle tracce del popolo armeno” e “I figli dell’Ararat. L’avamposto”, rispettivamente di Giancarlo Cappellaro e Grazia Michelacci.

Mercoledì 24 agosto alle ore 19.00 presso il Museo Colonna di Pescara, presentazione del catalogo della nona edizione di “Stills of Peace: Italia e Armenia”. Insieme al Presidente della Fondazione Dante Marianacci e alla direttrice della Rassegna Giovanna Dello Iacono, vi presenteremo il lavoro svolto per racchiudure in una pubblicazione duratura il lavoro di avvicinamento fra culture di questa edizione di Stills of Peace. L’evento vedrà la partecipazione della soprano Chiara Tarquini e del pianista Raffaele Di Berto con un programma musicale di grande pregio.

Sabato 27 agosto ore 19.00 ancora musica nelle sale del Museo Colonna a Pescara, con l’esibizione del giovane pianista Virgilio Volante, classificatosi ai primi posti in vari concorsi internazionali Premio ‘Clivis’ a Roma, Premio ‘Mozart’ a Frascati, Premio ‘Note nel Borgo dell’Angelo’ a Boville Ernica, Franz Liszt Center International Piano Competition. Il programma da lui scelto vedrà l’esecuzione di classici di Beethoven, Debussy, Ligeti e Prokofiev: un’affascinante occasione per tornare a visitare le nostre mostre.