Quest’ultima edizione di Situ è stata organizzata da Perimetro fluido. Chi siete, di che cosa vi occupate?
Perimetro fluido in realtà è lo status identificativo delle modalità progettuali che applichiamo durante l’anno all’interno degli spazi e degli eventi Zona Blu; definizione scelta proprio per indicarne il carattere trasversale e labile con cui operiamo e con cui cerchiamo di valorizzare il nostro modo di fare e fruire l’arte, aperto, inclusivo e con confini invisibili, dove il concetto di classe o nicchia vuole demolirsi per alimentare uno spazio il cui perimetro mutevole è quanto più inclusivo sia nelle forme che nelle varie espressioni e discipline.
L’edizione di quest’’anno è stata, in primo luogo, una residenza. Potresti raccontarmi i lavori degli artisti coinvolti?
Quest’anno abbiamo avuto l’onore di condividere l’esperienza nella magnifica Chiaramonte Gulfi, insieme a un mix di giovani artisti internazionali provenienti da Italia, Austria e Messico; artisti incredibili oltre che simpatici e professionali!
I locali di Palazzo Montesano, sito storico in cui risiedono otto musei, hanno accolto parte dei lavori degli artisti coinvolti. A partire dalle esposizioni di Daniela Terroba Schlam con il suo progetto “Sueño Scaro” che ha oniricamente confessato tutti gli abitanti del paese, spostandoci all’installazione video “Chiese Chiuse” di Vincenzo Montefusco, passando sotto le architetture leggerissime e fluttuanti di Adina Bettega con il progetto “Akrillai” sino alle “Clouds” di lana sospese tra gli uccelli imbalsamasti nelle sale del Museo Ornitologico dell’artista Elias Franziskus Grüner.
Letizia Viola con la sua installazione pubblica “Lì ci siamo baciati” ha creato una piazza utopica costellata dai visi dei cittadini di Chiaramonte Gulfi, di cui ha fatto la personale conoscenza creando un archivio esclusivo dei volti dei cittadini che abitano e vivono il territorio. All’interno dell’Ex Museo dei Cimeli Storici Elisabetta Bottura ci ha catapultato verso una metafisica pittorica e installativa con il progetto “In un mare che non controllo, affioro qui”, in cui un faro direzionava lo spettatore tra i particolari dei corpi dipinti nelle piccole tele poggiati su assi di legno in un equilibrio precario; last but not least,Tina Sgrò ha adornato la sacrestia della Chiesa Madre. Oltre le installazioni degli artisti in residenza erano presenti lavori di artisti collaterali che hanno offerto ai chiaramontani la visione di diverse forme dell’arte contemporanea.
Gli artisti collaterali Simon Troger e Tamara Marino hanno esposto presso l’Ex Museo dei Cimeli Storici, facendoci riflettere sull’ incomunicabilità con il progetto “Emerec” (2023).
L’itinerario proseguiva con la scenografia immersiva per il “Teatro della memoria” (2023) ideato da Nicola Tineo presso il Teatro Comunale Leonardo Sciascia.
Immenso è stato infine il contributo portato dagli ospiti d’onore, che hanno accolto il progetto con entusiasmo: Ignazio Mortellaro con l’opera “Soffio che rompe l’osso” (2023) esposta al Museo dell’Olio di Palazzo Montesano e l’esposizione collettiva di video arte “Acscension” proposta dal gruppo Pylon presso il Teatro Comunale Leonardo Sciascia.
Per favorire l’accesso al mercato dei nuovi talenti, avete stabilito un premio: uno dei sette porterà in mostra la propria ricerca presso la “Ikonica Art Gallery” di Milano. Come si è svolta la selezione? Chi è il prescelto?
Innanzitutto, ringraziamo infinitamente il gallerista Andrea Colombo di iKonica Art Gallery, per il continuo supporto al progetto, che nei prossimi mesi ospiterà una personale in galleria di uno degli artist* della residenza. Questo ci onora e ci dà grande soddisfazione motivandoci a rendere sempre più ricca l’offerta e il ritorno professionale dietro alla residenza SITU.
Sarà egli stesso insieme al professore Domenico Scudero e il nostro team curatoriale, formato da Caterina Migliore e Francesca Rossi Minelli, Nicola Tineo e Benedetta Ruffino e le coordinanatrici Francesca De Chiara e Viola Lo Monaco a selezionare l’artista. Per quest’anno si aggiudicherà questo premio Adina Bettega, selezionata valutando il lavoro site-specific svolto durante la residenza insieme a tutto il percorso di ricerca che Adina porta con sé nella sua pratica.
Vi siete ormai fatti una certa esperienza nel rapporto con le amministrazioni dei comuni siciliani. Quest’anno come è andata?
Quest’anno abbiamo trovato un’amministrazione giovane e reattiva, propensa ad accogliere le novità e le sperimentazioni per il proprio Comune, quindi ringraziamo enormemente il vice sindaco Elga Alescio, l’assessore Giovanni Garretto e la ProLoco coordinata dal Sign. Lucio Molè che sono stati elementi fondamentali per lo svolgimento e la realizzazione dell’iniziativa.
Come hanno reagito i chiaramontani alla mostra? Che tipo di relazioni si sono stabilite?
Le reazioni di una piccola comunità che vive una quotidianità scandita da ritmi e abitudini lente, una comunità che assapora la vita, sono sempre di sincero stupore e di sana curiosità. A volte taluni si mostravano straniti dal modo di procedere degli artisti all’opera. Spesso alcuni di loro venivano a trovare i nostri artisti a lavoro curiosi di scoprire come sarebbe stata l’opera finita, seguendoli ogni giorno quasi come amici di lunga data. Quando, a lavoro concluso, si aprivano le porte degli edifici storici non facilmente accessibili come il Palazzo Montesano, permettendo ai cittadini di sperimentare in modo concreto quello di cui avevano sentito parlare e visto in corso d’opera, a prevalere era la meraviglia. Erano felici di vivere un’esperienza di cui, forse solo inconsciamente, erano stati partecipi: un’esperienza inusuale per i loro canoni artistici, ma colma di orgoglio e di soddisfazione.
Avete avuto occasioni di incontro anche con artisti e critici locali?
La Sicilia è piena di artisti, artigiani e maestri d’arte che conducono la loro esistenza ai margini di questo sistema artistico contemporaneo e portano avanti, a regola d’arte, la loro poetica in laboratori sconosciuti, distanti dai circuiti comuni; artisti che ogni anno abbiamo la fortuna di avere come attori e visitatori attenti e puntuali.
Abbiamo avuto l’onore di avere in visita attori del sistema artistico italiano contemporaneo che hanno seguito e apprezzato gli artisti di questa edizione, creando collaborazioni per i prossimi appuntamenti.
Anche l’anno prossimo ci incontreremo in Sicilia, o avete in programma qualche deviazione?
Mah, chi lo sa…?! Siamo nomadi per vocazione e voraci curiosi di luoghi insoliti.
Abbiamo già ricevuto alcune proposte per la prossima edizione, non solo in Sicilia; adesso ci prenderemo del tempo per riassettarci e iniziare con i prossimi eventi di Zona Blu a Milano, inaugurando l’anno con la partecipazione alla XIX Giornata del Contemporaneo promossa dall’AMA.CI e iniziando a progettare la quinta edizione di SITU Festival per il 2024. Siamo soddisfatti del percorso che stiamo costruendo e siamo fiduciosi che la nostra tenacia ci porterà dei meravigliosi risultati. Seguiteci e restate connessi per le prossime novità ;)!