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Postmasters annuncia il progetto “Postmasters 5.0”

Postmasters annuncia la chiusura dello spazio newyorkese di Tribeca ma anche l’avvio del nuovo progetto Postmasters 5.0.

Tribeca, una delle tre sedi newyorkesi della galleria Postmasters, chiuderà a breve dopo una lunga e sfavorevole battaglia legale causata dalla disputa sull’affitto da pagare aumentato conseguentemente alla crisi economica scaturita dopo la pandemia. Lo spazio di Tribeca, costruito da zero e casa madre di Postmasters dal 2013, è stato quindi sgomberato.

Tuttavia Postmasters sottolinea la propria volontà di continuare a contribuire alla diffusione della cultura nonostante le attuali difficoltà finanziarie. L’intenzione di proseguire la propria mission nasce per via dell’attenzione che la galleria ha potuto dare agli artisti emergenti e alle loro opere che attualmente stanno dando forma a nuovi modi di intendere l’arte e la cultura. Postmasters non è mai stata una galleria mainstream, né tantomeno si è mai piegata alle logiche del mercato. Per questo, i manager e tutti coloro che si occupano della galleria hanno in mente diversi piani per portare avanti un nome così prestigioso nel mondo dell’arte contemporanea.

In 38 anni la galleria Postmasters ha avuto quattro sedi permanenti nella città di New York: East Village, Soho, Chelsea e Tribeca. Purtroppo sembra oggi improbabile andare avanti con questo assetto, in un clima economico e sociale turbolento come quello statunitense. L’arte sperimentale, votata al progresso all’innovazione non sembra appetibile nell’ambito di un sistema che continua a sottostare a logiche di mercato che mettono il denaro al primo posto. E se i soldi rappresentano la misura del successo di una galleria d’arte sperimentale, come si può pensare che non ci siano ripercussioni sugli attori di questo sistema?

Da questa domanda nasce Postmasters 5.0 che, a detta dei promotori, sarà un progetto nomade. La galleria si sposterà e promuoverà una serie di progetti, riflessioni, mostre. Sarà una struttura non più fisica ma uno spazio itinerante. Il ridimensionamento della galleria non determinerà però cambiamenti per quanto riguarda la piattaforma digitale sugli NFT di Postmasters, che rimarrà online all’indirizzo www.postmastersBC.xyz, né per PostmastersROMA, che continuerà la propria programmazione di mostre pop-up e progetti speciali. Tra le mostre temporanee in programma, due sono già state definite e sono in programma per l’autunno: la prima sarà la straordinaria mostra su BarabasiLAB, che verterà sulla centralità della gestione dei dati come “nuovo realismo”; ci sarà poi la mostra presso la ZKM Karlsruhe, con un progetto multimediale su larga scala concepito dal collettivo formato da Jen Catron e Paul Outlaw.

Postmasters 5.0 attraverserà le città presso le quali esporrà le proprie opere, che a loro volta si adatteranno al contesto nel quale verranno presentate. La galleria statunitense ha infine espressamente richiesto al proprio pubblico di scrivere suggerimenti per lo sviluppo di questo ambizioso progetto, che mira ad avvicinare ancor di più i visitatori a quelle che sono le moderne espressioni artistiche, come ad esempio il digitale e gli NFT. Postmasters ha deciso di guardare alla crisi come fosse un’opportunità, ai potenziali rischi come fossero stimoli per puntare ancora di più su un tipo di creatività audace e senza precedenti. L’obiettivo dichiarato è di portare al riconoscimento artisti che “vedono le cose prima del tempo”. E’ questo che, secondo la Postmasters, definisce i grandi artisti. Ora non resta che vedere come queste idee verranno riproposte con format originali e in controtendenza.

La Postmasters è un modello di galleria che si distacca dal mainstream, ma che alla fine riesce spesso ad anticipare i tempi e portare sulla scena ciò che diventerà di tendenza negli anni a venire. Il progresso dell’arte passa anche per istituzioni simili che, grazie alla competenza di chi ci lavora, riescono a cambiare in qualche modo la storia e un sistema, quello dell’arte, spesso fossilizzato su idee desuete. Istituzioni che fanno sentire il pubblico parte di un mondo che altrimenti verrebbe percepito come alieno.

Se le gallerie vengono definite dagli artisti che espongono, possiamo affermare con certezza che la Postmasters è annoverabile tra le istituzioni più rivoluzionarie di un’epoca in cui il denaro e il mainstream dettano legge ed escludono il pubblico dalle dinamiche di sistema. Ora la palla passa alla Postmasters e a tutte le istituzioni che puntano ad avvicinare giovani pubblici di appassionati a nuovi modi di fare arte, anziché prediligere opere di artisti “appetibili” ma senza una ricerca innovativa che ne giustifichi la proposta.

Immagine iin copertina: Oskar Dawicki, Homage to Bruce Lee, 2003, (As installed in Postmasters Chelsea 2011)