Pillino The Wall

Pillino The Wall dal mare al muro – Castel Dragone Camogli

Intraprendente allegro esuberante coraggioso fiducioso tenace indipendente e sempre controcorrente. Un inguaribile curioso. Pittore da sempre, una vita piena quella di Pillino Donati, vissuta comunque al massimo, godendone ogni minuto, accettando i momenti difficili con uno sguardo sempre aperto e fiducioso al futuro. 
A suo stesso dire a soli 26 anni vantava l’esperienza di un quarantenne.

Tante attività diverse, successo in ogni campo, ma un unico grande amore, la pittura. Non poteva esserci artista più adatto al Festival della Comunicazione, lui che ha fatto del muro il suo medium emblematico. Ma stiamo correndo troppo. 

La voglia di essere indipendente lo sprona ad uscir presto di casa. La vita di mare, in mare e per il mare è un “must” per ogni camoglino doc, e lui indubbiamente lo è.

Si imbarca come Ufficiale di coperta. Rientrato dal Golfo Persico in maniera rocambolesca si trova al momento giusto al Covo di Nord Est, frequentato dal mondo sfavillante di allora tra cui Mina, Antoine, Ornella Vanoni, un De Andrè alle prime armi, e lui, giovanissimo, si trova lì a vendere dischi per un amico. Andava a ruba Je t’aime moi non  plus allora proibitissimo in Italia. L’esperienza lo sprona e decide di aprire l’Harrys Bar, e come star sceglie Charlie Bill il pianista di Neil Armstrong. 

Il locale microscopico nel cuore di Santa Margherita è a fianco dello studio di Novella Parigini che segnò un’epoca folle, baciata dalla fortuna. La Riviera è al massimo del suo splendore.

La pittura esige attenzione, e sempre irrequieto, lascia il mondo dorato per entrare in quello della finanza che scala fino ai vertici. Le soddisfazioni si moltiplicano ma a questo punto il suo primo amore chiede di diventare l’unico.  La finanza si aggiungerà così alle sue esperienze precedenti.  Lascia al massimo del successo, si deve a lui il lancio del leasing in Italia, per dedicarsi   finalmente in toto senza se e senza ma alla pittura, il fil-rouge della sua vita. La sua sete di avventura magicamente si placa. 

Ritrova il sé bambino, che a soli 5 anni ebbe i primi contatti con il mondo magico degli artisti che a Camogli non mancavano. La sua infanzia passò tra i colori dell’acquarellista  Raimondi,  di Romolo Pergola e Rubaldo Merello.  

Autodidatta ricorda la sua voglia di iscriversi all’accademia Ligustica, ma Raimondi stesso, vista l’originalità del suo lavoro, riesce a dissuaderlo. 

Il suo primo stipendio come ufficiale lo profuse in tavolozze e colori ad olio, invisi a sua madre, che consentiva a mala pena l’uso di colori ad acqua, o i pastelli a cera e trova un suo buco dove poter dipingere.

Le sue frenetiche attività non bloccarono il suo cursus artistico. I suoi paesaggi marini stregano un noto notaio che comprerà praticamente tutta la sua prima mostra tenuta alla Galleria L’Approdo di Camogli. Colleziona lusinghieri successi di pubblico tra un’esperienza lavorativa e l’altra. Intanto viaggia, tocca Tubingen, vive per qualche anno Parigi e a Milano. I suoi mentori Burri e Fontana, il primo che elevò la materia alle vette dell’arte e Fontana, che sa provenire da un sublime figurativo, con lo spazialismo lo improntano profondamente. Lo spazio oltre rimarrà nella sua pittura, ma inglobato nel supporto materico che diventa a sua volta una storia. La tela sparisce. Al suo posto una superficie di sua invenzione. L’arte è comunicazione. Lo spazio oltre diventa la breccia nel muro, il muro usato urbi et orbi in ogni tempo a partire dall’uomo delle caverne, diventa il suo medium privilegiato.  Il battesimo del nuovo capitolo della sua ricerca sarà in occasione di Italia 90 al Cenobio dei Dogi. Questa il “libro” che sta scrivendo tuttora. Artista della committenza, sulla scia dei grandi del passato, ha creato paesaggi prima e ritratti poi, sui generis, il più recente quello di Fiorello per il Festival della Comunicazione, ma nella sua “galleria” Che Guevara, Paolo Borsellino nel V anno della sua atroce scomparsa, sono potenti. I suoi interlocutori privilegiati gli architetti, uno per tutti Trompetto, che gli affidarono incarichi impegnativi, dal creare installazioni o interni come la reception della Mares di Rapallo cosa che gli permise di mettersi costantemente alla prova. E ora Pillino The Wall, il titolo della mostra è stato scelto dall’artista stesso.

Portato alle stelle dai Pink Floyd come simbolo dell’incomunicabilità, The Wall è dicotomico nella sua essenza, impedimento e comunicazione ad un tempo. Parla il Muro del Pianto, urlava il Muro di Berlino, colpisce il muro in informatica, lascia attoniti la Grande Muraglia Cinese, ma parlano i Balzi Rossi, la Val Camonica, Pompei con le scritte elettorali come oggi i graffiti, gli affreschi del chiostro di Santa Maria Novella, gli scarabocchi dei bambini, quelli degli innamorati ma anche dei vandali. Il muro resta il medium preferito oggi come ieri per l’immediatezza del messaggio. Pillino The Wall, la mostra dedicata all’arte come comunicazione, è il ben tornato di Camogli ad uno dei suoi artisti più amati che torna a casa dopo aver esposto in giro per il mondo. Parigi, New York, Hong Kong, Shanghai.  Lo accoglie nello scenario incomparabile di Castel Dragone dove i Pink Floyd sono i protagonisti dell’UnRoll, il progetto ormai simbolo di ARTOUROilMUST nel mondo.

Eclettico e instancabile tra le sue opere collocate all’esterno e all’interno di una struttura davvero unica è ora l’immagine radiosa di quel approdo forse cercato tutta la vita.

L’astuccio si è aperto

La mostra resterà aperta fino al 13 settembre in contemporanea con il Festival della Comunicazione
Castel Dragone Camogli
Orari dalle 17.00 alle 23.00 Domenica anche dalle 11.00 alle 13.00 
La mostra è a cura di Ellequadro documenti
www.ellequadro.com
ABC 360° MUSiAT Alice Bel Colle MUSeo Internazionale in progress Arte Territorio 

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.