Ci vuole coraggio nell’omaggiare i quarant’anni di una mostra concepita sull’effimero hic et nunc di 13 artisti colti nell’attimo di un passato che non avevano e di un futuro che non volevano avere. Ci vuole ancor più coraggio se la mostra in questione era curata da Francesca Alinovi nella città di Pescara entro cui, ancora oggi, bisogna farsi largo tra la coltre ispessita dalla cronaca nera.
La galleria Yag/Garage, curata da Ivan D’Alberto, ha abituato il pubblico a scoprire giovanissimi artisti emergenti, non senza balzi temporali di retrospettive e, per i suoi primi cinque anni di vita, sceglie di celebrare alla “maniera enfatica”, in memoria di quel movimento di cui la mostra Ora! nella galleria di Cesare Manzo, inaugurata il 12 dicembre 1981, ne rappresenta il suo spin-off. Da queste premesse, nasce Ora! Come allora | 1982-2022 dove l’assenza di progettualità nell’esposizione di opere di artisti poco più che ventenni fuori dai circuiti dell’arte “cadono addosso” al curatore, senza predilezione di linguaggio espressivo e si combinano alla celebrazione di Francesca Alinovi con i suoi scritti, cimeli e ricordi, dividendo in due lo spazio espositivo tra passato e presente.
Ora! presentava le opere di Lucio Angeletti, Ivo Bonacorsi, Gabriele Cavicchioli, Francesco Ciancabilla, Ignazio Di Giorgi, Gino Gianuizzi, Emanuela Ligabue, Andrea Taddei, Maurizio Vetrugno, Alessandro Zanini.
Come allora, gli artisti protagonisti di una personale alla Yag/Garage hanno lasciato, a loro discrezione, alcune delle opere che oggi fanno parte della collezione permanente della galleria, in mostra fino al 28 gennaio 2023. Martina Cioffi dona l’installazione Corpi (2018), una tela di grande formato collocata a terra, resa scura da movimenti e relazioni delle sfere di grafite tanto all’apparenza immobili, quanto mutevoli nella realtà. Fabrizio Simone con la scultura 8Hz (2018) e i due oli su tavola Senza titolo n.1 e Senza titolo n.2 (2019) richiama alla mente le prime sperimentazioni anni ‘80, pur differenziandosi dall’utilizzo di una diversa tavolozza di colori. Daniele Di Girolamo, sulla linea di galleggiamento del mare preleva delle canne sbiancate dal logorio degli agenti atmosferici e posizionate su un cubo di cemento armato consegna l’installazione ambientale Vinca il mare, vinca il cielo (2017) insieme a Inerte (2015) un fermo immagine video. Paradosso e antinomie visive caratterizzano la serie scultorea Corpi defunzionali (2019) di Iacopo Pinelli, mentre sul gioco dell’ambiguità si colloca l’installazione Fomastante (2018) di Matteo Messori che, con l’opera Antiforma (2018) pone il malessere di elementi organici che restituiscono la loro capacità distruttiva dell’umano. Manuel Tatasciore è presente in mostra con l’opera video Choco Late (2019) e Oblige la noblesse (2019), Alessandro Armento con Ancora, Contaminazioni, Espansione (2017). La produzione grafica di Marco Smacchia con Finisterre (2018) e Sulla precarietà (2018) si unisce al disegno surreale; tra arte e design si trova la serie Senza titolo (2020) di Francesca De Marinis; infine Acme (2019) di Nicolò Masiero Sgrinzatto è un’installazione multimediale sonora che segna un incessante movimento in cerca di equilibrio di una pallina di ping pong posta sulla sommità di un tubo di ferro.
Durante l’inaugurazione del 17 dicembre 2022, gli anni che intercorrono tra i due appuntamenti pescaresi si sono dilatati tra centro geometrico e nevralgico di un infinito presente dell’arte mescolata alla vita. Con la proiezione del film su Francesca Alinovi, I Am Not Alone Anyway (2017) di Veronica Santi, si è voluto ripercorrere le fasi di una ricerca oltre i confini accademici, in una militanza nell’arte che della commistione tra cultura “alta” e “bassa” ne ha fatto il suo tratto distintivo. Si è proseguito con il talk di approfondimento che ha visto protagonisti Ivan D’Alberto e Veronica Santi intorno al senso di riscoperta di Alinovi come brillante curatrice dallo spiccato intuito e lucida osservatrice della contemporaneità; in particolare, attraverso la scrittura di articoli e testi, molti dei quali non più in commercio. D’Alberto ha così pensato di invitare una libreria della città (Ubik) dove poter reperire gli esigui libri di e su Francesca Alinovi; ha affidato a Daniele Piccirilli, studente del Liceo Artistico Misticoni-Belisario di Pescara, la direzione artistica dell’evento serale dall’atmosfera anni ‘80. Il ballerino Salvatore Lecce, in arte Saza, ha realizzato la performance di breakdance con il dj-set della Serverissima Erbetter, mentre un set fotografico è stato allestito per gli ospiti che volevano immortalare quell’istante con amici e conoscenti.
Ora! Come allora | 1982-2022 non voleva essere semplicemente un appuntamento espositivo di opere d’arte, ma rispondere alla chiamata dell’arte con la vita nel ricordo di chi, come Francesca Alinovi, aveva reso la sua vita un’opera d’arte. Con coraggio, non si poteva che omaggiarla diversamente.