Partiamo al mattino dalla visita della mostra diffusa Seasons di Maurizio Cattelan che si sviluppa fra Bergamo città alta e città bassa come un percorso visivo con quattro nuove produzioni artistiche. Un’opera di recente produzione nella Sala delle Capriate del palazzo della Ragione (nuova sede estiva della Gamec), due nuovi lavori nella storica sede della Gamec e nel vicino ex oratorio di San Lupo e una installazione site specific in uno spazio pubblico all’aperto.
Nella sala delle Capriate del palazzo della Ragione troviamo la statua November che riproduce un homeless addormentato che si fa la pipì addosso, un opera che parla di una fragilità e di una ingiustizia sociale dei tempi moderni esposta proprio in un luogo dove in passato c’era un tribunale della giustizia.
Alla sede principale della Gamec si trovano un Hitler incappucciato No e una mattone con la scritta “Empire” racchiuso in una bottiglia di vetro, due opere che inquietano, forse anche a causa del colore rosso scuro delle pareti della stanza e che fanno porre delle domande nell osservatore, cosa nascondono un Hitler incappucciato e una ideologia intrappolata in una bottiglia di vetro?



Nell’ex oratorio di San Lupo in una sala non grande ma molto alta troviamo Bones, una statua raffigurante una grande aquila di marmo bianco spiaccicata a terra e con le ali spiegate, che ci riporta alla mente il periodo dei fasci di combattimento
Arriviamo infine alla rotonda dei Mille dove troviamo una scultura di un bambino con una maglietta rossa e pantaloni chiari a cavalcioni del monumento a Garibaldi. Un opera che ragiona sulla storia trasformando il monumento di un eroe in una immagine dal sapore domestico.


Le opere di Maurizio Cattelan come si evince dal titolo, fanno riferimento alle stagioni, al loro passaggio e al rinnovamento. L’artista vuole stimolare un pensiero sulla ciclicità della vita e della storia, sull’ascesa e sulla caduta dei valori e sulle trasformazioni della società.
Dopo questo primo giro lasciamo la città di Bergamo per dirigerci alla volta delle Alpi Orobie dove trovano i propri luoghi le installazioni di Pensare come una montagna. Arriviamo a Roncobello e, dopo un grazioso picnic, ci aspetta una camminata di circa 45min per raggiungere il passo del Vendulo dove è possibile vedere l’installazione Magnitudo di Francesco Pedrini proprio in un area nella quale è stato necessario abbattere degli abeti rossi contaminati si è creato uno spazio congeniale all’osservazione poetica del cielo. Si tratta di tre opere create con la comunità che permettono di vivere delle esperienze visive legate al cielo e al confronto con l’infinito. È infatti proprio la comunità che si prenderà cura insieme di questa idea per formare una forma come quella dell’infinito che ci appartiene un po’ tutti
Ripartiamo con direzione le ex miniere di Dossena dove troviamo l’installazione painting landscape Mine di Julius von Bismarck. Un dipinto del e nel paesaggio in cui il gesto pittorico dissolve il confine fra il soggetto ritratto e il supporto su cui è realizzato. Un trompe l’oeil rovesciato dove la tridimensionalità del luogo porta alla pittura di linee e tratteggi che creano un effetto bidimensionale.



Un itinerario artistico questo della Biennale che si snoda fra Storia e Natura con un filo comune che è la stagionalità degli accadimenti e della vita che ci ricorda che gli eventi e i drammi tornano ma allo stesso tempo ci porta a riflettere su come la visione di questi stessi eventi seppur ciclici può non essere la stessa perché il punto di vista dell’ osservatore nel frattempo potrebbe essere cambiato.