Dal 7 giugno fino al 26 ottobre 2025 la città di Bergamo, già capitale della cultura nel 2023, si conferma come riferimento imprescindibile per la creatività contemporanea presentando: il quarto ciclo de Il Biennale delle Orobie – Pensare come una montagna – che coinvolge le comunità del territorio, Seasons, la mostra diffusa di Maurizio Cattelan che comprende anche cinque opere in quattro sedi differenti, e la mostra EX. Di Andrea Cassi e Michele Versaci che guarda alla possibilità di poter realizzare una sede esterna della GAMeC sulle Alpi Orobie. “Pensare come una montagna” è il titolo di un testo di Aldo Leopold, considerato il padre dell’ambientalismo e della wilderness per aver compreso che la scomparsa della natura selvaggia potrebbe avere conseguenze catastrofiche per il pianeta. L’etica della terra e l’equilibrio dell’ecosistema sono una delle clausole per la nostra sopravvivenza.
La Città Alta e la Città Bassa di Bergamo ospitano una mostra diffusa di Maurizio Cattelan che non finisce mai di sorprenderci con installazioni che rimandano alla problematicità del presente e ai processi di trasformazione. One, il bambino a cavalcioni sulle spalle dell’eroe dei due mondi sulla Rotonda dei Mille, ha provocato qualche preoccupazione da parte dei cittadini, che, ignari dell’evento artistico, hanno chiamato il 112. L’installazione è una sorta di antimonumento che crea un cortocircuito memoriale tra la statua di Garibaldi e il bambino che sembra sparare in alto. Quale impresa vuole compiere e quale principio di unità richiama il ragazzino con quel dispositivo innocente? Forse un dialogo intergenerazionale, o forse la necessità assoluta di un disarmo in un presente storico carico di tensioni? Nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione, November, una scultura, a grandezza naturale di un homeless, in marmo statuario Michelangelo, ci invita, analogamente, a pensare mettendo a fuoco il tema della dignità di ogni uomo e la responsabilità nei confronti di chi non ha, talvolta, possibilità di riscatto sociale. In un salone con un soffitto a capriate degno di nota e con le pareti ricoperte di affreschi strappati da vari luoghi sacri della città e stralci di personaggi illustri ad opera di Bramante, la scultura è posizionata proprio davanti all’affresco della Giustizia che, sovrana, brandisce un’enorme spada.

Nicola Gnesi Studio


Per l’Oratorio neoclassico di San Lupo, Cattelan ha pensato ad un’altra opera, Bones, che ci riporta alla funzione cimiteriale di questo luogo, usato anche come ossario, fatto costruire nel 1734 dalla Confraternita della Morte su indicazioni dell’erudito bergamasco Ferdinando Caccia. L’Aquila, animale simbolo della montagna, ma anche del potere imperiale o comunque della sovranità e regalità sui popoli, non appare nella sua tradizionale postura gloriosa ma sbattuta a terra come se, anche le strutture del potere, siano richiamate a pensare che il fine ultimo è uguale per tutti: Bones. Quest’opera in realtà si ispira ad un discorso che Benito Mussolini fece agli operai della Dalmine che nel 1919 erano in “sciopero creativo” mentre la visione dell’aquila fu riproposta nel 1939 dall’azienda stessa per ricordare quel particolare momento. Anche NO (che è una rielaborazione di HIM) ed Empire, presentati nello stesso ambiente negli spazi della GAMeC, sono di grande impatto visivo e rimandano alle strutture del potere con le evidenti contraddizioni (atto della preghiera) e polarità (la volontà di potenza racchiusa in una bottiglia). Sono moltissimi gli eventi legati a “pensare come una montagna”, tra questi si segnala Spin and Break Free dell’artista argentina Cecilia Bengolea che spazia tra video, scultura e performance e, nel complesso minerario di Dossena, l’intervento di Julius von Bismark con un Landscape Painting, un dipinto del e nel paesaggio. Francesco Pedrini per la comunità di Roncobello ha previsto un nuovo punto di osservazione della volta celeste al Passo del Vendulo: osservatorio poetico del cielo.