Nascosto tra le dolci colline della provincia di Fermo si trova un tesoro culturale, la Casa Museo e il Centro Studi Osvaldo Licini, situato nel pittoresco e piccolo borgo di Monte Vidon Corrado, è un museo di provincia che racchiude un’enorme passione per la storia e l’arte contemporanea. Nonostante la sua modesta dimensione, infatti, questo museo si dedica non solo alla valorizzazione della vita e della produzione del Maestro del Novecento, ma si impegna anche ad esplorare e celebrare le espressioni artistiche del nostro tempo. Non a caso, il museo ospita attualmente la mostra personale Paolo Delle Monache. Dialoghi, a cura di Nunzio Giustozzi e Daniela Simoni e in collaborazione con lo Studio Copernico di Milano e il Comune di Monte Vidon Corrado.
La mostra si sviluppa su diversi ambienti, tra le sale del centro studi e la cantina seminterrata dell’abitazione del pittore marchigiano. Lo spettatore viene, così, catapultato all’interno di un’atmosfera onirica e metafisica, prodotta non solo dalle sculture di volti algidi e diafani (solitari o in composizione: alcuni sembrano dormire, altri hanno uno sguardo assorto, altri ancora di sufficienza) e frammenti corporei inquietanti, ma anche da una disposizione delle opere non convenzionale fatta di percorsi quasi tortuosi e angoli inaspettati, che creano un senso di esplorazione e di scoperta di una realtà altra, sospesa nello spazio e nel tempo.


La creazione di una percezione quasi disorientata nello spettatore e l’utilizzo degli spazi nei quali le opere sono integrate in modo congeniale elevano la mostra al limite di una installazione immersiva a tutto tondo, superando la semplice esposizione di sculture. Il “dialogo tra contenitore (il luogo) e il contenuto (l’insieme delle opere)”, che Paolo Delle Monache stesso scrive di voler comporre all’interno delle sue mostre, si può dire sia stato instaurato in modo incisivo, creando un’esperienza di contemplazione solitaria che stimola l’osservatore a interrogarsi, a scoprire nuovi significati e a sperimentare una connessione personale con le opere stesse e innescando allo stesso tempo il dialogo tra opere e spettatore. Una condizione di solitudine interiore, “dentro la folla della città, ben accetta – la solitude inglese, e non la loneliness”, ci tiene a precisare Marco Meneguzzo nel suo testo all’interno del catalogo. “Abbandonate ogni speranza di totalità, futura come passata, voi che entrate nel mondo della modernità liquida”, così Zygmunt Bauman descrive la società post-moderna e l’esperienza individuale ad oggi composta di frammenti che si disgregano e ricompongono a ritmi serrati, in modo fluido e volatile. E queste sono le parole che vengono alla mente di fronte ai kafkiani assemblaggi di frammenti corporei, che l’artista sceglie di presentare in un insieme di parti separate a prima vista manchevole di equilibrio, evidenziando così la natura parcellizzata e la precarietà dell’identità umana stessa. Lo spettatore diviene, dunque, il vagabondo privo di radici teorizzato da Bauman e si trova a peregrinare all’interno di questa realtà trascendente senza stabilità, esattamente come il mondo in cui ora viviamo. Il senso di precarietà e fragilità identitaria è amplificato anche dall’utilizzo della terracotta per alcuni dei volti, nota in scultura per la sua debolezza contro gli urti. Allo stesso tempo, tuttavia, gli orfici titoli delle opere rimandano ad una dimensione cosmica Monade, a cui ritornare attraverso lo sprofondamento in sé stessi: Soffio, Animula, Sole, Vertigine, Stelle, Infinito, Luna, Orizzonte, Tramonto. È proprio su questo lirismo che si gioca il dialogo tra Paolo delle Monache e Osvaldo Licini. Nonostante le creature fantastiche del Maestro marchigiano (gli Olandesi Volanti, le Amalassunte, gli Angeli Ribelli) sfocino spesso in un surrealismo, fatto di numeri alchemici e linguaggi misteriosi, in cui lo scultore non cade mai, i temi dell’erranza, dell’ineffabilità e la retorica religiosa dell’aspirazione al trascendentalismo rivelano come lo Delle Monache riconosca Licini tra i suoi numi tutelari. È doveroso, per concludere, menzionare il gruppo inedito modellato appositamente per la Casa Museo Osvaldo Licini. L’installazione site-specific non solo è ovviamente inquadrata all’interno dei vari dialoghi, opere-luogo e opere-spettatori, ma è anche indice di un’operatività innovativa da parte di una piccola realtà museale di provincia, che non solo si fa conservatrice dell’eredità di Osvaldo Licini, ma diviene anche fautrice dell’arte contemporanea.



Immagine in evidenza: Da destra a sinistra: Immaginario (1999), Albero delle lune (2004), Sogno (1999), bronzo. Ph. Giuseppe Mandato.
Paolo Delle Monache. Dialoghi
a cura di Nunzio Giustozzi e Daniela Simoni
dal 6 Maggio al 25 Giugno 2023
Centro Studi e Casa Museo Osvaldo Licini
Piazza Osvaldo Licini, 5, Monte Vidon Corrado (FM)
orario: sabato e domenica dalle 16:30 alle 19:30
ingresso a pagamento
per info e prenotazioni: 3349276790.