Un ambiente asettico e forme indefinite accolgono lo spettatore che si accinge ad entrare presso la galleria MONITOR di Roma dove è visibile la seconda personale di Oscar Giaconia dal titolo “Parasite Soufflé”.
Dopo la prima ed infausta esposizione personale del 2020 (Bhulk), inaugurata pochi giorni prima della chiusura forzata causata dalla pandemia, Giaconia prosegue la sua particolarissima indagine artistica che mira a conciliare la sconfinata ed utopica espressività dell’arte con l’ordine e la freddezza delle scienze.
Un contrasto che emerge immediatamente appena si entra negli ampi spazi della nuova sede della galleria capitolina, caratterizzata da pareti bianchissime e splendide volte a botte. Qui, il pavimento originario è stato appositamente modificato foderandolo con un sottile strato di pelle color salmone con la funzione di creare una membrana connettiva tra l’opera e l’ambiente circostante. Obiettivo di Oscar Giaconia (Milano, 1978) è, come nella precedente mostra Bhulk, quello di dar origine ad una location il più possibile asettica: un invito a immergersi in un mondo irreale e, per l’appunto, nell’universo concepito e riprodotto dall’artista attraverso cicli di opere dal sapore allucinogeno.
Accedendo nell’ingresso ci accoglie una grande installazione di un organismo indefinito – conversione in 3D di un’opera pittorica precedentemente realizzata – che non è altro che il simbolo dell’autosostentamento dell’artista e della sua produzione. Mentre dipinti di vario genere ci svelano il soggetto di tutta l’esposizione ovvero il parassita che – assimilato al pescatore – rappresenta colui che è sempre stato ovvero una soletta a sostegno di operazioni di intrusione e proliferazione di superfici.
Il nostro fisherman-parassita è svelato sia attraverso l’installazione a terra, ove sono ordinatamente adagiati i suoi strumenti di lavoro, sia tramite la sua raffigurazione allegorica resa esplicita nella serie di sei pitture allucinogene di medie dimensioni che – create impiegando un agglomerato di trattamenti organici e sintetici in teca di pelle plastificata – emergono dal buio grazie ad una luce che sembra autoprodotta dalle stesse opere, mimando l’effetto marker di contrasto utilizzato in microbiologia. Realizzata attraverso lo stesso procedimento è Sexual Clumsiness: un piccolo dipinto solitario incastonato nella parete di fondo ove la testa post-prodotta di un androide viene accarezzata dalla presenza spettrale di un guanto rettiloide.
Chiudono l’allestimento, misurato e ritmicamente calibrato, due prototipi di parassitoidi adagiati su “guanciali di carta fritta” e tre dipinti della serie Troll le cui cornici sono prodotte in materiale da prototipazione. In quest’ultimi esemplari si stagliano sulla tela, tramite l’uso di tinte contrastanti, raffigurazioni ambigue, a metà tra l’essere umano e conformazioni indefinite assimilabili a muffe o a organismi unicellulari o ad esseri dalle fauci spalancate.
Giaconia torna nuovamente a sorprenderci, a spiazzarci mettendoci di fronte ad una riflessione fine e affatto scontata: a cosa serve l’arte se non a sorprenderci mettendo a nudo ciò che, essendo ormai troppo esplicito, non vediamo più?
Il catalogo trilingue della mostra, a cura di Claudia Santeroni ed edito da Lubrina Bramani Editore, sarà presentato a novembre durante il Festival di arte contemporanea ArtDate di Bergamo.
Oscar Giaconia: “Parasite Soufflé”
Fino al 16 giugno 2023
MONITOR Gallery
Via degli Aurunci, 44/46, 48 – 00185 – Roma
Ingresso libero
tel: +39 06 69 22 1808
Email: monitor@monitoronline.org
Web-site: https://www.monitoronline.org/