Mercoledì 18 maggio in Piazza Bottesini a Torino ha inaugurato l’ottava edizione di Opera Viva, il Manifesto con l’opera dell’artista Hugleikur Dagsson. Il progetto è ideato da Alessandro Bulgini e curato da Jon Gnarr.
Prosegue l’edizione del progetto Opera Viva, il Manifesto di Flashback, inaugurato in occasione dei dieci anni dell’associazione culturale, anni in cui quest’ultima si è dedicata a fiere, progetti e laboratori nella città di Torino. Come ha raccontato l’ideatore del progetto Alessandro Bulgini “quest’anno si è scelto di osare” sotto il punto di vista curatoriale. Infatti, Jon Gnarr è una figura molto curiosa che Flashback con destrezza è stato in grado di coinvolgere. Oltre ad essere un artista, attore, scrittore e drammaturgo visionario, Gnarr è stato sindaco di Reykjavík dopo una campagna elettorale un po’ particolare e molto comica (nel vero senso della parola). Come ha raccontato Bulgini durante la presentazione del progetto, nel 2009 l’Islanda viveva una situazione economica difficile e Gnarr, l’anarco-surrealista (come lui stesso si definisce), è sceso in campo fondando un nuovo partito elettorale con il nome “Besti Flokkurin”, in italiano: il partito migliore, vincendo le elezioni nel 2010 e ricoprendo l’incarico di sindaco fino al 2014. La storia di questo personaggio ha attirato l’attenzione di Bulgini che da subito ha il desiderio di lavorarci insieme. “Siamo entusiasti di avere a che fare con un pazzo” – dichiara ironicamente B. – “ci accompagnerà in questo viaggio, arrivando dai paesi freddi a Torino”.
Il primo artista islandese che espone il suo lavoro in Piazza Bottesini nello spazio pubblico di 6×3 metri è Hugleikur Dagsson, famoso fumettista. La sua opera possiede l’immediatezza necessaria ad opere di questo tipo, è chiara e schiacciante: What has happened?, chiede. La scritta è posta su sfondo giallo insieme a tre disegni raffiguranti una carrozzina, un uomo e una sepoltura. Tre parole e tre disegni realizzati dopo una riflessione personale dell’artista, uomo di mezza età che ad un certo punto della sua vita si ferma e si rende conto di quanto tempo sia passato. Ma quanto ne è passato? Poco? Tanto? E come lo ha vissuto?
Dagsson nella sua opera contrappone la rapidità del tempo dell’essere umano alla sua lentezza, al tempo che passa senza che ce ne accorgiamo ed invita lo spettatore-passante a trarre vantaggio da questa lunga ma breve vita godendone ogni aspetto, evidenziando una posizione di precarietà.
Così l’arte islandese arriva in Barriera, un’arte pubblica con l’obiettivo di scaturire pensieri ai passanti. Nessuna rivelazione da parte di Bulgini e le direttrici GInevra Pucci e Stefania Poddighe sul progetto di novembre di Flashback, ma “c’è l’intenzione di fare scintille”, come ha dichiarato Bulgini.