Dana Michel
Portrait Dana Michel ©Richmond Lam

Mike Durational Performance: riflessione sul significato di lavoro e fiducia 

Nello spazio della Sala delle Ciminiere del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, MIKE, durational performance, la première italiana a cura di Xing che vede come protagonista l’artista Canadese Dana Michel.

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ha dedicato le giornate di sabato 1 e domenica 2 giugno alla scoperta e alla condivisione di due performance della durata di circa tre ore ciascuna, che ha visto come protagonista l’artista Canadese Dana Michel, progetto a cura di Xing (organizzazione culturale che si occupa di curare, organizzare eventi, produzioni e pubblicazioni attraverso uno sguardo interdisciplinare con particolare attenzione alle tendenze generazionali legate ai nuovi linguaggi).

Dana Michel
Portrait Dana Michel ©Richmond Lam

La Sala delle Ciminiere è stata così fruibile al pubblico con lo scopo di far vivere un’esperienza in sinergia con l’artista e far riflettere a chi partecipa sul significato della cultura del “lavoro” e quanto la fiducia in noi stessi e negli altri rivesta un ruolo fondamentale. Attraverso la performance intitolata MIKE, l’artista ha provato a modificare i nostri comportamenti sociali e a generare più spazio nel processo, poiché secondo Dana Michel per poter evolvere abbiamo bisogno di creare più spazio per tutti. Mediante questo lavoro apre una breccia nelle norme sociali da un’angolazione di curiosità. Essa crea dunque una serie di diverse situazioni che evolvono internamente come un organismo vivente che si trasforma autonomamente secondo una logica interna. In che modo riesce a rappresentare questo processo? Mediante gli oggetti. Essi diventano nuovi strumenti, mutano e cambiano di significato e d’uso distante da un pensiero lineare; riflettendo tra le righe sulla sua formazione aziendale, sul suo precedente lavoro d’ufficio ella ragiona sul suo presente personale e professionale, vuole evocare attraverso la performance un futuro lavorativo diverso, ossia rivoluzionario e inclusivo. Ci porta così a riflettere con ironia e sensibilità sul modo di come noi esistiamo, la domanda che emerge è: in che modo mi rapporto con il mondo? La performance mostra un’ecologia legata al tempo – slow down – che emerge da un orizzonte di oggetti e procedure defunzionalizzate, l’approccio verso i materiali e alla dimensione spaziale e temporale è alla pari, non vi sono gerarchie di alcun genere.

La performer attraversola creazione di MIKE vuole inoltre trasmettere al fruitore l’importanza di come sia rilevante la fiducia, tema caro all’artista, poiché se manca quella sarebbe impossibile vivere vite pubbliche che rispecchino la nostra vita interiore e mediante la performance evidenzia quanto sia necessario credere l’un l’altro. Cosa condivide l’artista col pubblico che la segue?  Esso è coinvolto in un unicum di pensieri, suoni, silenzi e dissonanze, processo che ha sviluppato nel tempo e che ora può manifestare insieme allo spettatore presso la Sala delle Ciminiere. Al fruitore viene offerto un “deposito di segni” che rimane aperto all’interpretazione, un grande spazio per incontrare e ampliare la propria logica di vedere e sperimentare. Mediante questo lavoro l’artista è curiosa di esaminare come si modificano i comportamenti di chi è coinvolto nel tempo della rappresentazione, inoltre evidenzia di come sia importante il luogo della fruizione, poiché entrare in uno spazio non convenzionale provoca sottili cambiamenti, le sue rappresentazioni si svolgono dunque in luoghi di vulnerabilità e di scoperta.

Per riassumere il concetto di Dana Michel si potrebbe dire che lo scopo principale del suo lavoro è creare più spazio per una diversità di prospettive e di modi di essere e di vivere, obiettivo che potrebbe forse apparire come una missione idealistica ma che al contempo non lo è per nulla. 

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