Gerhard Merz
Mario Cresci, Homo ludens, 2024

Mario Cresci. Homo ludens

Homo ludens, personale del fotografo Mario Cresci realizzata nell’ambito del progetto Strategia Fotografia 2023, rivela oltre 30 opere fotografiche inedite che entreranno a far parte della collezione permanente del Museo della Ceramica di Cutrofiano.

Curiose creature antropomorfe, bestie singolari e utensili arcani apparentemente indecifrabili sono i protagonisti della ricerca seriosamente giocosa compiuta da Mario Cresci in territorio leccese, osservato e interpretato, in particolar modo, attraverso la tradizione della ceramica. 

Ponendosi in continuità con il suo lungo lavoro di osservazione e decodificazione del Mezzogiorno che muove tramite saperi rurali e produzioni vernacolari essenziali e pragmatiche, il fotografo esprime, con il progetto Homo ludens, non solo un campionario di strumenti ludici, testimoni di un bisogno umano innato e remoto, ma, ancora una volta, anche la traccia culturale di un territorio e il suo sapere artigianale. 

La mostra, a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo, allestita in un percorso che si sviluppa tra gli spazi del bastione S. Trinità del Castello Carlo V e quelli di Linea – promotore del progetto – nella città di Lecce, è l’esito efficace di un’indagine avviata nel 2023 nelle sale del Museo della Ceramica di Cutrofiano e determinata da una vivace curiosità per i peculiari fischietti in terracotta realizzati negli anni Settanta da Pinu Rizzu (Giuseppe Colì). 

I soggetti molteplici creati dal ceramista sono rappresentati da Cresci e dispiegati in una sorta di lungo fregio in cui, similmente all’avvicendarsi di momenti in una pellicola cinematografica, si susseguono – ora ieratici e austeri, ora enigmatici e bizzarri – personaggi, animali e oggetti esprimendo un profondo senso della materia e l’eco di un tempo arcaico che continua a riaffermarsi; si svolge, così, un paradigma singolare di forme e simboli, una sequela di oggetti non dissimili dagli antichi giochi custoditi nelle teche di musei archeologici a testimonianza di popoli remoti. 

L’intervento grafico e l’elaborazione dell’immagine ricorrono spesso come strumento di narrazione del soggettivo, registro di intuizioni e interpretazioni. La documentazione realizzata diviene, dunque, indagine antropologica, racconto collettivo e, al tempo stesso, espressione di uno sguardo intimo e privato; le figure si riorganizzano in un nuovo ordine, si trasformano senza mai tradirsi, ed è in questo processo di ridefinizione che geometrie colorate si combinano all’elementarità della terracotta mentre l’effigie di un carabiniere in ceramica si tramuta nella sua traccia appena accennata di cui, in ultima istanza, permangono i colori e le sagome incerte di mostrine e distintivi.

Il progetto realizzato da Mario Cresci è un lavoro prezioso di riscoperta e ricognizione di memorie lontane e di un sapere abile a plasmare la materia, è la rivelazione sensibile di elementi inerti che pure diventano compagni e testimoni dell’uomo, ma è anche l’esito di uno sguardo solidamente votato all’incontro e alla partecipazione, dunque, ad un desiderio di conoscenza profonda del contesto che rifugge con ostinazione lo stereotipo e il mero folklore. Homo ludens riflette la necessità intima e, simultaneamente, comunitaria di preservare e perpetuare la conoscenza manuale della materia e l’uso stesso degli oggetti, scongiurandone l’oblio e la musealizzazione, dunque una scissione definitiva dal quotidiano.

Mario Cresci Homo ludens
a cura di Flavia Parisi e Alice Caracciolo
Bastione S. Trinità, Castello Carlo V, Lecce (via XXV luglio)
Linea, Lecce (via D’Annunzio 77)
dal 26 luglio a ottobre 2024