L’improvvisazione presuppone la conoscenza della materia – Bela Bartok

Lieve e incisiva la sua pennellata inconfondibile ci accoglie in una a Villa Croce, un po’ fané ma sempre splendida per la luce e per gli spazi, che offre il tributo della Città di Genova a Raimondo Sirotti, a tre anni dalla sua scomparsa.

Il visitatore entrando è invitato a spaziare sulla vista che dal giardino si irradia sul panorama. A destra è accolto da un video, in questo periodo  strumento più che mai familiare. Lasciata alle spalle la vista sul mare, ombra ahimè di quella che era per la devastante copertura di Jean Nouvel, saliamo al primo piano della sede istituzionale preposta alle esposizioni di arte moderna e contemporanea, che è la prima  ad aprire dopo lo stop che di fatto ha congelato il Paese. Un forte segnale questo della volontà di rinascita da parte della Città che  si accompagna all’imminente  apertura del “passaggio a ovest” , e che così  rende omaggio al  suo grande artista. Anna Orlando, nota seicentista, curatore atemporale, con estrema disinvoltura come recitano le stesse legende che accompagnano l’originale  esposizione,   ha voluto creare 4 fusi intorno a cui si dipanano le sue emozioni che così vuole  trasmettere al pubblico: Le Ninfee di Monet, Vedo Verde dialogo poetico tra Edoardo Sanguineti e il Maestro, Sirotti Pop in un audace accostamento alla  pittura di Andy Wharol, l’incarico svolto per la Chiesa dell’Annunziata sull’affresco del cinquecentista Giulio Benso e aggiungo io i magnifici arazzi per il Carlo Felice.

R. SirottiLigularia – Prime luci, Olio su tela, cm 80 x 130, 2008
Archivio Raimondo Sirotti, Genova

“Rai”, permettetemi di parlarne così  possedeva la semplicità e l’umiltà dei grandi.Colto, sorridente, elegante, affabile, semplice,  curioso e … bello, di lineamenti  apollinei, in un società che diciamocelo condanna la bellezza  di cui in effetti diffida  a favore dell’intelligenza che, chissà perchè nell’immaginario collettivo deve albergare in forme poco attraenti.Artista emblematico della Committenza Sirotti nella scia della grande tradizione pittorica ha sempre perseverato nella sua ricerca, realizzando al contempo lavori per i propri committenti isitituzionali o privati che fossero, dalle navi del grande Aldo Grimaldi al Teatro Carlo Felice. Si divertiva Sirotti, che di questo è fatta la vera cultura,   e le sue intuizioni furono captate da Marco Goldin che ne fece un suo punto di riferimento.Un  divertente labirinto questo omaggio che mi piace concludere con la notizia che  il prossimo anno si concluderà il biennio sirottiano con l’antologica a Palazzo Ducale curata da Matteo Fochessati della Fondazione Wolfson. 

Fulvio Magurno, Raimondo Sirotti, 1998

Lasciatemi però concludere con questo scritto di pugno dal Maestro per  Ellequadro, fondata  da Renata Leopizzi, per Trenteccetera la sua storia tra arte, cinofilia e bellezza. 
“Capire bene di cosa si occupa Ellequadro, è sicuramente impresa ardua, ma altrettanto sicuramente è attiva in tanti campi. Iniziò come galleria  e fece scalpore perché  si presentò con una mostra straordinaria:  “Manzù a Genova”. La ricordo benissimo. Allestita nell’ex Battistero dell’Immacolata accoglieva il visitatore in un’atmosfera ovattata, che sottolineava la sacralità del luogo. Le opere erano infatti schermate da inaspettati tappeti cinesi blu, usati come quinte. E ad un tratto ‘Il Muro dell’Odissea’ svelava la sua luce dorata. Poco tempo dopo i Parchi di Nervi, a Villa Grimaldi, prima dell’apertura della Galleria d’Arte Moderna, in occasione del Festival Internazionale del Balletto accoglievano le sculture di Mirko Basaldella con i totem, la Chimera e il magnifico Narciso che si specchiava incorniciato dal verde nella fontana rotonda che ha come sfondo il mare. Indubbiamente la vocazione del nuovo spazio era la scultura, ma non solo quella e quella con la S maiuscola, anche la ricerca, il design e i maestri di bottega. Ovunque ci fosse quel dictat, spesso disatteso nel secolo scorso, che la creazione di un’opera si dovesse alla sapienza dei saperi. La decisione di Renata Leopizzi di dedicare la propria attenzione all’archiviazione delle informazioni riguardanti gli artisti nel mondo, a partire dal 1 gennaio del Novecento ad oggi, contribuì sicuramente a dare un’impronta particolare, molto autonoma all’attività di Ellequadro e sono anni che, e ben venga, esprime interesse nei confronti della committenza, quale logica conseguenza, del nostro fausto passato, che concordo, oggi molto attiva. Son diverse le Aziende o gli Enti interessati in tutta l’Italia, dove Ellequadro ha creato dei presidi d’arte permanenti, in dialogo costante con il territorio. Auguro quindi trenteccetera anni con la stessa curiosità, energia e determinazione, indispensabili compagni in un viaggio come questo così difficile, ma così gratificante.”
Raimondo Sirotti Grazie Rai!

R. SirottiL’aria viola della sera, Olio su tela, cm 100 x 100, 2014
Collezione privata

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.

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