Jeff Koons Puppy, 1992 Stainless steel, soil, and flowering plants 1240 x1240 x 820 cm Guggenheim Bilbao Museoa

L’iconico Puppy di Jeff Koons indossa la mascherina

Il Guggenheim Museum di Bilbao ha cambiato il look della sua iconica scultura Puppy di Jeff Koons

Jeff Koons aveva infatti ricevuto una lettera da un residente di Bilbao, nella quale gli veniva chiesto di mettere una mascherina all’imponente scultura. Il gesto, nelle intenzioni del cittadino, sarebbe servito a sensibilizzare la popolazione al rispetto delle linee guida suggerite dalle autorità sanitarie in un periodo così complesso. 

Puppy, scultura del 1997 alta 12,4 metri, da semplice opera d’arte è diventata un simbolo, l’emblema del museo e della città basca, così come un’icona di ottimismo. Secondo Juan-Ignacio Vidarte, direttore del museo, “l’arte contemporanea deve avere ed ha un collegamento con il presente, dunque ha perfettamente senso sfruttare la popolarità del Puppy per una giusta causa, così come per proteggere noi stessi e gli altri”. Jeff Koons ha risposto che “il Puppy ha apprezzato tutto l’amore e l’affetto dimostrato nei suoi confronti ed augura serenità e sicurezza a tutti i cittadini di Bilbao e del mondo”.

Jeff Koons inizia la sua scalata verso il successo a metà degli anni ’80, focalizzando il proprio linguaggio visual sulla pubblicità, sul marketing e sull’industria dell’entertainment, con l’intento dichiarato di “comunicare alle masse”. L’artista americano mette in discussione e valica i confini che dividono la cultura elitaria da quella popolare. Tra i suoi lavori più importanti vi sono infatti opere come l’aspirapolvere racchiuso nel plexiglass, o le note palle da basket sospese nell’acquario di vetro, o anche le sculture di porcellana di Michael Jackson e la famosissima “Pink Panther”; tra le altre sculture, impossibile non nominare le rappresentazioni di se stesso in compagnia della sua ex moglie Ilona Staller, nota anche come Cicciolina (ex star di film per adulti e ex membro del parlamento italiano). Nelle opere di Koons è chiara l’influenza dei readymades di Marcel Duchamp, che integra in maniera intelligente con riferimenti al minimalismo e alla Pop Art, esacerbando il concetto di arte come “Commodity”, come merce o prodotto di consumo. 

Con il Puppy di Bilbao, Koons mette insieme passato e presente, impiegando sofisticati programmi di computer per modellare e creare un’opera che fa riferimento al Giardino Europeo del diciassettesimo secolo. Il cane, un enorme West Highland terrier costituito da una struttura in acciaio inossidabile ricoperta di piante e fiori, è la rappresentazione dell’iconografia più zuccherosa e melensa (fiori e cane come simbolo di questo concetto). 

La giustapposizione di riferimenti all’arte d’élite così come alla cultura di massa fa sì che l’opera possa essere compresa da chiunque e la rende un’allegoria della cultura contemporanea. L’obiettivo del Puppy è di provocare gioia nello spettatore, allora perché non provare ad utilizzarla per mandare un messaggio di utilità sociale? Sicuramente è una mossa coraggiosa e le autorità basche sperano che possa portare al risultato sperato, che tutti indossino la mascherina e salvaguardino la salute dei propri concittadini.