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L’esplosione lentissima di un seme. In dialogo con Elena Caterina Doria

In questa terza e ultima parte del mio colloquio con Elena Caterina Doria, oltre a informarci, come di consueto, sul lavoro corrente e sui suoi prossimi impegni, facciamo conoscenza dei suoi maestri e dei suoi riferimenti contemporanei; indaghiamo infine il suo rapporto con le nuove tecnologie.

Non ti ho ancora chiesto di indicarmi i tuoi maestri, a cominciare dagli artisti del passato. 

Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Walter Valentini, Luigi Veronesi, Giò Colombo, Gianfranco Grignani e altri grandi personaggi durante l’accademia di Belle Arti (NABA) che sono ora i protagonisti dei libri di storia dell’arte, sicuramente crescere con loro è stata una fortuna pazzesca. Poi ci sono i maestri che mi sono scelta, come Albrecht Dürer, Alberto Martini, Katsushika Hokusai, Aubrey Beardsley, e ne cito solo alcuni. 

Tra i ‘giovani’, invece, chi ami frequentare? 

Ho alcuni artisti con i quali mi sento più affine Dan Hillier, ad esempio, o Emiliano Alfonsi, Giuseppe Stampone, non sono persone che “frequento” fisicamente, ma che seguo con enorme ammirazione. E ce ne sono tanti, tantissimi altri che, sicuramente, una volta chiusa quest’intervista, mi verranno in mente, a proposito di memoria! 

Che cosa pensi delle nuove tecnologie, in particolare dei disegni realizzati dall’intelligenza artificiale? 

Sono affascinata e attratta da tutto ciò che è tecnologia, questo da sempre, e rimango rapita quando vedo artisti che la sanno usare sapientemente. Capitolo diverso quello dell’intelligenza artificiale che se da una parte mi rapisce, dall’altra mi terrorizza. È uno strumento e come tale potrebbe essere pericoloso se usato male, ad esempio per creare immagini fake, vista la tendenza dell’intera umanità a credere a notizie farlocche! Non so, non riesco ancora a formulare un giudizio obiettivo, perché non ho ancora visto utilizzarla con intelligenza (umana), per ora resta solo un gioco per i miei occhi. 

A cosa ti stai dedicando, a cosa ti dedicherai? 

Il mio progetto più impellente è terminare un lavoro di dimensioni giganormiche, sono abituata a lavorare a piccoli formati e “Nidus Mundi” questo il titolo dell’opera, è un rotolo di 250 cm x 100 interamente disegnato a bic. Un progetto di cui non anticipo nulla, ma dovrebbe sfociare in un evento molto molto bello, ma prima occorre finirlo! A tutto questo si affianca un’attività davvero gratificante: la selezione di artisti per la NUMM – contemporary art, una galleria d’arte contemporanea nata grazie a Rossella Filippini, persona lungimirante e di grande sensibilità artistica. Grazie a questo ultimo incarico ho la possibilità di indossare un paio di occhiali nuovi, una lente d’artista e una lente da curatore che permettono una visione ampia e più approfondita, ruolo non semplice ma dalle grandissime soddisfazioni e che mi permette di entrare in contatto con realtà ed artisti di ogni parte del mondo.

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