Lo scorso 14 ottobre, Silvia Listorti (Milano, 1987) – rappresentata dalla Galleria Studio G7 di Bologna – si è aggiudicata la terza edizione del “Premio Massimiliano Galliani per il Disegno under 35”, promosso dall’Associazione culturale artMacs e dal Comune di Montecchio Emilia, in occasione della diciottesima edizione di ArtVerona.

Il premio, istituito in memoria di Massimiliano Galliani, artista scomparso prematuramente nel 2020 all’età di trentasette anni, mira alla valorizzazione della tecnica del disegno e alla promozione della ricerca artistica emergente, sia in Italia che a livello internazionale. Il progetto, istituito a Montecchio Emilia dalla famiglia dell’artista, vuole andare oltre la semplice commemorazione, proponendosi come “ponte tra memoria e futuro”, fornendo così un sostegno concreto a giovani artisti.
L’opera vincitrice – Illocazione, 2020, grafite su carta di riso, 45×41 cm – è stata acquistata dall’associazione culturale artMacs, contribuendo alla costituzione di una collezione dedicata al disegno contemporaneo. Il Comune di Montecchio Emilia, invece, oltre ad acquisire ulteriori opere, si è impegnato nella realizzazione di una mostra personale della vincitrice, offrendo così un’ulteriore piattaforma di visibilità e riconoscimento.
La giuria incaricata di selezionare l’opera era composta da figure di spicco del panorama artistico e culturale contemporaneo: Omar Galliani, artista e membro dell’Associazione culturale artMacs, Fausto Torelli, Sindaco di Montecchio Emilia con delega alla Cultura, Alessandra Tiddia, curatrice e conservatrice al Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Paolo Donini, curatore e critico d’arte, e Andrea Chiesi, artista e docente di disegno e pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra le varie motivazioni, la giuria ha scelto l’opera di Listorti per l’«autonomia del disegno», oltre che per la maturità con cui l’artista affronta i valori compositivi, quali la rarefazione del segno, la disposizione nello spazio e i riferimenti letterari.


Difatti, nella mostra Giorni nel bianco non mancano i richiami al mondo della letteratura; precisamente, il titolo riprende la celebre poesia di Ingeborg Bachmann (Klagenfurt am Wörthersee, 1926 – Roma, 1973). Tra i versi della poetessa austriaca possiamo leggere: «Amalgamato al mio respiro / sfiocca il latte: / così di buon’ora ha facile schiuma. / E dove il vetro appanno con l’alito / appare, dipinto da un dito infantile, / ancora il tuo nome: innocenza!».
Sono parole che ci conducono a Nel respiro dell’ora (And all is always now), scultura in terracotta situata sul pavimento della prima sala. L’opera, un sottile calco del petto dell’artista, incarna l’essenza della vita: il respiro che nasce dalla terra, in cui affiora una piccola pozza di latte di mandorla, delicato riferimento al latte materno. L’argilla, materia viva e pulsante, che si muove, muta, mantenendo saldi i propri principi: da cruda ha una sua dimensione, un suo colore; da cotta, tutto cambia. Così, la terra, chiara e candida, lavorata con silenziosa delicatezza da Listorti, si tramuta in pelle, carne, in una profonda connessione tra sostanza e spirito.



Le restanti opere esposte tra le sale rinascimentali di Casa Cavezzi – un palazzo del XV secolo, poco distante dallo spazio nel quale Massimiliano Galliani aveva allestito il suo atelier – sono delle grafiti su carta di riso, appartenenti al ciclo delle Illocazioni. Opere che, in qualche modo, evocano sagacemente le celebri Delocazioni di Claudio Parmiggiani: quelle di Parmiggiani sono ombre catturate dal fuoco in uno spazio svuotato, anime di oggetti afferrate nel loro silenzio; quelle di Listorti, invece, sono gesti di grafite, nuvole di polvere mosse dal vento sul candore della carta.
«I lavori di Silvia», afferma Omar Galliani «sono in continuità con quelli di Massimiliano: si legano alla sublimazione dello strumento, della grafite, che lui ha interpretato nel suo tempo».
L’incontro tra la grafite e la carta, in apparenza semplice, è profondamente influenzato dal gesto, dall’intento, da quel che si vuole rivelare. I disegni di Listorti, nonostante la “semplicità degli strumenti”, celano una certa complessità: sono rivelazioni interiori, sottili, raffinate, contemplate. Offuscamenti, vapori algidamente diluiti su carta che, collegandosi tra loro, danno vita a un’unica e grande opera.

L’allestimento, curato con precisione dall’artista nei giorni precedenti all’inaugurazione, è un rigoroso gioco di rimbalzi visivi, con un’illuminazione che, riscaldando l’ambiente, infonde un’atmosfera meditativa, silenziosa. Alle pareti e sul pavimento, ogni disegno è leggerezza, movimento, una danza eterea di grafite.
Il bianco resta il principio su cui agisce il tempo e la mano dell’artista che gradualmente trasforma la sostanza, permettendo agli elementi di diffondersi al fine della creazione: Listorti non segue un percorso lineare, ma si affida al tempo della processualità e all’esplorazione delle caratteristiche intrinseche della materia. Ne risultano opere dinamiche, a tutto volume, evocatrici di transitorietà e, allo stesso tempo, di eternità.
La mostra Giorni nel bianco di Silvia Listorti, presentata dal Comune di Montecchio Emilia e dall’Associazione culturale artMacs, è aperta al pubblico dal 18 maggio al 16 giugno 2024. In sede è presente il catalogo della mostra in consultazione, con testi di Fausto Torelli, Omar Galliani e della stessa artista.