Inaugurata il 7 settembre negli eleganti spazi di via Nerino, la personale dell’artista romano presenta opere realizzate tra il 1970 e il 2016 che saranno visibili in galleria fino al 29 ottobre.
Nato a Roma nel 1940, Maurizio Mochetti è uno degli artisti che più si è interessato ai temi della luce, della materia e della ricerca spaziale.
Coniugando scienza e tecnologia, strumenti che lui considera funzionali al raggiungimento dell’idea, Mochetti realizza creazioni rigorose e raffinate. In mostra sono esposte anche opere storiche dell’artista che, dopo l’esordio alla fine degli anni Sessanta con una personale alla galleria La Salita a Roma, tra gli anni Settanta e Novanta partecipa a prestigiose rassegne internazionali come la Biennale di Venezia, la Biennale di Sidney e la Biennale di San Paolo. Nella mostra milanese, due sfere luminose progettate da Mochetti nel 1970 dialogano tra loro secondo un rapporto di dipendenza determinato dalla luce; se infatti una acquisisce luminosità, l’altra ne perde di conseguenza, intessendo una relazione anche con lo spazio circostante. L’ambiente entro il quale sono collocate queste sfere diventa un campo di forze, dove l’intensità luminosa fa da guida al nostro occhio, indotto a seguire questo scambio di energie.
In Rimbalzi all’interno di una sfera realizzata nel 1989, l’artista rende “corporea” la luce, le dona fisicità attraverso l’utilizzo del laser che, penetrando all’interno di una sfera, rimbalza per poi dirigersi verso un’altra direzione. Queste creazioni, che sembrano pianeti del sistema solare, creano un’atmosfera spirituale, ma al contempo palpabile, terrena, dove anche la luce occupa uno spazio, diventa materiale.
Dietro l’essenzialità delle opere di Mochetti si nasconde una progettualità ben precisa, un’idea, che tiene conto della materialità degli oggetti e della solidità della luce, come nel caso di Rimbalzi all’interno di una sfera. Il fascino e la passione per il volo e la velocità, hanno spinto Mochetti a realizzare modelli di aerei, come Bang. Da una dimensione all’altra, un’opera del 2016 che rappresenta un caccia intercettore Bachem Natter 349b affisso alla parete e inscritto entro un cerchio. Questa tipologia di aerei con propulsione a razzo fu costruita dalla Luftwaffe alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma in questo lavoro l’aereo militare tedesco assume una valenza ludica e diventa un mezzo per scardinare le nostre capacità percettive. Confuso con l’ambiente, infatti, quest’oggetto perde i suoi connotati che si riorganizzano in altre forme secondo le teorie della percezione della Gestalt.
Con queste opere Mochetti dimostra di essere un artista autonomo, pur essendo vicino all’arte concettuale e al minimalismo. Proponendo esiti inediti, egli si configura come un artista del suo tempo, in grado di confrontarsi con gli strumenti che sono a sua disposizione:
“Sono contrario alla distinzione fra arte e tecnologia, arte tecnologica e arte pittorica. L’arte è una sola. Lo strumento, compresa la tecnologia, non è un fine ma un mezzo. L’arte è stata sempre tecnologica: il martello e lo scalpello che usava Michelangelo erano il massimo della tecnologia del tempo. Ma era già accaduto con gli Egizi, gli Assiri… la tecnologia è stata sempre uno strumento per realizzare forme e idee nuove. Lo scollamento tra arte e tecnologia non l’ho mai vissuto. È inevitabile usare la tecnologia odierna, altrimenti sarei un nostalgico”
Visitando questa esposizione, in cui la luce naturale e artificiale fanno da protagoniste, si entra nel mondo di Maurizio Mochetti, un artista interessante e complesso. Questa mostra dà conferma del lavoro di riscoperta di importanti autori del panorama internazionale condotto dalla Maab Gallery di Milano, che accompagna la personale di Mochetti con un catalogo introdotto da un saggio di Massimiliano Scuderi e da un’intervista rivolta all’artista.




Maurizio Mochetti
dal 7 settembre al 29 ottobre 2021
MAAB Gallery, Milano
Via Nerino 3 – 20123 Milano
orario: dal lunedì al venerdì 10:30 – 18:00
T. +390289281179
E. segreteria@artemaab.com