Arco Madrid 2025
Arte&Cultura

L’arte dei territori

Lavori e capolavori della maestria italiana nelle collezioni delle Banche di Credito Cooperativo

Il 10 dicembre, nella prestigiosa sede della Biblioteca Nazionale Braidense a Milano, è stato lanciato l’ambizioso progetto Arte&Cultura del gruppo BCC Iccrea, per coinvolgere le comunità locali nella riscoperta del patrimonio artistico e culturale, per preservarne la memoria e per la sua valorizzazione.

A brevissima distanza temporale dall’inaugurazione della Grande Brera con l’ampliamento della Pinacoteca che ora comprende anche Palazzo Citterio, il Gruppo BCC Iccrea, costituito da 114 Banche di Credito Cooperativo, ha presentato il più grande museo diffuso privato nazionale delle collezioni d’arte e del patrimonio storico e architettonico delle BCC. Il Presidente del Gruppo BCC Iccrea, Giuseppe Maino, ha posto l’accento sul fatto che l’arte e la cultura sono il filo conduttore di questa esperienza straordinaria che fa crescere la dimensione locale, mentre Mauro Pastore, Direttore Generale del Gruppo, ha sottolineato l’impronta sociale di questa iniziativa di grande respiro che non comprende soltanto opere d’arte ma anche un patrimonio digitale e un volume, edito da Ecra (Edizioni del Credito Cooperativo), che descrive circa 100 opere presenti nelle proprie collezioni.

A tutto ciò si aggiunge un piano didattico, ovvero un laboratorio per le scuole, un libro multimediale, di educazione alla meraviglia, per le scuole secondarie di primo grado, completo di proposte che prevedono anche l’uso dell’intelligenza artificiale e un book Club, un’iniziativa di divulgazione della lettura. Si tratta pertanto di un progetto circolare a tutti gli effetti. La territorialità è una delle caratteristiche del progetto, come ha affermato il curatore, Cesare Biasini Selvaggi, che ha presentato alcuni esempi di opere catalogate di inestimabile valore. Tra queste il Cristo deriso (1625-30 ca.) attribuibile alla bottega di Anton Van Dyck, di proprietà della BCC di Pontassieve, ma anche La classe degli asini (1936) di Romualdo Locatelli (BCC Bergamasca e Orobica), il San Sebastiano (1653-60) e San Gerolamo penitente di Mattia Preti, Cristo che bacia l’umanità (1897) di Filippo Carcano e anche opere d’arte del Novecento come Senza titolo (nero) di Afro del 1963. Nel catalogo sono presenti anche manifatture pregevoli, come il grande lampadario di Murano o i merletti di Carlo Arnaboldi, ma documenta anche interventi di restauro e conservazione architettonica importante come quello del Castello di Carrù (sede della Banca Alpi Marittime Credito Cooperativo Carrù) o di Palazzo Sciarra della metà del XVI secolo.

La collaborazione con E-Muse, specializzata nella digitalizzazione e valorizzazione, ha reso possibile la documentazione di questo enorme patrimonio. Selvaggi ha motivato l’iniziativa mettendo in evidenza che il progetto traduce i principi dell’economia civile, che segue una tradizione che va da Genovesi a Stefano Zamagni; si tratta della proposta di un’economia rispettosa dei beni culturali viventi, di un’economia giusta, come la chiama papa Francesco, che è per sé stessa Patrimonio. Chiara Paolino, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, è intervenuta portando la sua specifica competenza nell’ambito delle corporate collection. La sua relazione è frutto di uno studio aggiornato sul collezionismo corporate e sul ruolo dell’arte nelle aziende italiane. Perché diciamo che è il patrimonio culturale che segna la differenza? Il corpore collection da cosa nasce e come? L’attività di promozione che ne consegue non coincide solo con lo studio dell’opera ma la diffonde e promuove una serie di relazioni: si tratta di un ecosistema che ha una propria socialità. Un’impresa che favorisce la socializzazione sa rigenerarsi. L’arte ci offre sempre la possibilità di ricrearci, perché è un’occasione per parlare della società. Ogni opera d’arte ricrea un contesto e ci permette di essere sostenibili. L’unione dei saperi, la cross disciplinarietà, ci consente di vivere un nuovo umanesimo, ci fa vedere l’altro e ce lo fa vedere nel futuro, in modo responsabile. La microstoria ha segnato qualcosa nel nostro presente storico, ci sta permettendo di riscoprire il nostro Patrimonio culturale. Investire sul Patrimonio crea una relazione sul lungo periodo e la territorialità riveste un aspetto molto importante così come la capillarità del metodo.

In occasione del lancio del progetto Arte&Cultura il gruppo BCC Iccrea si è impegnato a sostenere il restauro di due opere importanti della braidense: il catalogo manoscritto del Gabinetto numismatico e il “Museum Mazzucchellianum” che è il catalogo di una vasta collezione di medaglie. Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera è intervenuto, nella giornata inaugurale, esprimendo la sua piena approvazione nei confronti dell’iniziativa. Nel suo discorso ha sottolineato come le banche cooperative abbiano una storia importantissima in un paese come il nostro. A Milano in particolare, sulla scorta dell’Illuminismo, sono nate le grandi esperienze del socialismo umanitario. La figura di Enrico Cernuschi è stata, in tal senso, emblematica: grande protagonista del Risorgimento italiano, esule in Francia, Cernuschi diventò uno dei fondatori della Banque de Paris e diede vita ad una collezione di opere d’arte che è l’emblema della sua considerazione nei confronti del Patrimonio. Era un banchiere e decise di fare qualcosa nello spirito milanese, sulla scia del socialismo umanitario. Crespi ha quindi evidenziato come l’Italia delle “piccole patrie”, idea cara a Carlo Cattaneo maestro di Cernuschi, coincida con l’esuberanza del nostro Patrimonio storico artistico. In ultima istanza, per il Direttore di Brera noi ritroviamo la nostra identità nelle piccole patrie del campanile, eternata nei beni culturali. 

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