Arte Fiera 2025
Vittoria Chierici L’Affare Morandi, Il Segreto dell’Arte, 2023/2024 Acrilici e olio su tavola intelata, cm 30 x 40 Bologna – Eastport, Maine

L’Affare Morandi di Vittoria Chierici, elogio alla pittura

A Bologna, dal 19 ottobre al 6 gennaio è fruibile l’esposizione L’affare Morandi dell’artista Vittoria Chierici e gli studenti dell’Accademia di Belle Arti a cura di Maura Pozzati. La mostra rende omaggio all’artista bolognese Giorgio Morandi e alla pittura stessa.

Prosegue la seconda fase del progetto corale avviato il 4 e 5 giugno scorsi presso il Dipartimento educativo del Museo MAMbo, trattasi di un laboratorio indirizzato agli studenti del Biennio di Pittura Arti Visive e Didattica dell’Arte e Mediazione del Patrimonio Artistico del Corso di Storia e Metodologia della Critica d’arte tenuto dalla professoressa Maura Pozzati, docente dell’accademia di Belle Arti di Bologna. Il progetto vede dunque come protagonisti gli studenti e l’artista bolognese Vittoria Chierici, che ha ideato il progetto e condotto il workshop in collaborazione con la curatrice dell’iniziativa Maura Pozzati. In che cosa consiste il progetto? Il focus dell’iniziativa è omaggiare il Pittore Giorgio Morandi e in particolar modo la pittura stessa, osservata da un punto di vista concettuale e tecnico. Gli studenti sono stati così guidati da Vittoria Chierici con l’intento di processare e analizzare il metodo, quindi su come l’artista bolognese dipingesse, agisse per creare le sue nature morte. Non è la prima volta che Chierici si confronta con le opere dei maestri del passato durante il suo percorso artistico. Lo ha già sperimentato con artisti rinascimentali tra i quali: Leonardo, Raffaello, Paolo Uccello, per arrivare fino ai più moderni Boccioni, Picasso e Warhol, ed ora è arrivato il momento del suo concittadino, scegliendo di lavorare proprio sul suo metodo, cioè sul modo di dipingere. Ecco così che nasce L’affare Morandi, mostra che sarà fruibile fino al 6 gennaio 2025, presso la casa di Giorgio Morandi in via Fondazza 36.

Chierici prima di incominciare il progetto decide di esplorare le tracce lasciate dal pittore bolognese, va dunque nella sua dimora, passa per la residenza estiva a Grizzana Morandi, con lo scopo di raccogliere indizi e informazioni per poi stilare un elenco degli strumenti utilizzati dal pittore e approfondire le sue abitudini di lavoro.

Che cosa ne deduce ella dalla sua ricerca? L’artista nota che ogni oggetto che circondava il pittore, non era altro che lo specchio di una sua ben precisa idea, ad esempio il cannocchiale, riconducibile al principio copia dal vero e dal rapporto della pittura con la realtà, ma non solo, perché Vittoria Chierici indaga anche le consuetudini della pratica di Morandi, tutti elementi che favoriscono la comprensione del suo metodo ed il rapporto dell’artista bolognese con lo spazio circostante, così come la ritualità di disporre gli oggetti in un determinato modo. Chierici inoltre nota che le operazioni compositive di Morandi potrebbero avvicinarsi a quelle di un’astrattista, poiché semplifica la rappresentazione degli oggetti per ridurre il potenziale narrativo.

Vittoria Chierici, L’Affare Morandi, Prospettiva a fascia, 2023/2024
Acrilici e olio su tavola, cm 20 x 26
Bologna – Eastport, Maine

Esposte nella casa di via Fondazza troviamo diciannove opere d’arte realizzate da Chierici; sulle pareti delle stanze ci sono lavori di piccolo formato ad acrilico, olio e gessetti su tavola, lavori quelli dell’artista, che non vanno solo osservati ma anche letti, poiché vi sono messaggi, citazioni di Morandi e altri autori, aforismi che sono stati fonte d’ispirazione per l’artista, per citarne uno? “Dio sta in un tubetto di colore”Chierici racconta che:

“Ho preso a prestito alcuni personaggi della mia conoscenza di artista e di storica dell’arte per spiegare alcuni concetti visivi che sono alla base della nostra conoscenza del grande artista bolognese. Ho iniziato nel dividere su alcuni pannelli di masonite e su carta pressata a freddo due aree dove una è fissa perché lavorata con colori vinilici e olio e l’altra è mutevole perché lavorata a lavagna. I miei studi sono dunque dei dittici e contemplano la possibilità di cambiare, cancellando il testo o il disegno fatto alla lavagna. Mentre è immutabile la pittura. Questo accorgimento tecnico è nato dalla possibilità di realizzare con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna un laboratorio sul metodo di lavoro di Giorgio Morandi. La lavagna vuole essere anche una citazione dell’artista tedesco Joseph Beuys, mentre il modello operativo morandiano, la ripetizione dello stesso oggetto, la composizione compatta detta a fascia – ossia cogliere attraverso l’esperienza l’essenza – è un concetto che proviene dalla filosofia di Edmund Husserl. C’è poi un passaggio dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese che ho trovato molto appropriato: «Sappiamo che il più sicuro – e il più rapido – modo di stupirci è di fissare imperterriti sempre lo stesso oggetto»”

A completare la rassegna, vi è nella sala conferenze di casa Morandi un dittico intitolato l’esperienza sensibile #1, opera prodotta grazie alla collaborazione degli studenti dell’accademia di Belle Arti che hanno partecipato al laboratorio. Un secondo lavoro è invece visibile presso il Dipartimento educativo del Museo MAMbo. Per conclude, sempre nella casa di via Fondazza un breve filmato realizzato dalla film maker Livia Campanini che narra l’esperienza finalizzata da Vittoria Chierici.  

Vittoria Chierici, L’Affare Morandi, Dio può essere chiuso in un tubetto di colore, 2023/2024
Acrilici e olio su tavola, cm 25 x 19
Bologna – Eastport, Maine

La mostra sarà presentata ad Arte Fiera di Bologna dal 6 al 9 febbraio 2025. Rappresenta dalla Galleria Rossi&Rossi con sede a Hong Kong e Londra.

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