La passione si sente e la Committenza si attiva 

Attento, gentile, delicato, creativo, generoso, lo sguardo penetrante, lavoratore indefesso, grande educatore, Jose Luis Ardissone è l’altra faccia del teatro: ha fondato “Arlequin Teatro” una realtà attiva che ha ormai doppiato la boa dei 40 anni e sua storia fino al 2017 è raccolta in 3 magnifici volumi, ed ora è in preparazione il quarto.

Ogni anno il cartellone ricchissimo è scandito da  capolavori, recentemente Re Lear scelto per i 70 anni del poliedrico Jose Luis Ardissone, al  “Treno entre las hoyas” simbolica trasposizione sulle scene della vita del teatro.  Emozionante lo scritto di tale Franklin Rodriguez attore, regista e drammaturgo uruguayano nel terzo  libro di cui qui riporto una frase significativa “lindo haberlo vivido para poderlo contar”. 

Il teatro Arlequin si svelò al pubblico nel 1982, subito invitandolo a guardare a un orizzonte ricco di speranza se pur gravido di dubbi… unico obiettivo il teatro come stile di vita per tutti, unica certezza una passione incoercibile. 

Osservando le diverse  programmazioni  emerge nettamente la coerenza del messaggio, un unico filo conduttore infatti sottende tutte le rappresentazioni il cui valore catarchico coinvolge gli astanti e insieme al dubbio, prim’attore anche nella vita,  offre sempre la speranza.

Incredibile toccare con mano come tutti i membri della  numerosa famiglia di Jose Luis siano parte attiva all’interno della macchina teatrale. L’indubbio talento naturale di cui godono gli appartenenti alla famiglia, è stato attentamente coltivato fin dalla più tenera età.

In questa magnifica storia sono  coinvolti naturalmente in prima persona i suoi familiari, dal primo all’ultimo. Ho avuto modo di stringere la mano ad una delle figlie Alejandra a  cui brillavano gli occhi,  e cosi i suoi fratelli tra cui Roque, ingegnere, che chi segue questa rubrica ha avuto già modo di conoscere, artista eclettico nel campo delle arti visive, ottimo scultore e grande professionista nell’edilizia che ha creato a sua volta un polo artistico culturale insieme ai suoi figli architetti e studiosi.

Insomma la cultura è l’humus in cui affonda le radici questa famiglia. Proprio da qui nascerà la voglia di estendere anche al prossimo questo esperienza. 

Nasce così nel 1983 STUDENTI A TEATRO  il progetto che permette annualmente a circa 25.000 giovani studenti di scuole pubbliche e private della capitale e dell’interno del Paese di partecipare alla rappresentazione di opere teatrali oculatamente scelte per contenuto e valori,  in modo da contribuire  alla loro formazione culturale.

Il primo e ineludibile scoglio da superare, propedeutico a tutto?  Ottenere la collaborazione ma direi di più la complicità del corpo docente. 

Non è stato facile interessare gli insegnanti e far loro comprendere l’importanza del teatro nell’educazione culturale e globale dei giovani. La pietra miliare l’ha offerta ancora una volta la cultura grazie a Garcia Lorca: “Il teatro è lo strumento migliore per la formazione di un paese, è il barometro che ne segna l’ascesa o la caduta”.

Su iniziativa dell’Arlequin teatro, I corsi di formazione sono stati affidati a Personalità di spicco della cultura paraguaiana, tra cui segnalo due studiose nate rispettivamente in Spagna e in Italia, Josefina Plá e la dott.ssa Noemí Ferrari de Nagy.

A questo primo passo, è seguito il secondo, convincere cioè i genitori degli studenti e poi gli stessi giovani della bontà dell’iniziativa. Un compito che ha richiesto poco più di sei mesi, mentre sul palco veniva eseguita “La casa de Bernarda Alba” di Lorca.

Così dal 1983 è cresciuto l’interesse di insegnanti e studenti, che hanno avuto l’opportunità di vedere opere come “Las Troyanas”, “Madre Coraje”, “El bourgeois gentleman”, “Hamlet”, “Doña Rosita la soltera”, “Nozze di sangue”, “Morte di un commesso viaggiatore”, “Pazienza ardente”, “”Romeo e Giulietta”, “Re Lear”, “Galileo Galilei”, “Edipo il re” tra gli altri, e opere della drammaturgia paraguaiana come “La terra senza il male”, “Figlio dell’uomo” e “Tuono tra le foglie” di Augusto Roa Bastos, “Il grido di Luisón”, “San Fernando”, “Il processo di Elisa” di Alcibíades González Delvalle , “Palma…dal Petit Boulevard al Lido Bar”, “Residentas, l’ultima lacrima”, “Il Paradiso di Maometto – Donne alla conquista”, “La passione di Rafael Barrett” di José Luis Ardissone stesso.

Per alcuni autori, è il caso di Roa Bastos, sono state più di 200 rappresentazioni all’anno, consentendo a circa 35.000-40.000 giovani di assistere alle rappresentazioni.

Gli spettacoli di questo programma che si affianca al cartellone ufficiale, vanno in scena dal lunedì al venerdì in due orari mattutini e due pomeridiani e agli studenti é riservato un importo minimo di 2 a 3 dollari. 

José Luis ha ideato un progetto che ha donato a migliaia di giovani deprivati di bellezza e armonia e  del  conforto e del confronto con la cultura sempre pronta a donare risposte ed esempi, una compagna ideale in ogni momento, sia brutto  che bello. Il successo è stato strepitoso quanto profondo e la storia continua…

Con “Shakespeare, amor y nosotros…” scelto per celebrare i 40 anni  si riprende la programmazione   dopo gli ultimi due anni. Lo spettacolo, diretto da Pablo Ardissone, è basato su scene di quattro opere di Shakespeare: “Amleto”, “La bisbetica domata”, “Otello” e Romeo e Giulietta”.

La Fondazione Arlequin ideata da Jose  Luis si mantiene grazie  ad una committenza diffusa, gli spettatori con i  proventi della biglietteria e i contributi di alcune aziende interessate all’arte come sistema di vita.

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.