Arte Fiera 2025
Silvano Repetto guardando il vuoto della sala

Il gesto artistico e il non-ruolo dell’artista Silvano Repetto

Al Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce si è svolta, dal 25 giugno all’8 settembre 2024, la mostra “Presenze dell’arte svizzera nella collezione del Museo di Villa Croce” con opere degli artisti svizzeri provenienti dalle collezioni patrimoniali, a testimonianza dei forti legami e delle fruttuose occasioni di collaborazione che Genova e il suo museo hanno sempre intrattenuto con lo Stato elvetico. Anna Legueurlier ci racconta l’opera di Silvano Repetto.

L’avventura spaziale non è solo prerogativa di astronauti e ingegneri: è alla portata di ciascuno di noi. E tra gli aspetti più entusiasmanti dell’avventura spaziale vi è forse questa visione della Terra – il pianeta su cui viviamo – dallo spazio. Le civiltà precolombiane già praticavano questa visione, e ne possiamo vedere le tracce. Oggi possiamo anche utilizzare Google Earth.
Possiamo immaginare di trovarci alla verticale di qualsiasi punto del globo, e possiamo trarre dalla rete un’immagine di questo luogo, per poi scendere a livello del suolo con Street View, e guardarci attorno, come in un videogioco o in un metaverso – ma in questo caso si tratta di immagini fotografiche composite della realtà fisica passata da poco, o forse da uno o più anni.
Anche quando in questo preciso istante guardo ciò che sta realmente attorno a me, si tratta più che altro di un’emanazione non solo del passato – seppur molto recente – come pure di un’esperienza che dipende sia dagli organi dei sensi che sollecito e dal mio stato fisico generale, che dai filtri e specchi della mia cultura, delle mie esperienze, della mia Weltanschauung e del mio senso della vita. 

Tutto questo osservare / agire / elaborare è per un artista sia una necessità assoluta che una performance inutile, nel senso che non corrisponde in nessun modo ad uno scopo utilitaristico, non è una procedura, e non è riconducibile a una lista di cose da fare, o eseguite con l’obiettivo di ottenere un risultato o un beneficio.

Non vi sarebbe neppure la necessità di una prova, eppure quando la creazione artistica è una necessità, un giorno o l’altro succede qualcosa. Non è possibile prevedere quale ne sarà la forma, se vi saranno delle conseguenze altre che un’ulteriore esplorazione ed un approfondimento per l’artista della sua stessa pratica, oppure quando qualcuno se ne accorgerà (come disse Alberto Giacometti delle sue opere non esposte).

Fatto sta che l’artista ha spedito una busta contenente formulari, attestati, certificati e altri elementi – proprio quelli che il sistema mondiale considera quali prove classificabili (processabili da esseri umani, oppure da algoritmi) del ruolo che possiamo assumere grazie alle competenze che ci vengono riconosciute, al valore che ci viene attribuito, alla forma regolamentare della nostra esistenza – in una bucalettere di una stazione di servizio abbandonata in mezzo al deserto dell’Australia, dove è altamente improbabile che qualcuno (a parte il postino, che a priori avrebbe comunque solo visto, soppesato e imucato la busta) sappia che è lì. 

In questo non-luogo – direbbe Marc Augé – all’ombra nella sua scatola metallica, nel mezzo di un’aridità rovente, quell’insieme di carte non marcisce. Forse l’inchiostro ridiventerà polvere. Forse un giorno qualcuno, come per gioco, aprirà quella bucalettere, quella busta, e rimarrà forse perplesso sfogliandone il contenuto. Forse nessuno avrà mai l’idea di farlo.

Australia punto di ricezione

L’opera di Silvano Repetto non è solo qui, in questo museo, in questo momento. È anche agli antipodi, in un punto del globo terrestre sperduto e inospitale, ma magnifico e grandioso come in un quadro di Georgia O’Keeffe ; nello spazio dove satelliti scattano costantemente immagini del nostro pianeta; ed ora lo è nella vostra mente, e la porterete via con voi, nelle vostre case, nelle vostre vite. Rispunterà quando meno ve lo aspettereste, come quando, facendo ordine in un cassetto, si riscopre una vecchia fotografia, una lettera, un disegno, una piuma o uno spartito: come un’ondata fatta di vissuto vi avvolge, e poi torna al mare.

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