Quando e come sei diventato artista? Cosa è stato determinante?
Diciamo che sono nato con la passione per l’arte: dall’età di sei anni ho sempre voluto diventare un grande artista. Poi, tra pause e distrazioni, ho abbandonato l’arte per un po’; ma la passione è ritornata ed eccomi qua. È il mio lavoro, e ne sono molto soddisfatto.
Determinante è l’amore per ciò che si fa senza pensare al successo e il non mollare mai.
Sei originario di Venezia; non ti è mai mancato, quindi, il polso su cosa si fa oggi in campo artistico nel mondo. Ti senti al passo con i tempi, o hai l’impressione che la realtà corra troppo veloce?
Sì, sono nato a Venezia e credo di essere fortunato. Venezia è nel mondo una citta di storia incredibile, specie per quanto riguarda l’arte. Abbiamo avuto degli artisti pazzeschi, e poi c’è la Biennale, che è l’evento artistico più importante al mondo. Sì, mi sento al passo coi tempi. Credo che le mie tematiche siano molto attuali e, come sai bene, adopero i mezzi più vari: foto, istallazioni, pittura, video. Tra l’altro, nonostante la foglia oro e i tessuti damascati tipici dell’artigianato veneziano, evidenti riprese dell’antico, siano tra i miei materiali preferiti, non disdegno materiali contemporanei come i led degli inserti luminosi.
Il correre – mi riallaccio alla domanda di prima – implica una direzione. Potresti sintetizzare, brevemente, la tua ricerca artistica tra performance, pittura, scultura e installazione?
La mia opera parla chiaro ma provoca sottilmente. Tratto tematiche sociali come le violenze o gli abusi sui minori, tematiche legate all’ambiente e tanto altro. Mi interessano soprattutto i mali nascosti: è questa la ragione per cui alcune mie figure presentano una farfalla sulla bocca in segno di censura, ma sempre con un senso secondo positivo: farfalla come immagine di liberta. Per quanto riguarda le performance e le installazioni, vado in cerca di soluzioni non autorizzate per provocare ed attirare l’attenzione del pubblico e dei media. Il metodo più diretto per sensibilizzare la gente comune è senza dubbio la strada. Non a caso, uno dei miei progetti più significativi è stato The Voice Off The Planet: 30 teschi posizionati sul capo di monumenti scelti in tutta Italia in una sola notte. Per realizzarlo, ho coordinato centocinquanta membri di XR, un gruppo di ambientalisti presenti in tutto il mondo. Il progetto fu creato al solo scopo di sensibilizzare le coscienze relativamente alla morte del pianeta e alla crisi climatica.
Qual è la tua mostra di cui sei più soddisfatto?
Senza alcun dubbio la Biennale di Venezia del 2022. Presentai cinque grandi opere per il Padiglione di San Marino. Fu davvero una grande soddisfazione.
Tratti spesso argomenti impegnati, come la violenza sui minori, o la debolezza degli artisti (condivisa da altre classi sociali) rispetto alle logiche stringenti del mercato. Eppure di questo mercato tu fai parte. Persino le immagini dedicate ai minori possono essere travisate da un male intenzionato. Quale tu pensi sia oggi il ruolo dell’artista? Quale la sua responsabilità?
È vero le tematiche sono forti ma cerco sempre, da buon italiano, di non far mancare alla mia opera leggerezza, bellezza ed eleganza e devo dire che questo connubio funziona alla grande. Il ruolo dell’artista è quello di documentare il tempo che vive, anche se non sempre è bello! Mai farsi prendere da mode o tendenze: si rischia di essere falsi con se stessi e con la gente. Perseverare è d’obbligo: se credi di farcela e non ti tiri indietro, puoi star certo che i tuoi desideri diverranno realtà.
Venezia non è solo la tua città d’origine: è il luogo in cui vivi. Come è cambiata nel corso degli ultimi decenni? Come immagini il suo futuro?
Venezia è cambiata molto. È ormai una città quasi solo per turisti. E tuttavia il suo cuore continua a pulsare. Speriamo che essa ritorni quella che era ai tempi della Guggenheim: una città viva dove incontrarsi al bar tra musicisti, poeti, narratori, pittori, intellettuali.
Tutti abbiamo dei maestri. Chi sono i tuoi?
Si contano sulle dita di una mano: Picasso, Basquiat, Mimmo Paladino e Banksy.
A cosa ti stai dedicando, a cosa ti dedicherai?
Mi sto dedicando a nuove tecniche: sento il bisogno di rendere le opere vive, in movimento, ma non voglio aggiungere altro; sarà una sorpresa.
Il mio sogno è di essere presente coi miei lavori nei più grandi musei d’arte contemporanea del mondo. I sogni vanno inseguiti.