I Frammenti di Jimmy Robert alla Thomas Dane di Napoli

La statuaria classica e l’anatomia umana sono al centro della ricerca artistica di Jimmy Robert, autore di origine guadalupense ospite con una mostra personale alla galleria Thomas Dane di Napoli.

Il progetto espositivo, denominato Frammenti, è stato concepito appositamente per lo spazio partenopeo trasformato in un “tempio classico” all’interno del quale l’artista ha allestito un’inedita riflessione sul black body.

Il numero delle opere esposte è centellinato, ma nonostante l’esigua presenza di lavori l’autore è riuscito a comporre un “equilibrio” armonico con le sale della galleria. 

La potenza degli interventi, che mescolano collage, fotografia, scultura e installazione, ha la capacità di conferire allo spazio una sacralità estraniante. La “classicità” della Thomas Dane, con le sue candide colonne scanalate e le sue modanature di matrice umanistica, combinata con il paesaggio esterno che, con “prepotenza” entra negli ambienti interni della galleria, ricordano al visitatore quando sia stata maestosa la Magna Grecia; tale combinazione diventa un assist estetico perfetto per il lavori di Jimmy Robert.

Potrebbe sbalordire la capacità di un artista originario del Mar dei Caraibi ad immergersi nella millenaria cultura mediterranea, ma va ricordato che Jimmy Robert è tedesco di adozione e lavorando a Berlino non può non essersi imbattuto in quella densa cultura sette-ottocentesca dei grandi conoscitori mitteleuropei che hanno dato vita al gusto neo-classico.

A questa ossatura culturale, di matrice classicheggiante, si aggiunge lo studio condotto dall’artista nei confronti della statuaria antica che rivela come molte sculture greche fossero state realizzate a colori. Come sostiene approfonditamente Philippe Jockey, nel suo libro Le Mythe de la Grèce Blanche, l’estetica dell’imperialismo bianco deriva dalla convinzione che le antiche sculture greche fossero state realizzate in marmo bianco. La tecnologia fornisce oggi la prova inconfutabile della presenza della policromia in tutta la scultura classica, compreso il Partenone, l’icona suprema della “Grecia bianca”. 

Così come riporta la nota stampa che accompagna la mostra: «È in questo contesto che si colloca Robert. Partendo da immagini di vari frammenti di sculture policrome, Robert presenta una serie di ‘composizioni’ che gettano luce su come un’immagine o una scultura, e per estensione la storia, possano essere accuratamente costruite. Come arcipelaghi di isole che emergono dal mare e che collegano strati geologici nascosti, i frammenti archeologici di Robert sono uniti in una genealogia, in cui ogni elemento intrecciato è dipendente dal successivo. Collegando ogni isola alla successiva Robert crea una narrazione che sovverte l’accettazione fissa di quella che è la comprensione della storia». 

Gli otto lavori di Jimmy Robert sono il risultato di un collage e di una ridefinizione di immagini di sculture classiche a Napoli e dintorni. Le opere sono state incorniciate in vari modi, spesso non ortodossi, ampliando l’interesse dell’artista nell’esplorazione delle possibilità della carta come mezzo fotografico ma anche scultoreo. 

Il risultato finale è un vero e proprio “collasso” dei linguaggi adottati dall’artista anche se rimane forte il legame che ha con la performance, il medium privilegiato da questo autore. 

La mostra, ad ingresso libero, potrà essere visitata fino al 5 agosto secondo gli orari della galleria. 

Info: www.thomasdanegallery.com