
Non siamo più soli, ci accompagna per la visita della mostra un dipinto di grande dimensioni (138×167) carico di simboli il “Pastore delle anime” esposto negli spazi della Galleria Niccoli. Figlio spirituale con Jannis Kounnelis e Pino Pascali del poeta e pittore Toti Scialoja, impregnato dalle indagini del quotidiano rigore teatrale di Konstantin S. Stanislavskij, dal teatro bionico di Vsevolod Èmil’evic Mejerchol’d, dal rigore politico di Erwin Piscator, dalle indagini sul gesto e la parola di Bertolt Brecht, dalla religiosità di Gerzy Grotowski e dai rituali di Tadeusz Kantor, Bruno Ceccobelli assorbe e ripropone tramite i suoi lavori la cancellazione definitiva dell’aggettivo per lasciare ampio respiro al verbo intimamente legato alle tematiche dell’organicità e dell’autenticità. La tela è prima di tutto uno spazio, il palcoscenico per eccellenza del segno e del colore dove vive, ma non recita l’attore-colore o l’attore-segno. È lì la differenza fondamentale dove si annida l’inquietudine del fare creativo di Bruno. Il colore, il segno non debbono recitare un paesaggio, un personaggio ma vivere per incarnare l’avventura misteriosa dei pionieri dell’autenticità. Invaso di luce con l’ “Occhio solare” si illumina il sentiero della perfezione. È un alfabeto di raggi sprovvisto di uscita d’emergenza. Presente, l’occhio di “Iride” che indica il percorso per raggiungere il guerriero “San Michele” con il motto: Chi è come Dio?
Non si sopporta il termine riciclaggio nel linguaggio artistico, è un termine legato al mondo industriale. Se un lavoro artistico è tinto di autenticità, quando mai l’autenticità si ricicla? Le opere “Vale Verdi” e “Wood Chop” di Auro&Celso non debbono recitare una gara ma vivere e provocare le dovute emozioni immerse nella pura verità e la risurrezione dei materiali adoperati. Il dipinto di René Ghislain Magritte recita una pipa. Ma non è una pipa Insiste lo stesso Magritte dando come titolo all’opera: ”Ceçi n’est pas une pipe”. Con questa ottica vanno vissuti gli undici lavori esposti di Auro&Celso. Il lavoro “Autogeneratrice” accelera il pensiero “bionico” teorizzato da Mejerchol’d e fugge dagli stereotipi per approdare nei porti di nuovi linguaggi. Un video “Pneumagrafie” dei due fratelli, sotto il canto degli uccelli, svela i segreti della fabbrica dei dipinti adoperando come pennelli gomme, biciclette e l’inseparabile Bobcat. La serie “Breakfast in the Grass” tormenta la materia del segno come attori feriti per approdare sul palcoscenico della vita.