How will we live together? 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia

How will we live together? Come vivremo insieme? Se l’architettura deve rispondere anche alle esigenze antropiche, questa è la domanda chiave da porsi in tempi pandemici di distanziamento sociale, reinventando perciò modalità di convivenza e socialità. Presentata oggi alla stampa la 17esima Mostra Internazionale di Architettura a cura di Hashim Sarkis che si terrà a Venezia da sabato 22 maggio a domenica 21 novembre 2021, ai Giardini, all’Arsenale e a Forte Marghera. La preapertura avrà luogo nei giorni 20 e 21 maggio, la cerimonia di inaugurazione si svolgerà sabato 22 maggio 2021

Saranno 112 i partecipanti alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia quest’anno a cura di Hashim Sarkis, architetto libanese, professore e decano della School of Architecture and Planning presso il Massachusetts Institute of Technology. I partecipanti provengono da 46 Paesi con una maggiore rappresentanza da Africa, America Latina e Asia e con uguale rappresentanza di uomini e donne. La Mostra sarà organizzata in cinque aree tematiche, tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet. 

Parte della mostra è anche “How will we play together?”, contributo di 5 architetti internazionali, autori di un progetto dedicato al gioco allestito a Forte Marghera e aperto alla cittadinanza.

Questa edizione comprende anche una serie di partecipazioni fuori concorso mentre La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum, London presentano per il quinto anno consecutivo il Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate (Arsenale, Sale d’Armi A) dal titolo “Three British Mosques”. 

Quest’anno la 17esima Mostra Internazionale di Architettura incrocerà il 15esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea dal 23 luglio al 1° agosto, ospitando all’Arsenale, nella sezione della Mostra intitolata “Among Diverse Beings”, le installazioni e i danzatori-coreografi di Biennale College. 

63 partecipazioni nazionali animeranno gli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, con 4 paesi presenti per la prima volta alla Biennale Architettura: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, è a cura di Alessandro Melis, professore di innovazione dell’architettura presso l’Università di Portsmouth.  

Sono 17 gli Eventi Collaterali: organizzati in diverse sedi della città di Venezia, propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra. 

La Biennale dedica anche quest’anno il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie e agli Istituti di Formazione Superiore. L’obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno e la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente. Nel corso dell’ultimo decennio La Biennale ha dato crescente importanza all’attività formativa, sviluppando un forte impegno nelle attività “Educational” verso il pubblico delle Mostre, le università, i giovani e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. Nella Biennale Architettura 2018 e Biennale Arte 2019 sono stati complessivamente 114.672 i soggetti coinvolti, di cui 68.205 i giovani partecipanti alle attività Educational. Anche per il 2021 è prevista una generosa offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano al coinvolgimento attivo dei partecipanti e sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale, suddivisi in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio. 

Il programma della 17esima Mostra Internazionale di Architettura è arricchito dai Meetings on Architecture, incontri con architetti e studiosi di tutto il mondo. I protagonisti cercheranno d i rispondere alla domanda “How will we live together?” in una serie di dialoghi sulle nuove sfide che il cambiamento climatico pone all’architettura, sul ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane, sulle nuove tecniche di ricostruzione e le forme mutevoli dell’edilizia collettiva; sull’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto, sul rapporto tra curatela e architettura. 

“L’attuale pandemia globale – ha spiegato Hashim Sarkis – ha senza dubbio reso la domanda posta da questa Biennale ancora più rilevante e appropriata. Può senz’altro essere una coincidenza che il tema sia stato proposto pochi mesi prima della pandemia. Tuttavia, sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, tra le altre –  a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti. Non possiamo più aspettare che siano i politici a proporre un percorso verso un futuro migliore. Mentre la politica continua a dividere e isolare, attraverso l’architettura possiamo offrire modi alternativi di vivere insieme. La Biennale Architettura 2021 è motivata dai nuovi problemi che il mondo sta ponendo all’architettura, ma è anche ispirata dall’attivismo emergente di giovani architetti e dalle radicali revisioni proposte dalla professione dell’architettura per affrontare queste sfide.” 

E sono proprio queste ragioni la premessa che hanno portato all’attribuzione del Leone d’oro speciale alla memoria di questa edizione a Lina Bo Bardi, architetto che meglio di ogni altro rappresenta il tema della Biennale Architettura 2021. “La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore (convener) – ricorda Sarkis – nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza.”

Il catalogo ufficiale, dal titolo “How will we live together?”, è composto di due volumi. Il Volume I, a cura di Hashim Sarkis, è dedicato alla Mostra Internazionale. Il Volume II è dedicato alle Partecipazioni Nazionali e agli Eventi Collaterali. La proposta editoriale è affiancata da due volumi in lingua inglese, dal titolo “Co-Habitats” ed “Expansions”, che riflettono sui temi sviluppati dalla Mostra.