Flebas il fenicio, morto da due settimane,
T.S Eliot, “Morte per acqua” da La Terra Desolata (1922), trad. Massimo Bacigalupo
Dimenticò il grido dei gabbiani, la profonda onda lunga
del mare
E il profitto e la perdita.
Una corrente sottomarina
Gli spolpò le ossa in bisbigli. Mentre saliva e cadeva
Passò le tappe della sua vecchiaia e gioventù
Entrando nel vortice.
Gentile o giudeo,
O tu che giri la ruota e guardi sopravvento,
Considera Flebas, che fu alto e bello come sei tu.
Casa Masaccio | Centro per l’Arte Contemporanea, ha il piacere di ospitare While We Were Sleeping, prima mostra personale in un’istituzione museale di Lewis Hammond (1987). Il concepimento di questo progetto si sviluppa a partire da un periodo di ricerca che l’artista, ospite dell’Artist-in-Residence-Program, ha trascorso in Toscana nello scorso autunno, studiando la storia dell’arte del territorio.
Un apprezzare la discendenza e la conversazione tra le opere d’arte, per quanto ampia possa essere la distanza temporale tra le vite degli artisti, si coniuga nella pratica artistica di Lewis Hammond a un coinvolgimento con la storia della pittura e alle modalità con cui questa possa essere utilizzata per riflettere sul tempo e lo spazio in cui esistiamo. Il percorso espositivo accoglie il visitatore con l’immagine di una figura che annega in acque inclementi e rimanda a motivi di riflessione che vengono espressi attraverso il simbolismo della figurazione.
I versi di Morte per acqua da “La Terra Desolata” di T.S. Eliot, con le loro variazioni tonali e meditative, con i loro diversi registri espressivi, fanno da ideale struttura portante a tutto l’impianto espositivo e ci inducono a ripensare la nostra stessa mortalità. Una sorta di presenza testuale continua questa che illumina lo sfondo delle immagini sciogliendosi in un movimento aforismatico, tra evocazione visionaria e iconicità scenica. Il concetto di trasformazione, dal fiorire all’appassire, dalla nascita alla morte, dal principio alla fine, e l’oscillazione tra queste polarità, struttura lo svolgersi della mostra.
La rappresentazione si ambienta in paesaggi immaginari privi di presagi e nostalgia, interni asfissianti, notti buie e
fiamme di vulcani, pece e fuoco e una terra che sta per essere sommersa da un diluvio rosso, come annotava Walter Benjamin definendo la sua poesia “veramente politica”.
“Molti dei miei dipinti rappresentano persone in uno stato di disorientamento mentre i loro corpi appaiono mutilati, moltiplicati o mutati. I corpi assorbono la violenza di un presente distopico e violento, di spazi omogenei e riduttivi nei quali gli individui si trovano in una perpetua ricerca di identità” – dichiara con fermezza l’artista alludendo ad una condizione di privazione di umanità che della semiotica non sa più nulla.
Sulle pareti della “casa”, tra i materiali a crudo della sua architettura alternati a monocromi a terra verde, come era tipico per i chiostri al tempo di Masaccio, la pittura di Lewis Hammond accoglie i riverberi di un intangibile orizzonte additando una soggettività senza più soggetto, dislocata da un luogo proprio e originario e gettata in uno spaesamento ontologico.
La perfezione dell’origine fa spiccare meglio la caduta e Flebas, il fenicio, ha dimenticato il grido dei gabbiani.
Casa Masaccio | Centro per l’Arte Contemporanea
Corso Italia, 83 – San Giovanni valdarno (AR)
Lewis Hammond – While We Were Sleeping
fino al 5 giugno 2021
www.casamasaccio.it