Gerhard Merz
Gregorio Botta
Gregorio Botta - È una cosa naturale, 2023. Courtesy dell'artista e della galleria Simondi

Gregorio Botta – È una cosa naturale

Gregorio Botta torna a Torino con una mostra tutta incentrata sul suo rapporto con la natura, in perenne tensione e allo stesso tempo inevitabile.

“Perché l’hai fatto?” “Perché sì, è una cosa naturale”. Da una semplice domanda deriva un’altrettanto semplice risposta di Gregorio Botta, classe 1953, napoletano di nascita e romano d’adozione.
Da anni, ormai, le sue opere trovano casa negli spazi della galleria torinese Simondi e, anche in questa occasione, si presentano nel loro essere delicate ed effimere.

Colori tenui e materiali delicati, cifra stilistica di Botta, tornano a raccontare il rapporto dell’artista con la natura, il suo trovare in lei rifugio e conforto di fronte alle incognite e all’essere perennemente in potenza. L’artista infatti restituisce al meglio la tensione racchiusa in un’azione o in un oggetto, di un qualcosa che potrebbe diventare o essere altro, e chi guarda è portato a vivere la stessa tensione in attesa del culmine. Un culmine che non è detto si raggiunga. Il nostro è sempre un volere di più, un’incessante tensione al sapere, cercando risposte e indagando a fondo pur di andare appena oltre quel velo di Maya che cela agli occhi la verità più profonda. 
Ecco che la serie Notturno (I-V) (2023) esemplifica in concreto il modo in cui Gregorio Botta vive e percepisce la ricerca di risposte a domande che rimangono sospese a mezz’aria tra la parete e l’impronta di nerofumo impressa su una lastra di vetro. La rappresentazione artistica rende lo spettatore partecipe attivamente, in quanto invitato a prendere il posto dell’artista e sperimentare in prima persona quella curiosità che spinge ad aguzzare lo sguardo oltre l’ostacolo. Le zone oscurate, infatti, impediscono la fruizione limpida di ciò che è posto dietro la lastra di vetro, come se si trattasse di una teca. È una cosa naturale, assunto a titolo della mostra, sta proprio a sottolineare la naturalezza di questo atteggiamento, soprattutto in un mondo e in una società in cui la navigazione nella realtà virtuale lo sta mano a mano dematerializzando. Nello scambio epistolare riportato all’interno del comunicato stampa, Gregorio Botta giust’appunto calca sul termine cosa, sulla sua necessità di vicinanza a ciò che lo circonda, a ciò che è materia, natura. Quella cosa che lui stesso plasma, rispettandola e valorizzandola, è l’essenza della sua arte che in Noli me tangere (2022) si manifesta appieno: leggendo l’opera da destra verso sinistra, è semplice intuire la trasformazione di gocce di sangue in foglie, un processo di guarigione immortalato su carta di riso. La natura intima del legame tra Botta e i suoi lavori affiora così, con colori tenui e materiali delicati, per poi scatenarsi in ognuno di noi a braccetto col proprio vissuto.

Gregorio Botta, Notturno (I-V), 2023, carta di riso, cera, vetro, elementi naturali, nerofumo, 42x30x4 cm
Courtesy dell’artista e della galleria Simondi
Gregorio Botta, Noli me tangere, 2022, carta di riso, cera, elementi naturali, 175x45x4 cm
Courtesy dell’artista e della galleria Simondi

Galleria Simondi
via Della Rocca 29, 10123 – Torino
Gregorio Botta – È una cosa naturale
fino al 23 dicembre 2023
info: martedì-sabato, 15.00-19.00 (mattino su appuntamento)
https://simondi.gallery/it/