Più personale di così.
Già dalle opere che si intravedono dall’ingresso vetrato di Galleria Christian Stein è chiara l’intenzione della personale Qui dove sono. Senza la necessità di entrare, dal portico nord-ovest del cortile di Palazzo Cicogna è infatti visibile una commistione di elementi nuovi e tradizionali che insieme concorrono alla messa in scena di quel familiare linguaggio fatto di classicità, mito e storia firmato Giulio Paolini (Genova, 1940).
9 sono le opere che Paolini decide di mettere in mostra. Oscillanti tra il 1987 e oggi, l’esposizione è arricchita dalla presenza di 3 opere realizzate per l’occasione. Curatore e artista mettono in scena il continuo tira e molla che Paolini gioca con la bellezza ideale, il ricordo, la proporzione.
Precisamente a 3/4 della sala, un seducente Ganimede celliniano calpesta, al di sopra del suo monolitico piedistallo, un plexiglas raffigurante uno sventurato Icaro mentre un antico globo si adagia noncurante sulla lastra.
Il gusto neoclassico di In volo (Icaro e Ganimede) (2019 – 2020) lascia spazio sulla parete di sinistra alla conturbante ciclicità de La casa brucia (1987 – 2004) che, forte dei suoi 43 collage, colpisce con la forza espressiva delle fotografie di un edificio in fiamme unite a frammenti lacerati di riproduzioni fotografiche raffiguranti mostre precedenti, opere, fogli. Un’opera in divenire.
Quinta teatrale è Vis-à-vis (Kore) (2020) che descrive la silenziosa conversazione tra le parti di una stessa testa di Kore mozzata.
Ma, mentre l’opera sancisce l’indifferenza dello sguardo fissato in un quadro o in una scultura nei confronti dell’autore o di un potenziale visitatore in quanto «riflette in sé la domanda sulla sua stessa presenza» (Paolini), la sua collocazione suggerisce un curioso dialogo. La democratica apertura della Galleria verso i visitatori del cortile di Corso Monforte 23 trova infatti un felice parallelismo originato dalla precisa disposizione voluta dall’artista per 3 delle sue opere in mostra. La Galleria si affaccia sullo storico giardino di Palazzo Cicogna mediante tre aperture e se con Vis-à-vis (Kore) (2020) e la frammentaria autobiografia di Passatempo (1992) creano un gioco di riflessi e inediti punti d’osservazione, per Qui dove sono (2019) danno origine ad una corrispondenza e un’estensione reali della prospettiva in disegno e collage della torinese Piazza Vittorio Veneto. Al pari di un crocifisso o una mezuzah La volta celeste (2020) veglia sulla soglia che conduce al termine del percorso. Appendice dello spazio espositivo, l’intimità e il raccoglimento dell’ufficio incorniciano le ultime 3 opere in mostra: Studio per “Qui dove sono” (2018), Un primo appunto (2020) e A Christian (15.04.2020) da Giulio (2020), esplicito e commosso omaggio a Christian, o meglio, Margherita Stein (1921-2003) dirimpettaia dell’artista.
Rinviata causa pandemia Qui dove sono (30 settembre 2020 – 16 gennaio 2021) rappresenta, insieme a Il Mondo Nuovo (15 Giugno 2020 – 03 Ottobre 2020) ospitata da Massimo De Carlo in Palazzo Belgioioso, uno dei due atti espositivi milanesi di Paolini.
Qui dove sono è un racconto autobiografico che sceglie di non nascondere il valore prodotto dalle dinamiche interpersonali e il rapporto do ut des artista-gallerista si trasforma in un intimo scambio di valore.
Paolini presenzia all’inaugurazione del 30 settembre ma decide di non spingersi oltre l’ingresso della Galleria. Alla riservatezza e al riserbo che da sempre contraddistinguono il maestro torinese d’adozione si contrappone il lapidario Qui dove sono.
Chiaro è il messaggio: una retrospettiva personale, una nuova produzione, amicizia e riconoscenza qui, dove sono.
Giulio Paolini
QUI DOVE SONO
dal 30 settembre 2020 al 16 gennaio 2021
Orari d’apertura
Lun-Ven 10-19
Sabato 10-13 I 15-19
Galleria Christian Stein
Corso Monforte 23, – 20122 Milano