Giua e Genova Arte Musica e Salute Parkinsong

Artista a tutto tondo, esuberante appassionata tenace spiritosa grintosa semplicemente curiosa. Il suo habitat fatto di colori e note si sposa spesso e volentieri con il teatro, un vero brillante dalle mille sfaccettature. L’onnipresente chitarra e i colori accompagnano Guia ovunque, da Firenze a Shanghai, da Genova a Madeira, da Malta, ad Alice Bel Colle come in tutte le Città toccate da ARTOUROilMUST suo grande amico ed estimatore.

Figlia della famosa Genova dei cantautori, uno per tutti Fabrizio De André, come lui è innamorata del centro storico di questa magica Città. Mamma di un magnifico bambino, tra un un dipinto e una piece teatrale trova il modo di pensare ad un coro che dia voce ai famosi vicoli, “i caruggi”. I partecipanti dapprima incuriositi, si appassionano e si prodigano. Il coro spicca il volo, sembra inarrestabile ma lo stop come ben sappiamo è in agguato, e arriva, inevitabile a colpire tutti. Dopo un primo momento di sconforto Giua comincia ad esplorare le opportunità del lockdown… reagisce e convinta com’è che l’arte e la musica siano un toccasana per la salute psicofisica, mette la sua esperienza a disposizione dell’ospedale San Martino a Genova. Partecipa ad un bando, che vince, e compone un nuovo coro per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da Parkinson. So che non mi crederete ma vi assicuro che al di là del virus che tutto copre come un cretto di Burri, ci sono patologie di ogni tipo, da quelle banali a quelle feroci e Giua decide di occuparsi dei malati “tradizionali”. Un’impresa impossibile, ma i sogni mettono le ali alla passione e si avverano più spesso di quanto si possa immaginare.

Ed ecco Parkinsong, questo il titolo davvero geniale del nuovo Coro. A Giua viene affidata la direzione artistica dell’impegnativo progetto totalmente finanziato dal Fresco Parkinson Institute Italia su proposta della prof.ssa Laura Avanzino membro della Fondazione stessa.

Sentiamo direttamente da Giua, cos’e la Fondazione Paolo Fresco.
Giua – Il Fresco Parkinson Institute Italia nasce da un’idea di Paolo e Marlene Fresco, con l’obiettivo di poter contribuire al miglioramento della qualità della vita attraverso il coinvolgimento di tanti professionisti, dai neurologi a tutti i professionisti sanitari e non, che si occupano dei pazienti affetti da malattia di Parkinson, unitamente ai caregivers, pilastri essenziali per sostenere il percorso di vita dei pazienti.La Fondazione Parkinson Italia ha dato vita ad un Network costituito da un gruppo di centri, tra pubblici e privati, come il Centro per la Malattia di Parkinson e i Disordini del Movimento dell’IRCCS Policlinico San Martino di Genova, che ricevono supporto dalla Fondazione Paolo e Marlene Fresco. Il Network, propone modelli di cura integrati insieme a progetti di educazione, di ricerca e di sensibilizzazione. I programmi sviluppati dal Network adottano un approccio multidisciplinare e comprensivo con programmi che hanno caratteristiche uniche anche a livello internazionale.

L’Associazione che nomini ha ricevuto l’incarico o si muove in autonomia?
Il progetto è indipendente dall’Associazione Ligure Parkinson, che però ha ricevuto “l’endorsment” ed ha partecipato alla diffusione dell’iniziativa.

Quando avete iniziato?
Nonostante il lockdown il progetto è partito, in modalità online ad Ottobre 2020. Tante le difficoltà operative, ma la Pandemia non ci ha fermati anzi è stata l’occasione di trovare nuove modalità. Il progetto terminerà quest’estate ma stiamo già lavorando per continuare l’avventura del coro anche l’anno prossimo.D – Come hanno risposto i pazienti?Giua: Con grande entusiasmo. Si è creato da subito un rapporto fresco, allegro, interessato, vivace, condizioni che favoriscono la riuscita di questo progetto: sto imparando tantissimo dalla loro “verve”, dal loro modo di non farsi definire dalla malattia, e per me trovare strade e modalità per rendere la musica più facilmente fruibile, più utile a loro è di continuo spunto: mi porta a capirne ancora di più il valore e l’efficacia.

Cosa hai dovuto inventarti per coordinare il coro rispetto al solito?
Il fatto di non poter svolgere il coro in presenza è stato un fattore che inizialmente mi ha spaventata, sia per la mancanza appunto del “corpo”, sia per le difficoltà tecniche che si incontrano usando le piattaforme on line: non si può cantare in contemporanea, c’è un problema di latenza, di ritardo, ogni tanto ci sono problemi di connessione, oltre al fatto che gli stessi pazienti sono dovuti diventare abili a padroneggiare computer e cellulari. E sono diventati bravissimi.Visto il loro entusiasmo ho trovato immediatamente le energie e le idee, che strada facendo sto puntualizzando sempre di più, per riuscire comunque in questa impresa: e così con video, esercizi, registrazioni, pazienza e allegria, stiamo riuscendo con grande soddisfazione a cantare insieme.Chi lavora con te al progetto ?Siamo un bel team composto da alcuni ricercatori dell’Università di Genova (DIMES – DINOGMI) e dell’IRCCS Policlinico San Martino che fanno parte di un’equipe multidisciplinare composta da neurologi, psicologi, fisioterapisti e logopedisti. Il responsabile della parte di ricerca è la prof.ssa Avanzino mentre per quanto riguarda il la direzione artistica del coro e la realizzazione dei brani sono io la responsabile.

Quanti siete nel Team?
Venti, tra cui il responsabile dei progetti Fresco del Centro per la Malattia di Parkinson e i Disordini del Movimento dell’IRCCS Policlinico San Martino di Genova e professore Associato presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale (DIMES) dell’Università di Genova e dalla prof.ssa Elisa Pelosin professore Associato presso il Dipartimento di Neuroscienze (DINOGMI) dell’Università di Genova.

Un saluto radioso le inonda il viso circondato da una nuvola di capelli rossi mentre mi saluta già con la testa alle prossime prove. Che dire? Ancora una volta Arte e Committenza ė un binomio vincente e oggi più che mai sono le due facce di una stessa medaglia.

Qui il coro di per Natale

Tiziana Leopizzi

Architetto, giornalista iscritta all’albo da circa 25 anni, è stata nominata accademico ad honorem per la sua scelta di diffondere i valori dell’arte e della cultura in modo semplice e trasversale. È membro quindi dell’AADFI l’Accademia delle Arti del Disegno, la più antica d’Europa, voluta da Cosimo I e Giorgio Vasari nel 1563, che vanta come primo Accademico Michelangelo. Recentemente nel 2018 è stata nominata Ambasciatore della Città di Genova nel Mondo. Il suo mentore è Leonardo da Vinci il cui CV che non manca occasione di pubblicare, è fonte di saperi inestimabili per tutti noi. Usa l’arte come strumento di comunicazione realizzando progetti in Italia e all'estero.