Giorgio Morandi e Bertozzi & Casoni – Less Is More

Dopo l’esordio nei primi anni Ottanta tra le mura della Galleria Maggiore gam, Bertozzi & Casoni tornano ad esporvi con una mostra floreale che omaggia e conversa con le opere del Maestro Giorgio Morandi

Sono numerosi gli artisti contemporanei che negli anni hanno guardato l’opera di Giorgio Morandi per renderle omaggio o creare lavori ad essa ispirati. E’ il caso del conterraneo Luigi Ontani e delle sue oniriche ceramiche policrome in cui il sacro si mescola al profano e l’Oriente incontra l’Occidente, dell’artista inglese Tacita Dean con il video in pellicola otto millimetri girato nello studio del Maestro bolognese o di Tony Craigg e della sua grande e fragile composizione Eroded Landscape, acquistata dal Museo Morandi nel ’99, che accoglie in un misterioso equilibrio un assemblage di bottiglie, vasi, bicchieri, avvolti in un’atmosfera dalle suggestioni metafisiche. Si muove nella medesima direzione la mostra proposta dalla Galleria Maggiore g.a.m di Bologna che da un lato ha come obiettivo quello di celebrare Morandi, artista di indiscussa fama internazionale e figura chiave del territorio, e dall’altro di esporre lavori recenti partoriti dalle suggestioni scaturite dall’osservazione dell’opera del Maestro, in questo caso i d’Aprés Morandi del duo emiliano Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni, realizzati nel 2019 e apparsi per la prima volta in occasione della mostra Elogio dei fiori finti presso gli spazi museali del Mambo, nelle sale a lui dedicate.

L’allestimento della mostra dal titolo Less is more, mutuato dalla celebre frase dell’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe, padre del Razionalismo nonchè uno tra i maggiori esponenti del Movimento Moderno, è un’ode al minimalismo, approdo a cui si arriva dopo un lungo lavoro finalizzato a raggiungere l’essenzialità, in cui non vi è più nulla da aggiungere o sottrarre. Less is more ben condensa l’anima che avvolge l’universo poetico morandiano ovvero quello di dare risalto al processo di sintesi come passaggio ultimo a un passo dal sublime, insieme alla volontà sottesa al progetto dell’esposizione, rivolto perlopiù all’indagare il soggetto delle composizioni floreali, uno dei temi più cari al Maestro.

All’interno del percorso espositivo, ad intervallare il tema floreale, sono stai inseriti alcuni disegni, oli, incisioni con le celebri nature morte solitamente composte da bottiglie, vasi, ciotole, lumi e caraffe disposte su ripiani monacali e con i paesaggi tosco-emiliani dalle influenze cézanniane che accompagnavano le visioni dell’artista durante i soggiorni estivi nella sua seconda casa di Grizzana.

I fiori immortalati dal “pittore del silenzio”, unici protagonisti della tela, inseriti dentro a vasi bianco latte dalle fogge allungate, esili o tondeggianti, a volte più elaborati o recanti qualche piccolo motivo decorativo, nel primo periodo giovanile erano ispirati da mazzolini di fiori freschi, sostituiti, in seguito, dai prediletti fiori secchi o di seta quasi la loro copia dovesse partire da uno stato inalterato per poi preservarlo, destinato a coglierne l’essenza e consegnarli a un’eternità sospesa.

Quei bouquet rarefatti, dipinti, incisi, disegnati, attraversati dalla grazia e dall’incanto, che inizialmente risentivano della pittura di Renoir, Cézanne, Rousseau,  Chardin per poi configurarsi negli anni ’50 come pure forme geometriche circolari, spesso erano concepiti per essere donati a sorelle, amiche o amici come Longhi, Montale, Zurlini e De Sica, in occasione di ricorrenze speciali o in segno di stima e affetto. Una loro raffinata selezione trova accoglienza nelle eleganti sale della galleria dove pochi pezzi scelti, misurati, sospesi a parete si specchiano con i loro doppi a contrasto, materici realizzati da Bertozzi & Casoni in un’inconfondibile ceramica –che da sempre è il loro marchio distintivo- posti su piedistalli immacolati a reinterpretare le composizioni floreali in chiave iperrealista, opulenta e barocca in un tripudio di tonalità ad alto impatto estetico dai colori pastello e bagnate da una luce brillante.

Il tema della vanitas e del memento mori, simboleggiato in questo caso dalla caducità del fiore, affrontato dal duo di artisti tante volte attraverso una fantasiosa presenza di teschi o tavole disseminate da avanzi di cibo e pile di piatti dei Minimi avanzi, a sottolineare appunto la transitorietà della vita, è attraversato dalla materializzazione di insetti, coleotteri cangianti e leggiadre farfalle, elementi vitali. Guardando quei coleotteri dai corpi iridescenti o i cervi volanti sormontati da corna bizzarre che si posano enigmatici sui fiori plastici e sembrano impersonare l’anima dell’artista che in questi rivive, è impossibile non pensare alle parole scritte dal Brandi ”Morandi prima di dipingerli, amava i fiori sulla pianta, li coltivava, tagliava le sue rose sotto il bocciolo e le disponeva sull’orlo del vaso, fitte come un bouquet da sposa. Nessuno aveva mai disposto i fiori a quel modo, se non forse il Beato Angelico nel polittico di Perugia. Morandi ne ha tratto visioni nitide come l’alba, con quella luce fresca che penetra fra i petali, quasi ci si depositasse o li visitasse, immateriale insetto alato”. La mostra prosegue speculare nella sede milanese della galleria (visitabile su appuntamento) e con l’esposizione nella sala dedicata a Morandi nella biblioteca omonima all’interno di ACP – Palazzo Franchetti a Venezia, dove l’artista bolognese è presente, accanto a una vasta raccolta di materiale bibliografico, con una curata selezione di acqueforti e opere su carta, insieme ad opere di Bertozzi & Casoni, Sissi e Ontani che rendono omaggio al Maestro, in un’ottica di progetto culturale diffuso.

Bertozzi & Casoni e Giorgio Morandi “Less is more”

12 febbraio – 31 maggio 2022

Galleria d’Arte Maggiore g.a.m. Bologna

Via D’Azeglio, 15

info@maggioregam.com – www.maggioregam.com

www.acp-palazzofranchetti.com