La sequenza di immagini sorprende e cattura l’attenzione anche del passante più frettoloso. Curioso, sensibile, attento, Guendani ha saputo cogliere l’anima della Città. In pieno centro via XX settembre e a Piccapietra, il quartiere così ricco di storia che raso al suolo fu ricostruito in maniera traumatica inserendosi prepotentemente in un contesto delicato, oggi tornano a nuova vita grazie ad Axpo, committente della mostra che celebra così i suoi vent’anni al servizio dell’ ecosostenibilità. La “cornice” abbarbicata tra montagna e mare, dove poesia e sfida si intrecciano in una spirale continua, ha sempre stregato poeti e intellettuali per la sua bellezza. Uno per tutti Petrarca che la definì definì superba.
Le gigantografie di Stefano Guindani ne colgono poeticamente gli aspetti contraddittori, affascinanti, curiosi, caratteristici, e la città da nord a sud da est a ovest a picco sul mare, è riassunta sui pilastri del loggiato di via XX Settembre, la storica via principale di comunicazione creata a tavolino nella grande rivoluzione urbanistica di fine Ottocento, e a Piccapietra utilizzando in modo intelligente il vuoto lasciato dalla mitica Rinascente.
Genova è una lingua di terra stretta tra mare e montagna, l’orografia spiega il carattere chiuso dei genovesi impossibilitati a incontrarsi per strada, non esistendo piazze per il passeggio. Lo spazio è essenziale. Le immagini di Guindani ne hanno colto però lo spirito coraggioso e tenace, senz’altro audace e poetico allo stesso tempo.
Pare che il fotografo giramondo non conoscesse la Città ma a suo stesso dire, girandola in lungo e largo per i necessari sopralluoghi, ne sia stato completamente catturato.
E questo innamoramento è il light motiv del percorso compiuto dall’artista. La mostra al di là di una mera piacevole esposizione, svela l’anima di “Genova Meravigliosa” com’è stata ribattezzata recentemente dal Sindaco Bucci, e in effetti è un brillante dalle tante sfaccettature.

La città vulnerabilissima non ha retto alla rivoluzione industriale che l’ha violentata, cancellando parchi, castelli, spiagge. Soprattutto il Ponente, l’unica zona vagamente pianeggiante preferita dall’aristocrazia per secoli, subì lo scempio dovuto all’industrializzazione della fine dell’Ottocento esplosa poi nel Novecento.
Resiste coraggiosamente Villa Bombrini Dufour sede di Elsag, le ville barocchetto genovese che il Comune ha cercato di salvare facendone contenitori di cultura. Così il parco pluripremiato di Villa Doria a Pegli, dove il Museo come lo splendido Palazzo Reale è stato privato dell’ accesso al mare. Se a Pegli il pendio naturale è stato divorato delle costruzioni, a Palazzo Reale l’accesso è sbarrato dalla “diga” costituita da un mercatino rionale , che sarebbe sufficiente spostare di qualche metro al di là dell’arteria che costeggia il lungomare, per ridare lustro e dignità al regale edificio.
Quanto era sopravvissuto all’urbanistica post-unitaria per aprire le grandi arterie di parigina memoria, fu distrutto negli anni 70 per creare il punto nevralgico del business, consacrando un concept culturale errato che fece fulgore nel secolo scorso da cui si prendono le dovute distanze. Le città moderne abbandonando la crescita a spirale tipica del borgo crearono “poli”, operativi da un lato e dormitori dall’altro, ghetti invivibili con conseguenti spostamenti quotidiani di masse,e purtroppo conosciamo bene ciò che ne è seguito. Il concept fortunatamente ha mostrato la corda e mi fa piacere constatare che si cominci a prenderne le distanze intuendo la necessità di tornare ai borghi, habitat ancestrale naturale ad ogni essere umano. Bisogna incentivare questa tendenza e mi fa piacere citare a questo proposito Charlie mc Gregor l’ideatore del concept di The Student Hotel ne testimonia con il suo inarrestabile successo, la validità.

La realtà è sotto gli occhi di tutti, noi possiamo essere fortunati utenti di palazzi del Duecento, del Trecento e via così ma per sfruttare vivendoli gli spazi degli anni 70 bisogna reinventarsi. Gli scatti di Guindani, come anticipato sono proprio le grandi vetrine dell’ex spazio Rinascente supporto alle gigantografie, punteggiate da meravigliose poesie, a farci cogliere il percorso indicando la rotta.
I Committenti hanno saputo cogliere la sfida rimettendo al centro Il quartiere devastato prima dal conflitto mondiale e poi dalle speculazioni edilizie e grazie a questo eccellente fotografo il cuore del business a Genova torna a battere.
Grazie quindi ad Axpo che ha dato il suo apporto come committente rimediando con questa gesto di amore e di speranza ad una situazione complessa. Arte e committenza il binomio che ha reso grande nei secoli il nostro Paese, perdura e lascia il segno del proprio momento storico.
Stefano Guindani inoltre, professionista generoso, ha messo più volte il proprio lavoro a disposizione per la raccolta di fondi destinati ad attività benefiche come la Fondazione Francesca Rava N.P.H. Italia Onlus tramite la pubblicazione del libro Haiti through the eye of Stefano Guindani edito da Electa, così come la realizzazione di diverse mostre fotografiche a Milano, New York e Firenze ma anche in America Latina e in giro per il mondo.el 2015, in occasione dei 60 anni dell’organizzazione internazionale N.P.H. – Nuestros Pequeños Hermanos, esce da Skira il volume Do You Know? La prima copia del libro viene consegnata a Papa Francesco dall’autore stesso durante l’udienza del 2 dicembre 2015.