Frédéric Bruly Bouabré Cosmogonie, per Riso – Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, si presenta come una di quelle mostre di alto profilo, dedicata a una figura di primo piano nel panorama internazionale e nello scenario globale del nostro tempo
Frédéric Bruly Bouabré, noto anche come Cheik Nadro, a seguito di una ‘’visione’’ (‘’colui che non dimentica’’), nasce nel 1923 a Zépréguhé, in Costa d’Avorio, è tra i maggiori artisti africani, e viene ricordato come l’ideatore di un sistema alfabetico, Alphabet Bété, formato da 448 pittogrammi monosillabici che impiega come supporto tecnico penne e matite colorate su cartoni da imballaggio; di notevole importanza anche l’opera di carattere monumentale intitolata Connaissance du monde, realizzata con una penna e matite colorate, su cartoncini 10×15 cm, una sorta di enciclopedia visuale che si arricchiva di giorno in giorno.
Frédéric Bruly Bouabré fu autodidatta, uno degli esponenti internazionali più significativi nel secondo Dopoguerra non solo per le sue creazioni visuali, bensì anche per il suo contributo in ambiti culturali quali la poesia, la filosofia e la saggistica.
Grazie all’amore per la propria cultura, Bouabré, che nel 2022 viene celebrato al MoMA di New York con l’esposizione Frédéric Bruly Bouabré: World Unbound (con le due opere significative sopracitate, Alphabet Bété e Connaissance du monde, insieme ad altre serie di disegni dell’artista), ha contribuito a registrare e catalogare le proprie origini grazie alla realizzazione di disegni, centinaia di piccoli disegni, realizzati mentre lavorava come impiegato in vari uffici governativi, che, con uno stile del tutto personale, essenziale e incisivo, ritraggono l’essere umano – l’agire umano, colto in semplici azioni quotidiane, tradizioni orali, folklore locale e proprie visioni, lavori che rientrano nel ciclo World Knowledge.
L’artista africano, così profondamente legato alle proprie origini, alla propria terra, nonostante i principali problemi ambientali che affliggono la maggior parte dei paesi del continente africano, è riuscito a portare la sua arte oltre il continente, esponendo presso le più prestigiose istituzioni internazionali: dal Centre George Pompidou di Parigi, al Guggenheim Museum di Bilbao, alla Tate Modern di Londra e al Portikus di Francoforte. Ha partecipato inoltre alla 55a Biennale di Venezia, a Documenta di Kassel e alla Biennale di San Paolo.
Con oltre cinquantanni di carriera, questa mostra, della quale verrà pubblicato anche un catologo della mostra, da Unipa Press, con contributi di Maddalena De Luca, Michele Cometa, Cristina Costanzo, Emmanuelle Spiesse, Giulia Campanella, e fotografie di Iole Carollo, si presenta allora al pubblico come una profonda critica sulla notevole produzione artistica di Frédéric Bruly Bouabré: oltre 60 opere, dal 1994 al 2008, rappresentative della sua ricerca artistica affidata a luoghi comuni frequenti, come il sole, le bandiere, le leggende; installazioni di vario formato dalla spiccata componente verbo-visuale che riflettono sulla storia dell’umanità e la fratellanza tra i popoli; un omaggio, del 1994, ad Alighero Boetti, quest’ultimo tra i protagonisti dell’Arte povera, e con il quale strinse una profonda amicizia.
Frédéric Bruly Bouabré Cosmogonie
a cura di Cristina Costanzo
Riso. Museo regionale d’arte moderna e contemporanea di Palermo
via Vittorio Emanuele, 365, Palermo
opening venerdì 28 aprile 2023, ore 18.30
28 aprile – 28 maggio 2023