Franco Guerzoni
Franco Guerzoni. Courtesy Annarumma

Franco Guerzoni. Intravedere

Alla galleria Annarumma la mostra di Franco Guerzoni inaugurata giovedì 15 maggio resterà aperta fino al 30 giugno 2025. Una mostra dal titolo affascinante che lascia poco spazio alle interpretazioni da parte dello spettatore.

L’artista Franco Guerzoni  inizia un’esplorazione del mondo dell’archeologia nei primi anni Settanta, con particolare attenzione alla stratificazione della cultura e all’idea di “antico” come sottrazione e perdita.

Il titolo di questa mostra, suggestiva e dalle molteplici poetiche, fa Intravedere solo apparentemente l’opera che viene  deviata inconsciamente  rispetto all’esperienza del vedere.

La funzione degli occhi è quella di intravedere sempre, deduce nell’opera una percezione  commisurata all’attenzione e al tempo dell’osservazione, alla collocazione da dove si  guarda. 

L’artista  suggerisce che “Tutto in realtà si intravede come frammenti disordinati, rivelatori però della tensione verso l’immagine in movimento che da sempre mi accompagna”. 

È un’immagine che non cerca quiete, che prova a narrare con un gesto delle mani che si adoperano nel loro fare: sopra e sotto la superficie, sentita nella sua intensità.  

Guerzoni si esprime attraverso un’angolazione  con cui tenta di avvicinarsi alle cause che gli fanno preferire una  visione obliqua rispetto a quella frontale. L’ esecuzione del  suo lavoro utilizza la lentezza del fare: il  dipinto  si rivolge all’intorno con i suoi  elementi sporgenti verso la ricerca di sguardi non legittimi che cercano nelle ondulazioni e nelle cavità profonde un fascino della scena  dell’antro, sua suprema  aspirazione.

Il dipinto è un semplice oggetto del desiderio  che si sposta, si trasforma  come materia organica vivente e che non pronostica l’ordinaria collocazione verticale: si muove, si sposta, ruota intorno dove meglio può accogliere le giuste  attenzioni per percepirne l’immenso. 

Lo sforzo che l’artista compie è quello di narrare una piccola storia fatta di imprevisti; un teatro sul piano strutturale  o formale dell’oggetto quadro.

Intravedere prende spunto da questo guardare intorno, scrutare e osservare con approfondita e attenta vigilanza, mirante a scoprire qualcosa di nascosto nell’opera. L’intenzione dell’artista è quella di rievocare gli innumerevoli sguardi che gli sono stati riconosciuti come omaggio dell’osservatore.

Gli sguardi si  possono, si devono imbattere tra l’opera e  l’osservatore che potrà esplorare le stratificazioni del lavoro nel suo spostamento, un lavoro del quale non è tuttavia dato conoscere un effetto finale. 

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