Ogni cosa, concreta e non, è composta da più parti, ognuna delle quali avente una specifica funzione affinché il tutto possa ovviare al proprio dovere.
Queste parti risultano essere dunque dei frammenti, che, contrariamente a come si è soliti pensare, non implicano un fatto negativo, bensì un dato oggettivo. Se pensiamo, ad esempio, ad uno specchio infranto, ecco che ciò che vediamo a terra sono svariati frammenti, ma si può anche parlare di frammenti di memoria e la connotazione prende un tono diverso.
I Frammenti di Tullio Pericoli, nel nostro caso, corrispondono a segmenti della sua esistenza e del suo percorso artistico, costituendo un panorama totale del suo lavoro.
La mostra a Palazzo Reale a Milano è quindi un’antologica che ripercorre le tappe di circa cinquant’anni di attività, dal 1977 al 2021, raccontando i focus su cui l’artista si è concentrato a partire da disegni, ritratti e infine i paesaggi.
L’incipit cronologico offerto dagli acquarelli lascia intravedere in modo quasi inequivocabile il debito che l’artista ha nei confronti di Paul Klee, attraverso questi delicati segni grafici che abitano i fogli di carta.
Successivamente, si passa ad una fase più figurativa, dove è possibile riconoscere ritratti di alcuni personaggi della cultura internazionale. Questi volti, reinterpretati da Pericoli, sono fortemente espressivi, nonostante l’impostazione alquanto impassibile e seria, perché la carica emotiva passa attraverso il modo in cui sono stati realizzati: il figurativo è letto in chiave astratta, facendo convergere le lezioni di maestri come Picasso o Morandi, per citarne alcuni. Questo connubio lascia emergere lo stile proprio dell’artista marchigiano, che si impone sempre di più fino ad arrivare ai paesaggi degli ultimi anni.
Essi sono i protagonisti di questa mostra, che mettono insieme i pezzi precedenti per arrivare ad un discorso nuovo, libero da influssi esterni e orientati verso l’interno, in quanto frammenti di memoria di Pericoli, che ricostituiscono i paesaggi visti nel tempo attraverso il filtro del proprio occhio interiore.
Se, dunque, la tecnica si è affinata con il trascorrere degli anni, il lavoro mentale dell’artista ha seguito un’evoluzione coerente, nella direzione di scomporre ciò che ha di fronte per poterlo vedere veramente, per poterlo studiare e assimilare, fino ad una perfetta padronanza in grado di ricomporre il tutto mettendoci il proprio tocco.
Ogni cosa, concreta e non, è composta da più parti, è così come si presenta ai nostri occhi, ma nel momento in cui ci entriamo in contatto diventa un po’ nostra, perché ognuno di noi, con il proprio passato, la legge in modo soggettivo fino a farla diventare altro. Ed è proprio questo quello che ha fatto Pericoli, ha lasciato alla propria mente il timone, si è lasciato guidare nei propri ricordi e, frammento dopo frammento, è finalmente riuscito a potersi perdere nei propri quadri.
Palazzo Reale di Milano
piazza Duomo, 12 – 20122, Milano
Frammenti – Tullio Pericoli
fino al 9 gennaio 2022
info: dal martedì alla domenica, 10.00 – 19.30; giovedì, 10.00 – 22.30