Fantastica
Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Prolifera, Francesco Stocchi, Alessandra Troncone, Walter Guadagnini

Fantastica. La Quadriennale d’arte 2025

Da ottobre 2025 a gennaio 2026, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, si terrà la 18ª edizione della Quadriennale, confermando il ruolo centrale della manifestazione nella scena artistica nazionale.

Attesa con grande interesse, l’edizione 2025 della Quadriennale, intitolata Fantastica, proporrà una nuova visione curatoriale rivolta alle sfide del presente, con particolare attenzione alla sperimentazione, alle pratiche emergenti e alla valorizzazione della ricerca artistica italiana in chiave internazionale.

La Quadriennale di Roma è una delle istituzioni culturali più prestigiose e longeve in Italia, dedicata all’arte contemporanea nazionale. Nata con l’intento di documentare e promuovere l’evoluzione dell’arte italiana del Novecento, la Quadriennale ha attraversato quasi un secolo di storia, adattandosi ai cambiamenti culturali, politici e artistici del paese.

L’idea di una mostra periodica dedicata all’arte italiana nacque nel contesto del regime fascista, che cercava di controllare e valorizzare la produzione culturale nazionale come strumento di propaganda. La Quadriennale fu ufficialmente istituita nel 1927 su iniziativa del critico d’arte Corrado Ricci e del Ministro dell’Educazione Nazionale, con l’obiettivo di dare visibilità ai principali artisti italiani e favorire una rinascita culturale sotto l’egida dello Stato.

La prima edizione si tenne però nel 1931 a Palazzo delle Esposizioni a Roma. Fin da subito, la rassegna si presentò come una panoramica esaustiva dell’arte italiana contemporanea, includendo pittura, scultura e grafica. L’evento, a cadenza quadriennale (da cui il nome), si propose così come un’alternativa nazionale alla Biennale di Venezia, che aveva invece un carattere più internazionale.

Durante gli anni ’30 e ’40, la Quadriennale si consolidò come uno degli eventi artistici più rilevanti d’Italia. Le esposizioni riflettevano le tendenze artistiche del tempo, dal Novecento Italiano al Realismo, passando per il Futurismo e le avanguardie più moderate, spesso filtrate attraverso l’estetica ufficiale del regime.

La Seconda guerra mondiale interruppe l’attività, ma la Quadriennale tornò nel 1948, con una nuova enfasi sulla ricostruzione culturale dell’Italia repubblicana. L’arte divenne uno strumento per riflettere sulla tragedia del conflitto e per esplorare nuove libertà espressive.

Nel dopoguerra, la Quadriennale divenne un laboratorio di confronto tra tendenze artistiche molto diverse: Astrattismo, Informale, Arte Povera, Concettualismo e le nuove espressioni figurative. Le edizioni si fecero sempre più complesse e pluralistiche, rispecchiando la vivacità e la frammentazione della scena artistica italiana.

In questi decenni, molti artisti destinati a diventare protagonisti internazionali (come Lucio Fontana, Alberto BurriJannis KounellisMario Schifano) passarono proprio dalla Quadriennale.

Negli anni ’80 e ’90, la Quadriennale affrontò un periodo di crisi istituzionale e identitaria. Le difficoltà economiche, l’incertezza sulla sede e la competizione con eventi internazionali sempre più globalizzati indebolirono la sua centralità. Tuttavia, la Quadriennale resistette, pur con edizioni meno regolari e spesso criticate per scelte curatoriali frammentarie.

A partire dagli anni 2000, la Quadriennale ha avviato un importante processo di rinnovamento, grazie anche al sostegno del Ministero della Cultura e alla collaborazione con enti pubblici e privati. Oltre alla mostra principale, l’istituzione ha promosso ricerche, archivi digitali, programmi di residenza e pubblicazioni.

La quattordicesima edizione, quella del 2003/2005 uscì dal territorio romano con una anteprima a Napoli e un’altra a Torino (nella cui commissione figurava Luca Beatrice).

Il numero 220 dela rivista Segno ha dedicato, nell’estate del 2008, la copertina agli artisti partecipanti alla quindicesima edizione curata da Chiara Bertola, Lorenzo Canova, Bruno Corà, Daniela Lancioni e Claudio Spadoni. Nel testo critico di Paolo Balmas, dal titolo Effetto Tetris si legge: “Una mostra non avanzatissima, ma sobria, leggibile e priva di scivoloni (cosa mai avvenuta prima) grazie a quello che definirei ‘effetto Tetris’.”

“Non ha risolto i suoi problemi d’identità la Quadriennale di Roma, tornata a vivere dopo otto anni di assenza e parecchi più di tormenti. Secondo missione istituzionale (dal 1927, in tempo fascista) dovrebbe rappresentare lo stato dell’arte in Italia. Ma la formula scelta per la sedicesima edizione si scansa dalla mission impossible, ripiega sul collage o mosaico di alcuni temi di riflessione sotto il generico titolo alla Dorfles Altri tempi, altri miti. Li svolgono 11 giovani curatori scelti con metodo di moda, la chiamata e la selezione di progetti, molto contestato. Critici come protagonisti, registi che convocano artisti ad interpretare le loro narrazioni attingendo ad autori emersi dalla seconda metà dei Novanta, col rinforzo di qualche guest star. Sono 99 gli autori presentati in 10 sezioni tematiche che si affollano in ordinate gabbie dentro il Palazzo delle Esposizioni.
Difficile, in questa congestione, cogliere fili di senso comune. E diffuso un sentimento di precarietà e frammentazione nel quale affiorano lacerti schegge e ombre del passato, ricordi residuali.
Esercizi di sottrazione addirittura, chiedono Simone Ciglia e Luigia Lonardelli in una compatta sezione con artisti collaudati come Airò, Rosa Barba, Pietroiusti, Vitone, Trevisani e l’evergreen quasi centenario Gianfranco Baruchello. Oppure raffinatezze d’archeologia del contemporaneo da Luca Lo Pinto (con Gamper, Cuoghi, Giorgio Andreotta Calò, Ra Di Martino, anche qui col recupero di un maestro, Emilio Villa). Cristiana Perrella – curatrice di più lungo corso – allinea giochi di scambi visivi con Lara Favaretto, Gamper, Maloberti e l’onnipresente Vezzoli che si autoritrae in scultura come Apollo che uccide Marsia. Invece Denis Viva accoglie apparizioni minimaliste, ‘periferiche’, in una sezione in cui figura anche la tedesca Christiane Loeher. E Giulia Piscitelli, unica napoletana che a Napoli ci vive, anche. Stucchevoli le variazioni sul tema del “ritratto” proposte con qualche astuzia da Michele D’Aurizio in un gruppone che elegge Alberto Garutti e Carol Rama a capifila storici. Un’altra linea dichiara inquietudini più rivolte a situazioni politiche e sociali, quasi sempre bisognose di nutrirsi di storie dimenticate o di giustificarsi con affondi in memorie antropologiche. Esemplare l’ampia sezione curata da Matteo Lucchetti con emergenze del paesaggio antropico dell’italia ‘post-rurale’. Qui figura la vincitrice del primo premio, Rossella Biscotti con un lavoro post-concettuale che evoca rotte e drammi del Mediterraneo. Nella sezione di Luigi Fassi la partenza sul sociale italiano è data dalle osservazioni di Tocqueville sulla democrazia americana: i fratelli De Serio indagano su una baraccopoli torinese e Nicolò De Giorgis su comunità islamiche a Treviso. Accenti di arte processuale percorrono il progetto Lo stato delle cose di Marta Papini, con rotazione nel tempo di 7 artisti (fra cui Yuri Ancarani, Alberto Tadiello) e di 7 eventi. La più affollata sezione è Cyphoria dove Domenico Quaranta raccoglie vistose prove di contaminazioni tecno e post-pop (il collettivo Alterazioni Video,Marco Strappato, Quayola). Tutt’al contrario, Simone Frangi svuota il suo spazio per una “Orestiade italiana” con diagrammi concettuali sul multiculturalismo come contraddittoria forma di colonialismo occidentale, ispirati da una ricerca 1970 di Pasolini in Africa. Da qui la giuria ha estratto il premio Illy under 35 all’invisibile video di Adelita Husny-Bei. Restano sparse tracce dei colpi di teatro delle performances inaugurali. Fra esse l’apollineo ragazzo nudo che ritaglia immagini di arte classica e le getta per terra (Maloberti), le danzatrici acrobatiche su pattini a rotelle (Marinella Senatore) le apparizioni misteriche al tavolino di Chiara Fumai, il coro di hackers di Valentina Vetturi. Si delinea così il paesaggio di un’arte con poche vie di fuga, vagante in un presente d’incertezze vissuto in connessione intelligente agli animal spirits europei, ma con esitante spinta creativa. Senza illusione di futuro. Una generazione (suggerisce un titolo in mostra) che, come lo scrivano Bartleby di Melville, ‘preferirebbe di’. Con buona pace di Renzi.”
È il commento di Pietro Marino, nel numero 260 di Segno del 2017, alla sedicesima edizione.

Particolarmente significativa è stata la 17ª edizione (2020–2021), intitolata Fuori, curata da Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, che ha presentato una visione sperimentale e critica dell’arte italiana, esplorando temi come l’identità, il genere e la marginalità.

Nel 2023 è stato nominato Luca Beatrice come Presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma che subito annuncia: “Felice e orgoglioso di essere stato individuato dal Ministro Gennaro Sangiuliano per un incarico così importante e prestigioso”, ha dichiarato il nuovo Presidente che ha proseguito: “Felice di tornare a Roma dove ho vissuto negli anni Novanta, fin da subito al lavoro per progettare una grande edizione della Quadriennale nel 2025, allo scopo di rimettere l’arte italiana al centro del dibattito culturale”.
La prematura morte di Luca Beatrice porta alla nomina di Andrea Lombardinilo nel ruolo di presidente che, insieme a Federico Mollicone (Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati), Alessandro Giuli (Ministro della Cultura), Angelo Piero Cappello (Direttore Generale Creatività Contemporanea – Ministero della Cultura), Michele Coppola (Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale Gallerie d’Italia), lo scorso 25 giugno ha annunciato la selezione degli artisti scelti dai curatori Luca Massimo BarberoFrancesco BonamiEmanuela Mazzonis di PralaferaFrancesco Stocchi e Alessandra Troncone.

La 18ª Quadriennale “Fantastica” si presenta come un grande progetto corale, rivolto all’arte italiana post‑2000, con un mix di giovani innovatori e artisti affermati. La curatela multi-vocale e il tributo alla memoria storica rappresentano un rilancio significativo verso una manifestazione più dinamica, inclusiva e internazionale:
Autorappresentazione e autoritratti (Luca Massimo Barbero) che esplora come l’identità si esprime nel contemporaneo, fra oggetti, immagini e narrazioni;
Spazi personali e autonomia creativa (Francesco Bonami), ogni artista disegna “una stanza solo per sé”, con opere rigorosamente under 50;
Il potere delle immagini (Emanuela Mazzonis di Pralafera), un’analisi critica dell’immagine nell’era digitale e mediatica;
Corpo e identità in divenire (Francesco Stocchi), riflessioni su corpo umano, animale, meccanico come entità in evoluzione;
Identità culturale e sperimentazione (Alessandra Troncone) che analizza i confini dell’italianità, l’esperienza e l’internazionalità.
A queste si affianca una sezione storica intitolata I giovani e i maestri, curata da Walter Guadagnini, che rilegge la Quadriennale del 1935.

Un progetto speciale, a cura di Christian Caliandro, si sviluppa in parallelo alla preparazione della 18a Quadriennale d’arte ed è dedicato alla percezione dell’arte contemporanea italiana all’estero.

La mostra presenta 54 artisti viventi, di cui 16 under 35 e 45 esordienti assoluti, con 187 opere esposte su circa 2.000 m², molte delle quali site-specific. Si tratta per lo più di artisti affermatisi dopo il Duemila, inclusi talenti italiani e internazionali stabilitisi nel nostro paese.

L’edizione rende omaggio al lavoro visionario del compianto Luca Beatrice, presidente scomparso nel 2025.

Fantastica è l’arte, per la sua capacità di dischiudere nuovi orizzonti, a tutte le latitudini e in tutte le epoche.
Fantastica nella sua valenza di verbo è un invito a riscoprire oggi la potenza del simbolico e la forza dell’immaginazione.
Fantastica vuole essere portatrice di un’atmosfera che descrive un climax di stupore, freschezza, speranza. In questo, l’arte contemporanea è una risorsa, per l’opportunità che offre di aprire sguardi laterali sulle cose, filtri di lettura inusitati, vie d’uscita inattese, anche quando ci spiazza, confonde, come in un invito a smarrirci e ritrovarci.
 
Luca Beatrice (Torino, 4 aprile 1961 – 21 gennaio 2025)

TUTTI GLI ARTISTI DI FANTASTICA. 18a QUADRIENNALE D’ARTE

  1. Eleonora Agostini, Mirano (Ve) 1991. Vive e lavora a Londra (selezionata da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  2. Camilla Alberti, Milano 1994. Vive e lavora a Milano (selezionata da Alessandra Troncone)
  3. Friederich Andreoni, Pesaro 1995. Vive e lavora a Berlino (selezionato da Francesco Bonami)
  4. Micol Assaël, Roma 1979. Vive e lavora a Roma e in Grecia (selezionata da Francesco Stocchi)
  5. Jacopo Benassi, La Spezia 1970. Vive e lavora a La Spezia (selezionato da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  6. Luca Bertolo, Milano 1968. Vive e lavora a Serravezza (Lu) (selezionato da Francesco Stocchi)
  7. Paolo Bini, Battipaglia (Sa) 1984. Vive e lavora a Montecorvino Pugliano (Sa) (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  8. Lupo Borgonovo, Milano 1985. Vive e lavora a Milano (selezionato da Francesco Bonami)
  9. Andrea Camiolo, Leonforte (En) 1998. Vive e lavora a Torino (selezionato da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  10. Gianni Caravaggio, Rocca San Giovanni (Ch) 1968. Vive e lavora a Milano e Sindelfingen (Germania) (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  11. Roberto Cattivelli, Piacenza 1979. Vive e lavora a Piacenza (selezionato da Francesco Bonami)
  12. Giulia Cenci, Cortona (Ar) 1988. Vive e lavora in Toscana e ad Amsterdam (selezionata da Francesco Bonami)
  13. Diego Cibelli, Napoli 1987. Vive e lavora a Napoli (selezionato da Alessandra Troncone)
  14. Adelaide Cioni, Bologna 1976. Vive e lavora a Spoleto (selezionata da Francesco Stocchi)
  15. Siro Cugusi, Nuoro 1980. Vive e lavora in Sardegna e a New York (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  16. Cecilia De Nisco, Parma 1997. Vive e lavora a Vienna (selezionata da Francesco Bonami)
  17. Roberto de Pinto, Terlizzi (Ba) 1996. Vive e lavora a Milano (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  18. Antonio Della Guardia, Salerno 1990. Vive e lavora a Napoli (selezionato da Alessandra Troncone)
  19. Luca Gioacchino Di Bernardo, Napoli 1991. Vive e lavora a Napoli (selezionato da Francesco Bonami)
  20. Federica Di Pietrantonio, Roma 1996. Vive e lavora a Roma (selezionata da Alessandra Troncone)
  21. Donato Dozzy (Donato Scaramuzzi), Roma 1970. Vive e lavora a Roma (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  22. Chiara Enzo, Venezia 1989. Vive e lavora a Venezia (selezionata da Francesco Bonami)
  23. Matteo Fato, Pescara 1979. Vive e lavora a Pescara (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  24. Irene Fenara, Bologna 1990. Vive e lavora a Milano (selezionata da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  25. Linda Fregni Nagler, Stoccolma 1976. Vive e lavora a Milano (selezionata da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  26. Emiliano Furia, Romano di Lombardia (Bg) 1991. Vive e lavora a Milano (selezionato da Francesco Bonami)
  27. Valentina Furian, Venezia 1989. Vive e lavora a Bologna (selezionata da Alessandra Troncone)
  28. Martino Gamper, Merano (Bz) 1971. Vive e lavora a Londra (selezionato da Francesco Stocchi)
  29. Teresa Giannico, Bari 1985. Vive e lavora a Milano (selezionata da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  30. Emilio Gola, Milano, 1994. vive e lavora a Milano (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  31. Massimo Grimaldi, Taranto 1974. Vive e lavora a Milano (selezionato da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  32. Francesco Jodice, Napoli 1967. Vive e lavora a Milano (selezionato da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  33. Luisa Lambri, Como 1969. Vive e lavora a Milano (selezionata da Luca Massimo Barbero)
  34. Iva Lulashi, Tirana (Albania) 1988. Vive e lavora a Milano (selezionata da Alessandra Troncone)
  35. Luca Marignoni, Cles (Tn) 1989. Vive e lavora a Venezia e a Smarano di Predaia (Tn) (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  36. Valerio Nicolai, Gorizia 1988. Vive e lavora a Milano (selezionato da Francesco Stocchi)
  37. Lulù Nuti, Levallois-Perret (Francia) 1988. Vive e lavora a Roma (selezionata da Francesco Stocchi)
  38. Roberta Orio, Venezia 1966. Vive e lavora a Venezia (selezionata da Luca Massimo Barbero)
  39. Giovanni Ozzola, Firenze 1982. Vive e lavora a Tenerife (selezionato da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  40. Giulia Parlato, Palermo 1993. Vive e lavora a Roma (selezionata da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  41. Jem Perucchini, Tekeze (Etiopia) 1995. Vive e lavora a Milano (selezionato da Francesco Bonami)
  42. Roberto Pugliese, Napoli 1982. Vive e lavora a Napoli (selezionato da Alessandra Troncone)
  43. Agnes Questionmark, Roma 1995. Vive e lavora a New York e Roma (selezionata da Alessandra Troncone)
  44. Pietro Roccasalva, Modica 1970. Vive e lavora a Milano (selezionato da Francesco Stocchi)
  45. Runo B, Jiangsu (Cina) 1993. Vive e lavora a Venezia e Faenza (Ra) (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  46. Arcangelo Sassolino, Vicenza 1967. Vive e lavora a Vicenza (selezionato da Francesco Stocchi)
  47. Beatrice Scaccia, Frosinone 1978. Vive e lavora a New York (selezionata da Francesco Bonami)
  48. Alessandro Sciarroni, San Benedetto del Tronto 1976. Vive e lavora a Roma e San Benedetto del Tronto (selezionato da Francesco Stocchi)
  49. Marta Spagnoli, Verona 1994. Vive e lavora a Venezia (selezionata da Luca Massimo Barbero)
  50. Davide Tranchina, Bologna 1972. Vive e lavora a Bologna (selezionato da Emanuela Mazzonis di Pralafera)
  51. Emilio Vavarella, Monfalcone (Go) 1989. Vive e lavora negli Stati Uniti e in Italia (selezionato da Alessandra Troncone)
  52. Vedovamazzei, duo artistico nato a Milano nel 1991, composto da Maristella Scala (Napoli, 1964) e Simeone Crispino (Napoli, 1962). Gli artisti vivono e lavorano a Milano (selezionato da Luca Massimo Barbero)
  53. Lorenzo Vitturi, Venezia 1980. Vive e lavora a Venezia e Londra (selezionato da Francesco Bonami)
  54. Shafei Xia, Zhejiang (Cina) 1989. Vive e lavora a Bologna (selezionata da Francesco Bonami)

Roberto Sala

Editore, graphic designer e fotografo d’arte, dal 2012 è docente di Metodi e tecniche dell'arte-terapia presso l'Accademia di Brera nel corso di laurea specialistica di Teorie e pratiche della terapeutica artistica. Direttore della casa editrice Sala Editori specializzata in pubblicazioni d’arte e architettura, affianca alla professione di editore quella di grafico, seguendo in tempi recenti l’immagine coordinata delle più importanti manifestazioni culturali della città di Pescara fra le quali si segnalano: Funambolika e Pescara Jazz. Dal 1992 è Art Director della Rivista Segno per la quale dal 1976 ha ricoperto diversi ruoli e incarichi. Dal 2019 è Direttore Editoriale di Segnonline per il quale traccia la linea politica e di sviluppo del periodico. roberto@segnonline.it

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