Lo Spazio Iris ci accoglie in penombra su un tappeto di terra di Spoltore abbondantemente stesa fino a formare una nuova pavimentazione che silenzia i nostri passi e accoglie in un angolo, come conchiglie nel bosco, i petali, simili a valve di ostriche, piovuti dai fiori di Francesca Romana Cicia.
Sono tre grandi fiori irreali e irrealmente affioranti dal soffitto, realizzati con sapiente uso dell’arte ceramica e finemente smaltati con una brillante finitura lucida, con varie tonalità dal blu chiaro al blu scuro, che ne definisce la tridimensionalità e ne accentua il fascino. Hanno consistenza madreperlacea sottolineata dal sottofondo sonoro, un ticchettio come di conchiglie cozzanti, che sembra accompagnare la danza dei petali mossi dal vento e prossimi alla caduta. È tempo di piena e smagliante fioritura, di splendore vitale, ma i pochi petali a terra preludono al distacco, al disfacimento, alla conclusione di un ciclo sempre uguale di inizio-fine, nascita-morte-rinascita…, un ciclo che incessantemente si rinnova.

L’emblema ancestrale del ciclo vitale che si rinnova, l’uovo, simbolo altresì di origine e creazione, di rinnovamento e perfezione, di nascita e resurrezione, è a pochi passi, nell’Outer Spaces di Eirene, nel gran numero di forme ovali sbeccate, disposte sul bianco della parete in modo irregolare ma tale da provocare un dinamismo leggero e ritmico accentuato dal gioco delle ombre.
Sono gusci rotti e vuoti, incubatori di vita abbandonati, ormai inutili e sdegnati se non fossero internamente dipinti di un colore blu intenso, come un cielo notturno e, a illuminare quel blu, minuscoli punti bianchi che suggeriscono la presenza di stelle.
Ciascuno di essi, così rinnovato, custodisce un’immagine cosmica viva e pulsante, un universo in miniatura a sé stante e bastante.
Moltiplicati sulla parete quei gusci moltiplicano a loro volta i propri mondi, li pongono in un sistema più vasto, animato da meccanismi apparentemente conosciuti e comprensibili.
Dall’unica cellula dell’uovo alle innumerevoli galassie cosmiche è un crescendo di spazi, forze, movimenti, un groviglio di epoche e fasi dove la mente si perde mentre la scienza esplora e misura, la filosofia ragiona e teorizza, l’arte illustra ed evoca.




