ARCO Lisboa

Luogo

Galleria Giorgio Persano
Galleria Giorgio Persano
Via Stampatori 4, Torino
Sito web
http://www.giorgiopersano.org

Categorie

Data

Gen 23 2023 - Mar 11 2023
Evento passato

Ora

16:00

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Mostra

Susy Gómez e Alfredo Romano

Giorgio Persano è lieto di presentare una nuova personale di Susy Gómez, artista spagnola che da quasi trent’anni collabora con la galleria. Il progetto espositivo si articola intorno a inedite fotografie di grande formato e a un’importante scultura storica, Via Nuova (1995-1997), dalla quale trae il titolo la mostra.

Al centro della sala due corpi dorati si protendono l’uno verso l’altro, entità plasmate restituendo forma alla memoria di un gesto. Attraverso un’azione performativa, l’artista ha ricoperto il suo corpo con una pasta di porcellana, rimanendo per ore in uno stato meditativo, fino a quando la massa non ha raggiunto la solidità di un vaso e si è aperta come una conchiglia. Questi “gusci” sono poi stati rivestiti di una patina di oro che, in continuità concettuale con l’arte del passato, si è fatta tramite tra la realtà fisica e quella incorporea. Ed è proprio questa la condizione dell’opera, che incarna un ricordo che si dissolve e diventa vestigia dello spirito.

Proseguendo nella sua ricerca fotografica, Gómez seleziona soggetti provenienti da riviste, se ne appropria e vi interviene pittoricamente, coprendo parti dei corpi femminili rappresentati. Le immagini così elaborate sono quindi fotografate, sottoposte a un forte ingrandimento ed infine riprodotte su pannelli di alluminio. Le opere stesse trascendono quindi la loro condizione di fotografie: la dimensione, il supporto metallico che conferisce spessore e materialità, l’essere posizionate a terra, suggeriscono allo spettatore di identificare anch’esse come sculture.

Attraverso una sineddoche visiva dove gli elementi isolati dei soggetti sono esaltati, Gómez riconosce particolari che possono essere qualcosa che non notiamo, o ai quali prestiamo invece attenzione. Nei lavori dell’artista le figure sono dunque celate, nascondono il tutto per rivelare una parte e, su questa parte, l’artista costruisce una riflessione sull’identità individuale e sulla rappresentazione del femminile. Tentando di spezzare gli stereotipi imposti da una società patriarcale e machista, le figure sono presentate in bilico tra materia e trascendenza, facendosi manifesti della difficoltà di raggiungere una totale comprensione e dominio sul proprio corpo.

La galleria Persano è felice di ospitare, nel giardino interno di Palazzo Scaglia di Verrua, i nuovi lavori di Alfredo Romano. Ad una grande un’installazione sonora si affianca un’opera storica ed una inedita serie di pitture su alluminio particolarmente rappresentative della sua ricerca, da sempre sostenuta da un solido impegno etico.

Non sarebbe infatti possibile comprendere a pieno il lavoro dell’artista se non colto all’interno del contesto siciliano e del suo retaggio millenario, fatto di culture e poteri in costante ascesa e declino e del rapporto di questi con l’individuo. Le opere di Romano vogliono scuoterci dall’inerzia, comunicando la condizione dell’artista in seno ad una società sopraffatta da conflitti, lotte e disperazione. I temi che vengono affrontati sono sempre complessi e legati alla fragilità della forma, alla precarietà dell’esistenza, alla caducità delle cose, alla solitudine.

Le opere, invase dal catrame, appaiono come sedimentazioni geologiche, un monito del tempo che scorre. Sotto il catrame troviamo una pittura, una storia occultata, soffocata, è un quadro che per rivelarsi ne distrugge un altro, un’entità che prevale nella sua densità oscura. La scelta della tecnica è particolarmente evocativa: un materiale edilizio, e perciò usato per costruire, ma che nel colare sembra lava bruciante e distruttiva. Il parallelismo offerto è di un potere che nell’affermazione di se stesso inghiotte e reprime ogni cosa nel tentativo di divenire totale. Come può il singolo opporsi alla compatta visione offerta da quel potere?

Una simile tensione la ritroviamo in Senza titolo (1990), dove i cilindri in marmo ordinati sulla lamiera in alluminio ci restituiscono una storia fossilizzata e impossibile da decifrare. La medesima drammaticità è inoltre evocata dall’installazione sonora. Nella musica di Giuseppe Gavazza rintracciamo una coerente urgenza espressiva, con le panche che paiono vibrare da dentro, trovando nella musica la loro voce.

Per l’artista: “Vorrei che il mio lavoro fosse un canto, che lasciasse passare un silenzio e che si allontanasse verso un punto di aspirazione comune. Che ubbidisse alla stratificazione degli antichi avvenimenti storici della nostra tradizione, al sentimento dell’esistenza, e che risvegliasse quel senso di identificazione istintiva che passa attraverso il riconoscimento di un’appartenenza fisica e poetica. Il mio lavoro è come una litania, una preghiera che si articola tra rivelazione (luce) e nascondimento (ombra)”.


Susy Gómez
Via Nuova

Alfredo Romano
Galleria Giorgio Persano
Via Stampatori, 4 – Torino
23 gennaio – 11 marzo 2023
Tel. +39 011 4378178

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